Lucia Azzolina: tutto aperto fuorchè la Scuola.

Non c’è pace per il Governo ed i fronti divisivi si moltiplicano.

GP

Alla fine, dopo tante avvisaglie, la Ministra della Pubblica Istruzione è letteralmente sbottata: non c’è dubbio.

La situazione è che solo in Toscana, Abruzzo e Valle d’Aosta i ragazzi delle scuole superiori rientreranno al 50% in presenza. Tutte le altre Regioni, attraverso ordinanze dei Governatori, hanno optato per il rinvio del ritorno sui banchi degli studenti delle superiori. Rinvii che oscillano tra il 18 gennaio e l’1 febbraio.

Può essere simpatica o meno, Lucia Azzolina, se ne possono condivider le idee o meno, e sta nelle cose, ma è doveroso, per onestàintellettuale, darle atto di battersi con le unghie e con i denti per la difesa del settore affidatole. Può sembrare un’ovvietà, ma non lo è per niente. Ministri di lungo corso dimostrano quotidianamente il contrario. Spesso l’amore per quello che il Paese ci ha affidato da tutelare finisce per essere fastidioso ed insopportabile nelle stanze dei bottoni ed alla prima occasione si viene messi da parte.

Questa volta però la Azzolina non è la solita voce che urla nel deserto e che rimane, ovviamente, non ascoltata, le fanno eco gli studenti esclusi che sembrano non condividere per nulla l’atteggiamento dei Governatori.

Che la pandemia non presenti segni di regressione è evidente, come pure comincia ad essere chiaro a molti che, accanto alla più che legittima preoccupazione per la salute e la vita degli italiani, al secondo posto viene l’economia, che da qualcuno, siamo franchi, viene in realtà posta al primo posto, magari cercando di esporsi il meno possibile, conscio della volgarità delle proprie propensioni.

L’Azzolina è un autentico fiume in piena. “E’ difficile per gli studenti comprendere perché non rientrano a scuola, capisco le loro frustrazioni: la scuola è un diritto costituzionale, se a me avessero tolto la scuola non sarei probabilmente qui. Nelle regioni a fascia gialla tutto è aperto tranne la scuola superiore e questo creerà profonde cicatrici, i ragazzi hanno bisogno di sfogare la loro socialità. Si fa l’errore di credere che la scuola non produca incassi: se io chiudo un negozio so purtroppo quanto ho perso, sulla scuola questo discorso non si fa ma i costi sono altissimi. Sono molto preoccupata, oggi la dad non può più funzionare, c’è un black out della socialità, i ragazzi sono arrabbiati, disorientati ed sono preoccupata per il deflagrare della dispersione scolastica“. Abbiamo recentemente pubblicato i dati di una ricerca sulla dispersione scolastica da Covid, e sono davvero preoccupanti.

La Azzolina aggiunge: ” Il rischio zero non esiste, ma non esiste in alcun ambito. All’interno delle scuole il rischio è molto basso e lo testimoniano gli studi italiani ed europei. La scuola si è organizzata molto bene. Io ho fatto tutto quello che potevo fare, chiedo a tutti di trattare la scuola non in modo diverso di come si trattano le attività produttive“.

Precisa quindi: “ Da parte mia non vuole esserci polemica con le Regioni. Ma bisogna dire quelli che sono i fatti: volevamo riaprire le scuole il 9 dicembre, qualcuno ci disse no, ma le attività produttive sono partite. Il 23 dicembre si è stipulata un’intesa all’unanimità con le Regioni che hanno garantito che al 50% le scuole superiori sarebbero rientrate. E’ partito un lavoro immane nei tavoli con i prefetti e sono stati previsti molti bus in più. A inizio gennaio molti presidenti di Regione hanno detto che erano addirittura pronti a far rientrare il 75% dei ragazzi in aula. Ci sono regioni che hanno lavorato bene come la Toscana, noi al ministero abbiamo monitorato tutto, abbiamo fatto informative; il lavoro fatto dai dirigenti scolastici è stato encomiabile.

Qualche accenno al lavoro che si sta facendo al Ministero per organizzare gli esami nel tempo del Covid concludono il discorso.

Ed un’altra sponda l’Azzolina l’ha trovata nel collega Roberto Speranza, Ministro della Salute: ” Ne discuteremo lunedì con le regioni, ma mi pare complicato vedere le scuole superiori chiuse e gli impianti di sci aperti. Sarà uno dei temi, e poi ancora in Parlamento.” Speranza, all’opposto della Collega, usa pochissime parole per riassumere, ma lo fa in maniera estremamente incisiva.

La triste sensazione, pur rendendomi perfettamente conto che una crescita della diffusione del virus è un poderoso ostacolo alla campagna vaccinale in corso e condividendo la preoccupazioni di Iss e Cts, fatta propria dal Governo e che continua il problema di sempre: le eterne Cenerentole sono cultura e pubblica istruzione, ma per la scuola c’è almeno chi tenta di difenderla, la cultura sola soletta e buttata in un angolo, viene falsamente alimentata con trasmissioni, sbandierate come grandi eventi, ma che del fascino del teatro non hanno alcunché.

Se si andrà avanti di questo passo temo davvero che, come profetica fu la fantascienza di Giulio Verne, altrettanto profetici si rileveranno quei film del day after, che ci descrivono un mondo davvero terrificante. Ignoranza e sottocultura, piaccia o no, sono i prodromi di una società violenta ed incontrollata, e se pensate un secondo alle risse e sparatoria tra minori, o all’assalto a Capitol Hill, vi accorgerete che quel day after galoppa a velocità maggiore dello stesso Covid.

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