Peng nega di aver subito violenze sessuali
Il post su Weibo sarebbe stato “equivocato”. Ma i dubbi restano.
Gianvito Pugliese
Peng Shuai la trentaseienne tennista cinese, ex numero uno del mondo in doppio -ha vinto insieme alla sua compagna Su-Wei Hsieh due titoli del Grande Slam- che, stando ad una dichiarazione odierna del CIO (Comitato Olimpico Internazionale) “avrebbe partecipato a diversi eventi olimpici” ed ha in programma un viaggio in Europa, dopo la pandemia, per visitare la sede del CIO in Svizzera, ha rilasciato un’intervista al quotidiano francese L’Equipe.
Peng Shuai nega di aver mai accusato qualcuno di aggressione sessuale e aggiunge di aver cancellato da se a novembre scorso il post su Weibo, il social cinese simile a Twitter, che sembrava contenere tale affermazione.
Prima di riferire i punti salienti dell’intervista, tenutasi in un hotel di Pechino, condotta in cinese e tradotta in inglese da un funzionario olimpico cinese che ha fatto da interprete, nonché da un interprete ufficiale a Parigi, sede del giornale L’Equipe, proviamo, in brevissima sintesi a ricapitolare l’accaduto.
Ma va anche riferito a proposito dell’intervista che le domande le sono state presentate in anticipo e il giornale ha dovuto accettare di pubblicare le risposte di Peng senza commenti. Un dato a mio avviso non privo di peso e denso di significati.
Peng Shuai, in quel “famoso” o “famigerato” post, accusò l’ ex vicepremier cinese, Zhang Gaoli, di l’aveva aggredita sessualmente. Oggi dice di essere stata equivocata, leggerete le sue dichiarazioni testuali al giornale francese, ma nel post, poi cancellato, c’era scritto “perché mi hai portato a casa tua e mi hai costretto ad avere relazioni con te?” Subito dopo scomparve, oggi dice per evitare l’esposizione mediatica. Scoppiò una solidarietà internazionale a sostegno della tennista cinese. Peng afferma oggi di non aver mai saputo delle preoccupazioni per lei e la sua “scomparsa” da parte della comunità internazionale del tennis, dell’uso dell’hashtag dei social media #WhereIsPengShuai utilizzata da alcuni dei migliori tennisti del mondo, tra cui Serena Williams e Naomi Osaka Non avrebbe visto giornali stranieri o notizie sui media, non sapendo leggere in inglese.
La WTA -Women’s Tennis Association, associazione che riunisce le giocatrici professioniste di tennis di tutto il mondo- a dicembre ha rilanciato, affermando che la ricomparsa di Peng sulla scena non dissipava dubbi e preoccupazioni sulle sue condizioni. La WTA aveva annunciato l’imminente sospensione dei tornei in Cina se Peng Shuai non fosse ricomparsa. La federazione maschile, l’ATP si apprestava a fare altrettanto.
Sta di fatto che, solo dopo che Pechino ha preso in considerazione la minaccia dei tennisti di boicottare qualsiasi torneo cinese, la Peng è ricomparsa, o fatta ricomparire misteriosamente, come misteriosamente era scomparsa ed irrintracciabile.
L’intervista. A Peng viene chiesto: “Nel testo che abbiamo potuto vedere in Europa, hai accusato qualcuno di violenza sessuale. Cosa hai scritto veramente? Non capiamo“. “Violenza sessuale? Non ho mai detto che qualcuno mi avesse aggredito sessualmente in alcun modo“. E’ la risposta secca, senza commenti o chiarimenti, Ha poi dichiarato che il suo post è stato un “enorme malinteso” e di non volere “alcun ulteriore clamore mediatico” in merito. Ed ha aggiunto: “Vorrei dire che i sentimenti, lo sport e la politica sono tre cose molto distinte. I miei problemi di vita amorosa, la mia vita personale non devono essere mescolati con lo sport e la politica. E lo sport non deve essere politicizzato perché quando succede, il più delle volte significa voltare le spalle allo spirito olimpico e va contro la volontà del mondo sportivo e degli atleti”.
Ha poi concluso l’intervista, in cui indossava una tuta rossa con sopra i personaggi di China, cercando di dissipare i timori sulla sua sicurezza. La sua vita da novembre non sarebbe stata “niente di speciale“, negando la sua “scomparsa“, quando non era stata vista in pubblico per settimane, ed attribuendo la circostanza al suo bisogno di privacy dopo il clamore. scoppiato senza ragione. E, come abbiamo detto ha anche negato di aver saputo della solidarietà e della preoccupazione per lei dei suoi colleghi.
Il presidente del Comitato Olimpico Internazionale Thomas Bach, che sabato sera ha cenato con la Pang: “Abbiamo detto quello che dovevamo dire, la comunicazione dipende da lei, è la sua vita, è la sua storia ed è per questo che la comunicazione dipende da lei”.
Per completezza d’informazione Peng aveva descritto i rapporti con Zhang come una relazione consensuale, ciò non ostante la discussione sullo scandalo è stata pesantemente censurata nel cyberspazio controllato della Cina e se si cerca il nome Peng su Weibo, non mostra nulla di nuovo. Peng non ha aggiornato il suo account Weibo da quando il post è stato rimosso.
Ogni lettrice o lettore, a questo punto ha tutto per potersi formare un’opinione personale.
Io non ho troppi dubbi in proposito. E, siccome lavocenews.it non ha firmato alcun documento impegnandosi a non commentare, come hanno dovuto fare i colleghi dell’Equipe per ottenere l’intervista, aggiungo qualche considerazione. Non mi convince affatto la dichiarazione della Peng di non sapere, di essersi isolata. Quando il giornalismo d’inchiesta cerca qualcuno lo trova: i colleghi del ramo sono meglio di Cia, Mossad ed ex Kgb messi insieme, se scrivo Fsb, acronimo aggiornato del Kgb, non mi capisco manco da solo. L’avrebbero rintracciata se si fosse appartata puramente e semplicemente, senza una potente macchina che la occultò. C’è la manina di Pechino in questo. Poi se Peng Shuai fu consenziente o forzata alla sparizione, temo che non lo sapremo mai. Mi rendono diffidente non solo la pretesa della Peng di avere le domande in precedenza, che mi ricorda il primo Berlusconi a Porta a porta, un classico di Pechino che non concede interviste non teleguidate, come pure l’impegno a non commentare, che poi è di una imbecillità assoluta da funzionario zelante e stupido fino al midollo: non commenta l’intervistatore, ma lo commenta tutto il resto del mondo. Bell’affare, complimenti. E più di tutto non convince la tempistica della sua riapparizione, ad horas quando Pechino capisce che perde il tennis che conta nell’universo cinese. Brutta batosta per un Paese che su sport ed olimpiadi punta per rifarsi una verginità internazionale, con scarsissimo successo, alla luce delle gaffe degli accordi con Putin e con i quattro cavalieri dell’Apocalisse (i leader di Serbia, Egitto, Kazakistan e Turkmenistan) in concomitanza con l’apertura dei giochi olimpici invernali.
Certo. le mie sono sensazioni a pelle di chi, tra giornalista ed avvocato, ha alle spalle oltre dieci lustri di analisi di interviste e dichiarazioni testimoniali in cui il sesto senso molto raramente ha fatto cilecca. La verità forse si scoprirà, ma solo se la Peng nel viaggio in Svizzera chiedesse asilo politico e libera dal giogo volesse liberarsi di un grosso peso sullo stomaco. Ma ora sto scrivendo un copione di fantascienza. Il parere dei lettori sempre gradito, qui lo è particolarmente.
Per interventi utilizzare il “Lascia un commento” o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it o direttore@lavocenews.it. Per seguirci su Facebook potete mettere il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it. Grazie.