Pasqua ortodossa 2022
Oggi 24 aprile auguri a tutti gli ortodossi
Lidia Petrescu
Strana Pasqua quest’anno. Già nel 2020 allorché formulammo da questo giornale, che era nato da pochi mesi, i primi auguri pasquali poi rinnovati l’anno successivo al grande mondo dell’ortodossia, a quella preponderante di “rito greco”, come a quella minoritaria, di rito russo, c’era già la pandemia a rubare o, quanto meno, attenuare la gioia della Risurrezione per i fedeli, la pace che la Pasqua infonde finanche a non credenti. Una pandemia che man mano che si è andati avanti ha sconsigliato finanche di assistere alle funzioni religiose, se non adottando cautele particolari, dal distanziamento, alla mascherina, alla disinfezione delle mani ed altro ancora.
Non siamo fuori dalla pandemia. In Italia il Governo ha dichiarato cessato lo stato di emergenza, più che altro una definizione con conseguenze sul piano giuridico ed amministrativo, le terapie intensive sono scarsamente occupate e la sanità può finalmente occuparsi di tutti i malati, che necessitato di adeguate cure. Tra vaccini, parecchio diffusi, ma migliorabili, medicinali per le cure precoci possiamo dire che il Covid-19 incute minore paura, ma i numeri dei contagi sono ancora troppo alti, così come quello dei decessi e alcuni hanno preso la fine dello stato di emergenza come un “liberi tutti” che è ancora molta aldilà da venire.
E se tutto questo non bastasse e non fosse bastato ecco che il 24 febbraio, questa Pasqua ordodossa sembra cadere apposta a due mesi esatti di distanza, la Russia di Vladimir Putin ha invaso l’Ucraina. Per gli ucraini la paura del contagio è finita nel dimenticatoio, oppressi e terrorizzati, prima che sterminati da bombardamenti sistematici e costanti dei russi da cielo e da terra, ed in sovrappiù dai massacri di civili da parte di regolari russi oltre che da fiancheggiatori ceceni, torture, stupri, vilipendio di cadaveri e chi più ne ha più ne metta.
Ieri il Vaticano ha fatto sapere di aver annullato l’incontro a Gerusalemme nel prossimo futuro tra Papa Francesco ed il patriarca della chiesa ortodossa russa Kirill, reo di aver non solo giustificato, ma blasfemamente benedetto la guerra di Putin, il dittatore portatore di bene, contro le democrazie occidentali, impero del male. Un orrore da non credere. Così come blasfema era l’immagine trasmessa oggi dalle tv di Putin con la candela in mano alla messa di ieri sera celebrata da quello stesso Kirill. Era lo stesso Putin che aveva appena respinto le istanze di tutti, a cominciare dall’Onu di una tregua almeno per i giorni della Pasqua ortodossa.
Così gli ortodossi ucraini quest’anno “festeggieranno” la Pasqua ammassati nella metropolitana per sfuggire alla morte certa che viene distribuita equamente dal cielo infestato di bombardieri russi e dalla terra dove batterie pesanti e lanciamissili, sempre russi, completano l’opera. Ma non sarà una buona Pasqua neanche per gli ortodossi russi, dove oltre ventimila famiglie hanno perso i figlio, soldatini mandati al massacro in guerra con tre giorni d’istruzione. Solo ieri per un errore su un’agenzia russa è stata diffusa la notizia che le perdite russe erano di oltre ventimila uomini. Fino al giorno prima il Cremlino parlava di meno di tremila. E siccome è chiaro, finanche alle famiglie russe, intontite dalla propaganda di regime, che il Cremlino ha impedito all’Armata russa di comunicare ai familiari i decessi dei figli, chiunque abbia un figlio arruolato si chiede oggi se sia ancora vivo o morto da tempo, senza neanche una sepoltura. Di certo non è una bella Pasqua.
Ed andiamo agli auguri veri e propri.
Come già chiarito nelle precedenti Pasque di Resurrezione, oggi i cristiani Ortodossi dei due principali riti, sia quello di rito greco, più numeroso e diffuso, che russo -sono due chiese distinte e separate-, festeggiano la Pasqua. Il rito greco è diffuso in molti paesi ma principalmente in Romania, Moldavia ed Ucraina, oltre che in buona parte della Grecia, quello Russo, prevalentemente in Russia e parte dei paesi della ex Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (URSS).
Come per i cattolici a Natale la messa di Pasqua comincia a mezzanotte e culmina con rito del Fuoco Sacro in cui il celebrante accende una fiamma da cui i fedeli potranno accendere le loro candele da portare in processione. Il fuoco simboleggia per gli ortodossi la resurrezione, la rinascita dello spirito.
Finora, in tempi di coronavirus al Santo sepolcro a Gerusalemme solo dieci alti sacerdoti nella gerarchia della chiesa ortodossa hanno potuto assistere e partecipare alla messa pasquale.
Nei simboli il più comune quello delle uova colorate, da quelle più semplici a quelle con decorazioni talmente belle e raffinate che dispiace romperle.
Lavocenews.it formula a tutti i fratelli cristiani ortodossi diffusi nel mondo i più vivi auguri di una Santa e serena Pasqua, con particolare attenzione alla comunità italiana che conta oltre 850mila fedeli come ai fratelli ucraini auspicando che da questo tremendo periodo della storia, dominato dalla pandemia e dalla atroce e barbara guerra, rinasca un mondo più solidale ed aperto alla fratellanza, senza distinzioni di colore, razza, religione, e soprattutto in cui si comprenda che finché ci sarà chi non può avere una vita dignitosa per se ed i propri figli non ci sarà Pace e sicurezza per nessuno.
In questi giorni, ascolto, vedo, leggo più del solito e noto con profondo dispiacere che per l’Occidente, salvo rare eccezioni, vale solo ciò che accade in Occidente ed i Paesi considerati partners commerciali o vicini. Caso tipico l’invasione russa dell’Ucraina. D’accordo è la maggiore è più importante, ma non è giusto e lecito ignorare tutte le altre guerre oscure del pianeta. Non è, non può essere così. Che il Risorto, per i cattolici domenica scorsa e gli ortodossi oggi, ed il Sacro fuoco illumini le Vostre menti. La brava gente, in realtà, è la maggioranza: siate uniti ed informati, fate la Vostra parte e questo mondo migliorerà a vista d’occhio e smetterà di autodistruggersi. Ricordate, abbiamo solo questo pianeta dove vivere. Proteggiamolo e proteggiamo i suoi abitanti.
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