Mario Draghi: “L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina”

“Stop all’occupazione russa, la comunità internazionale non si volti dall’altra parte”

Gianvito Pugliese

Mario Draghi, intervenendo oggi pomeriggio al Summit internazionale “Crimea Platform”, voluto dallo scorso anno dalla presidenza ucraina: “L’Italia continuerà a sostenere l’Ucraina. Siamo con voi nella vostra lotta per resistere all’invasione russa, per ripristinare l’integrità territoriale dell’Ucraina, per proteggere la vostra democrazia e la vostra indipendenza. Di fronte ai tentativi da parte della Russia di sottomettere altre parti del territorio ucraino, la comunità internazionale non può girarsi dall’altra parte. La Russia deve porre fine alla sua occupazione illegale, ai suoi attacchi brutali contro i civili disarmati”. Ed ha continuato:
L’Italia ha sempre condannato l’occupazione della Crimea e siamo preoccupati per il peggioramento dei diritti umani nella penisola e per le ingiustizie verso la comunità tatara: la lotta per la Crimea è parte della lotta per liberare l’Ucraina”.

Ed entrando poi nel merito di quanto sta accadendo: “Lo scorso febbraio le forze russe hanno usato la Crimea per lanciare il loro attacco alle regioni dell’Ucraina meridionale, tra cui Kherson. E continuano a usare la Crimea per esercitare pressioni militari su altre aree, in particolare sulle città portuali di Mykolaiv e Odessa”.

Vero che Draghi, guida un governo di transizione per portare il Paese alle urne, ma le sue dichiarazioni hanno valore integrale essendo nel solco dell’incarico conferitogli dal Capo dello Stato, Sergio Mattarella. Ricordo che Mario Draghi è stato l’unico Presidente del Consiglio italiano ad essersi dimesso, senza una formale dichiarazione di sfiducia da parte del Parlamento, ma solo per aver preso atto che la maggioranza, che aveva sostenuto “ab origine” (ndr. fin dall’origine) il suo governo, era venuta meno: la sfiducia formale è arrivata solo per mano di Conte ed i pentastellati residuì dopo le varie diaspore, mentre Berlusconi, che pochi mesi prima aveva motivato il non voto a Draghi, nella corsa al Quirinale, sostenendo che il Paese non poteva fare a meno di Draghi a Palazzo Chigi, fino a scadenza naturale della legislatura (aprile-maggio 2023), insieme a Salvini, e le relative formazioni politiche (Forza Italia e Lega), hanno disertato il voto di fiducia, anticipando il loro recente dissenso.

Così per un rarissimo senso di dignità, una mosca bianca in politica, pur non formalmente sfiduciato, ma con la sua maggioranza in fase di sfaldamento, Draghi è salito al Colle per rassegnare le dimissioni, respinte dal Presidente della Repubblica la prima volta, dopo cioè il voto della Camera dei Deputati, ed accolta la seconda, dopo il voto al Senato dove i tre compari hanno consumato il loro delitto contro il Paese.

Piaccia o no Draghi ci aveva portato ad essere il Paese più autorevole in Europa dopo anni bui per l’Italia in Unione europea proprio a causa di chi l’ha gambizzato. Piaccia o meno era il promotore in Europa delle sanzioni alla Russia. Permettetemi di nutrire il dubbio che sia questa la vera ragione che ha spinto i congiurati. Strani colloqui incrociati tra i tre e l’ambasciatore russo in Italia, alimentano il sospetto di ordini impartiti dal Cremlino. Sono garantista e non condanno senza prove, ma che il sospetto sia legittimo e circostanziato non ci piove.

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