Per una volta concordo con Matteo Salvini, ma…..
Il leader della Lega vuole Draghi a Palazzo Chigi, concordando. a sua volta. con l’Economist
Gianvito Pugliese
Quando ho letto questa mane che il leader della Lega concordava con l’analisi fatta da The Economist a proposito del Quirinale e della candidatura di Draghi al Colle, ho dovuto attendere un attimo e far mente locale.
Per onestà intellettuale, che spero mi si riconosca, ero costretto a dichiararmi d’accordo. Poi ho letto fino in fondo e mi sono reso conto che concordavo certo, innegabile, ma fino ad un certo punto.
Se Salvini si fosse fermato a quella prima affermazione, totale concordanza. Negarla o sottacerla non sarebbe stato onesto. Ma è andato oltre, e lì mi trova assai meno d’accordo.
Durante una pausa del processo sul caso Open Arms, in corso a Palermo, Matteo Salvini, al quale riconosco una capacità di attirare l’attenzione non comune, poi -se nel bene o nel male- ognuno lo decide giustamente secondo il proprio metro di giudizio, parla coi giornalisti di tutt’altro. “Draghi resti premier” ed aggiunge:”Sono assolutamente d’accordo con l’Economist”.
Gli consiglierei la lettura del Financial Time, sulla corsa al Quirinale, che fa un’analisi estremamente dettagliata e approfondita. A quell’analisi ho dedicato un editoriale. L’Economist, che pur condivido, è più superficiale. Liquida il punto con una mera affermazione.
Poi Salvini prosegue: “Io faccio lo sforzo di stare con il Pd e Draghi se ne va? Abbiamo prolungato lo stato d’emergenza fino al 31 marzo e lui se ne va?“. Concordo già con qualche riserva. Ma vuol farci credere che la Lega è al governo per amore verso Draghi e non per interesse alla stanza dei bottoni della gestione dei 191,5 miliari stanziati dall’Europa che il Pnrr -Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza gestirà nei prossimi anni?
La gaffe, poi, sullo stato di emergenza, è notevole. Dal suo discorso sembra che il prolungamento al 31 marzo dello stato di emergenza non sia stato approvato per l’aumento dei contagi, ma per fare contento Draghi e/o incatenarlo a Palazzo Chigi.
Salvini, mi scusi, aveva cominciato così bene, non sarebbe stato meglio fermarsi lì? Ma Salvini, piaccia o meno, è fatto così.
E prosegue: “A differenza di Letta che dice ‘si va bene tutti ma Berlusconi no’ io mi siederò al tavolo ascoltando tutti: ma perché Berlusconi no? Se Berlusconi avesse i numeri non c’è un articolo di Costituzione che prevede che il segretario del Pd possa mettere i veti. Per me ci si potrebbe trovare prima della fine dell’anno per iniziare a ragionare di criteri e chiederò anche una moratoria sulle dichiarazioni e sulle polemiche giornalistiche perché altrimenti è difficile mettersi d’accordo quando poi ogni giorno uno dice qualcosa di diverso sui giornali“.
Tra Natale e Capodanno avviare la discussione? Quando incombe l’approvazione della legge di bilancio e degli emendamenti proposti sia dal governo che dai gruppi parlamentari? L’esperienza di quel 16 agosto. che gli fu politicamente fatale, non sembra avergli insegnato nulla. Ancora fuochi pirotecnici politici nel bel mezzo delle feste (l’altra volta erano ferragostane, ora sono Sante Festività). Eterno vizio della politica italiana: apparire piuttosto che essere. Ritenere sempre che chi propone per primo è vincente nel Paese. Chi vince si vede alla fine, non all’inizio.
Come è chiaro la diversità di opinione cresce e raggiunge il culmine alla conclusione del discorso: “Sono felice che stia arrivando in porto una manovra che taglia 8 miliardi di tasse ai lavoratori. Tutti gli italiani a prescindere dal loro lavoro pagheranno fra i 100 e i mille euro di tasse in meno l’anno prossimo. Chiediamo a Draghi più coraggio per il taglio delle bollette di luce e gas“.
A questo punto ho vissuto per una attimo il timore di essere incorso in una botta di demenza senile. Ma come, la proposta di un contributo di solidarietà avanzata da Draghi, costretto a ritirarla in tutta fretta dal Cdm, per le fibrillazioni della maggioranza, non ebbe il parere contrario della Lega, di Forza Italia e di Italia Viva? Ed ora ci si erge a paladino di chi non può pagare le bollette? La condivisione, ho dovuto prendere atto, era finita da un pezzo.
Peccato, le novità mi entusiasmano.
Potrei fermarmi benissimo qui, ma per completezza d’informazione riporto l’opinione del Segretario del Pd Enrico Letta, da Siena: “Sono convinto che faremo una scelta insieme, largamente supportata dalle forze politiche e sono convinto che sarà una buona scelta. Dovrà essere una scelta con il più largo consenso possibile, dovremo parlare con tutti e parlarci. Sono convinto che funzionerà e sono ottimista. Adesso però concentriamoci sull’approvazione della legge di bilancio. Dopo l’approvazione, a gennaio, andremo a discutere della scelta per il Quirinale”.
Un colpo al cerchio ed uno alla botte, o par condicio se preferite, vi offro, su un piatto d’argento il parere del coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani: “Che Draghi rimanga a Palazzo Chigi è un fatto che riguarda l’interesse nazionale, un grande attestato di stima nei confronti di Draghi ma non dimentichiamo che il Covid non è battuto, è stato prorogato lo stato di emergenza, c’è il Ricovery. Ormai tutti dicono la stessa cosa: lo dico io, lo dice Salvini, ma anche Letta, Conte, Washington e Bruxelles. E’ una voce unanime di buon senso condivisa dalla maggioranza degli italiani”.
Alla fine ho concluso tra me e me: “Il lupo perde il pelo, ma non il vizio”. Sto invecchiando, ormai ricorro sempre più spesso ai proverbi.
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