Obbligo vaccinale in Cdm diventa compromesso
Obbligo per tutti, no per nessuno, dai 60 anni, no da 40. Spettacolo indecente, ieri i nuovi contagi 189.109 ed i decessi 231
Gianvito Pugliese
Tutto deja vu, cioè già visto o, se preferite, trito e ritrito. Dopo una giornata faticosa con prima la cabina di regia, poi l’incontro con le Regioni e infine il Cdm, il cui inizio slitta di un’ora la montagna ha partorito il topolino o poco più.
Rimango esterrefatto nell’esaminate gli avvenimenti che girano attorno al risultato finale. Il Pd e SI (Sinistra Italiana, il partito del Ministro delle salute Speranza) sono per l’obbligo vaccinale, senza limiti di età per talune categorie di lavoratori. Dopo personale sanitario, scolastico, delle Forze dell’Ordine e Militari si proponeva l”estensione ai dipendenti pubblici e privati a diretto contatto con l’utenza (cassieri di supermercati o addetti agli sportelli anagrafici, tanto per fare un esempio). Obiezione generica del Movimento cinque stelle contrario all’obbligo (i cinque stelle sono “particolari” e contraddittori all’ennesima potenza) e circostanziata della Lega, che vuole sia limitato agli over sessanta (anni). Forza Italia propone 40 anni. Più che un Consiglio dei Ministri mi pare il mercato delle vacche di qualche fiera in un remoto paese qualsiasi. E siccome in ogni mercato che si rispetti c’è un banditore che alla fine batte la cifra convenuta tra venditore ed acquirente, Draghi batte il martello sui 50, “Les jeux sont faits, rien ne va plus”. L’avrà detto veramente o è una mia invenzione? Se l’avesse detto sarebbe stato più che appropriato alla situazione. Sembra la roulette non un tema serio della nostra quotidianità. Ma i politici ed i cittadini ormai sono su pianeti diversi.
Per essere più chiari perplessità dei pentastellati e veti dei leghisti prevalgono e scende in campo l’ennesima mediazione del premier. Le nuove misure si applicheranno solo agli over 50 e vengono eliminate dalla bozza del nuovo decreto le norme relative alla certificazione verde rafforzata obbligatoria per accedere alle banche, agli uffici pubblici, ma anche ai servizi non essenziali alla persona come il parrucchiere e l’estetista, i centri commerciali. Inizialmente erano previste ed anche senza limiti di età. Provvedimenti quelli, che tenevano conto dei numeri spaventosi di contagi giornalieri. Evviva.
Le scadenze temporali sono incredibili e alimentano la confusione. Riassumendo: obbligo di greeen pass rafforzato per tutti i lavoratori over 50, e si introduce l’obbligo vaccinale per i 50enni che non lavorano.
L’obbligo di vaccinazione sarà valido fino al 15 giugno, l’obbligo di super green pass per i 50enni al lavoro scatterà dal 15 febbraio. Tutto qui? Neanche per sogno: Fino al 31 marzo, per poter accedere negli uffici pubblici, in banca, nei centri commerciali e usufruire dei servizi alla persona, sarà sufficiente il green pass semplice. Tutti in giro appassionatamente, olè.
Riassumendo i lavoratori ed i clienti dei servizi commerciali, come ad esempio le banche, dovranno esibire il green pass dal 1 febbraio al 31 marzo; i lavoratori e i clienti dei centri commerciali dovranno esibire il passaporto verde dal 1 febbraio al 31 marzo; idem i lavoratori e gli utenti di uffici pubblici, Comuni, Province, Regioni e i lavoratori e utenti di servizi pubblici come Poste, Inps, Inail. Difficile comprendere i perchè dei distinguo, ma ciò che è incomprensibile e assurdo è il perchè della decorenza 1° o 15 febbraio, stiamo sfiorando i duecentomila nuovi contagi al giorno, ora non fra un mese.
Come si fa mi chiedo a non rendersi conto che il pericolo incombe e servono misure di contenimento drastiche altro, che queste banali formulette adottate. Capisco che ai partiti ed ai politici che fino ad oggi, dopo aver sostenuto che il covid era un mix tra raffreddore ed influenza, aver negato l’utilità delle mascherina e del distanziamento, per poi continuare a strizzar l’occhio ai no vax, ora risulta difficile dire ai propri elettori “scusate era una cosa seria, corriamo ai ripari”, ma proprio Voi che tanto dite di amare gli italiani, avete ingaggiato una gara interna a chi li difende “dalla dittatura sanitaria”, uno da dentro e l’altra da fuori, ma dai pericoli del Covid di certo no. Diciamolo, politicamente non ve ne frega assolutamente nulla, tanto le colpe saranno di Draghi e Speranza, come prima erano di Conte e Speranza. Chi vuoi che si ricordi chi ha messo veti e chi no.
Prendo in prestito il titolo di un articolo grandioso del mio maestro, Michele Campione: “Bari non è una città povera, è una povera città”. Ebbene avrei potuto benissimo, forse meglio, titolare questo articolo: “L’Italia non è un Paese povero, è un povero Paese”.
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