Mattarella avvia domani le consultazioni.
Conte ed il governo rimangono in carica per gli affari correnti.
GP
Come avevamo annunciato Giuseppe Conte è salito al Colle alle 12 ed ha rassegnato nelle mani del Presidente della Repubblica le sue dimissioni.
Un laconico, ma esaustivo comunicato del segretario generale del Quirinale, Ugo Zampetti, riassume quanto avvenuto: “Le consultazioni per la formazione del nuovo governo partiranno domani pomeriggio, il Presidente della Repubblica si è riservato di decidere e ha invitato il Governo a rimanere in carica per il disbrigo degli affari correnti.“
Dalle consultazioni Mattarella ricaverà se c’è possibilità di una solida maggioranza che possa portare avanti la legislatura o se, nella denegata ipotesi che non sia possibile arrivare a fine legislatura, sciogliere le camere e indire nuove elezioni.
Se Conte sperava di essere mandato dinanzi al parlamento e affrontare un voto di fiducia forte della moral suasion del Presidente Mattarella, non si è verificato. Sergio Mattarella, lo ha detto a chiare lettere: non ritiene utile per il Paese tirare a campare con una maggioranza rabberciata che cade al primo soffio di vento come un castello di carte. I tempi sono tremendi ed il governo del Paese delle essere all’altezza dei problemi da affrontare, di una Italia da far rialzare, mettendo fine alle disparità del passato e provando a disegnare progetti che la proiettino verso un futuro molto diverso dal passato.
Si andrà verso un Conte ter? E’ assai probabile: almeno a parole M5S, Pd e Leu ritengono imprescindibile la guida di Conte ad un governo al quale possano partecipare.
Italia Viva, attraverso il suo coordinatore Ettore Rosato, apre al dialogo. ” Mattarella ha in mano la regia per dare un governo più solido al Paese con un programma solido. Il governo non aveva più un programma, andava avanti solo con i decreti sull’emergenza. Una volta che si trova una sintesi sulle questioni programmatiche, prima di tutto il Recovery Plan e poi le riforme che l’Ue e le parti sociali ci chiedono, noi non mettiamo veti. Noi non abbiamo mai messo veti o preclusioni su nessuno, ma abbiamo evidenziato l’esigenza di grande chiarezza. E sono convinto che la chiarezza sia una esigenza non solo nostra ma anche degli altri partiti“.
Ma basterà a Sergio Mattarella che si ricompatti la vecchia maggioranza puramente e semplicemente? Credo proprio di no! Mattarella è di una correttezza istituzionale rarissima: non parteggia per nessuno e nulla che non sia ciò che ritiene più utile per il Paese. Chiederà, ammesso che il dialogo da 0, reso possibile dalle dimissioni di Conte, ci riporti alla vecchia maggioranza, che questa venga allargata in modo da porre la legislazione al riparo da future bizze. Non credo, infatti, abbia gradito una crisi di questi tempi e con tanti problemi aperti: non ultimo un Recovery plan da 209 miliardi che per ora non saremo in grado di consegnare all’Europa, con rischi incalcolabili e danni certi da ritardo.
Durante queste consultazioni crescerà il numero di “responsabili” o “volenterosi” pronti a sostenere il Conte ter? O Forza Italia sarà una gamba indispensabile per reggere il tavolino del governo? Forza Italia, per bocca di Antonio Tajani, dichiara di essere pronta ad un governo di unità nazionale, ma al contempo che “non c’è nessuna possibilità che Forza Italia esca dal centrodestra”. Ma quando e se Berlusconi dovrà scegliere se entrare nella maggioranza e contare su qualche ministro targato FI, dubito molto che i legami con i mal sopportati Salvini-Meloni, costituiscano un serio ostacolo. Non può ignorare peraltro che già alcuni parlamentari del suo partito hanno votato il sostegno al Conte II.
La scacchiera è stata “apparecchiata” dal Quirinale con tutti i pezzi al loro posto, ora tocca agli strateghi dei partiti muovere quei pezzi. Sperando che il risultato sia un accordo solido e veloce e non vadano tutti a sbattere verso il voto anticipato che sarebbe il fallimento di una politica incapace di costruire la sua base principale: la mediazione! A parole tutti concordano, ma quando si devono tirare le somme il discorso improvvisamente muta.
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