Mario Draghi: primo giorno da Presidente incaricato.
Riceuto l’incarico da Mattarella. dopo aver incontrato la Casellati, Fico e Conte, è tornato in Umbria a casa (in foto) per trascorrere una serata in famiglia.
GP
Se Mario Draghi riuscirà nella non facile impresa di cementare una sufficiente maggioranza attorno ad un programma , come gli ha chiesto ieri il Capo dello Stato, vedremo tutto un altro film. Draghi stesso ha riassunto quelle richieste con “Vincere la pandemia, completare la campagna vaccinale, offrire risposte ai problemi quotidiani, rilanciare il Paese“. Poi nessun’altra dichiarazione.
Per farsi un’idea della personalità di Mario Draghi la giornata di ieri è emblematica. Dopo l’incarico conferitogli dal Capo dello Stato, in un colloquio durato più di un’ora, Mario Draghi che lo ha accettato naturalmente con riserva, ha incontrato la seconda e terza carica dello Stato, la Casellati e Roberto Fico, ed ha poi avuto un colloquio di un’oretta abbondante con Giuseppe Conte. Rispettato il protocollo e acquisite dagli interlocutori le informazioni principali per il lavoro che si accinge a svolgere, Draghi e tornato in Umbria nella sua dimora, immersa in un bosco, alle porte di Città della Pieve. Li ha trascorso con la famiglia la sera e la prima notte da Presidente incaricato.
Stamane l’auto della scorta ed una auto coi vetri oscurati in cui viaggiava presumibilmente Draghi ha lasciato la tenuta di Città della Pieve per raggiungere Roma. La discrezione e la signorilità sono e restano il suo stile di vita. Intorno al casolare della famiglia Draghi, questa notte nessun maxi dispiegamento di forze di polizia. La scorta ha sorvegliato discretamente l’area, ed una pattuglia dei carabinieri era all’ingresso di uno dei viali che conduce alla casa. Null’altro. Stamane nessun corteo, solo due auto, il minimo indispensabile che richiede la sicurezza.
Anche la scelta del luogo dove da oggi si avvieranno le consultazioni dei partiti e movimenti rappresentati in parlamento, per poi passare alle forze sociali, è emblematica. Draghi ha scelto uno studio di Montecitorio. Avrebbe potuto disporre della struttura di palazzo Chigi, ma discreto e corretto oltre ogni immaginazione le prosegue laddove Roberto Fico, allorché è stato investito del mandato esplorativo le ha tenute. E’ il segno di un personaggio, anzi di un’autentica personalità, quale nella politica del Paese non si vedeva più dalla notte dei tempi, di interpretare il proprio ruolo e di porgersi al prossimo ed alla pubblica opinione.
Mario Draghi, classe 1947, è stato governatore della Banca d’Italia e Presidente della Bce (la Banca Centrale Europea). In entrambi gli incarichi ha mostrato doti da economista capace di ideare provvedimenti ed interventi atti a raddrizzare economie allo sbando. Ma ha ricoperto anche altri incarichi di prestigio: presidente del Financial Stability Board, organismo internazionale di vigilanza dei mercati finanziari, vicepresidente per l’Europa di Golden Sachs. Stimato nel mondo degli economisti, come pochissimi altri, il suo nome ed il suo valore furono noti al grosso pubblico col lancio del “Quantitative easing”, che permise alla Bce di acquistare titoli di Sato e sostenere conseguentemente i Paesi europei con un investimento di 60 miliardi di euro. E’ rimasto celebre il suo “Whatever it takes”, la Bce era pronta a tutto per difendere l’euro. Il Financial Times e The Times nel 2012 l’anno indicato come l’uomo dell’anno.
E’ questo l’uomo chiamato da Mattarella a risolvere i problemi del Paese. Sia Mattarella che Draghi non si nascondono che la strada da percorrere è irta di difficoltà e non sarà un’impresa facile. Ma entrambi mostrano ottimismo, nonostante il primo miglio da percorrere sembra già ora il più difficile: mettere insieme una maggioranza che il primo tentativo, il Conte ter, ha smembrato ulteriormente e dilaniato.
Le reazioni dei partiti sono poco decifrabili. Renzi esulta, ma forse, anzitutto per aver mandato a casa Conte, anche se si dice entusiasta di un incarico ad una personalità come Draghi. Zingaretti punta principalmente al mantenimento della coesione tra il suo Pd, i pentastellati e Leu. Vito Crimi è piuttosto freddo e parla di eventuale consultazione della base sulla piattaforma Rousseau a programma stabilito. Leu, europeisti e altri minori non pervenuti. Per il centrodestra parla Salvini: ” Serve un governo politico, basta tecnici” e aggiunge “se pensano di governare fino al 2023 non se ne parla”. Strano, quando si parlava del Conte due, proponeva Draghi, ora si deve essere ricreduto, sarà stato influenzato dal “genio dell’economia” Claudio Borghi?
La reazione euforica dei mercati con la crescita della borsa e la caduta dello Spread, descritte nell’articolo di ieri già citato, dovrebbero convincere i partiti a sostenere ad oltranza la candidatura Draghi senza se e senza ma. Purtroppo le logiche della società e dell’economia ormai divergono diametralmente da quelle della politica in Italia e questo è uno dei maggiori mali del Paese.
Comunque, ringraziando Conte per l’apprezzabile lavoro svolto, dita incrociate e forza Mario Draghi, l’Italia per bene è con te.
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