Primi sondaggi sui partiti con Draghi.
In decisa crescita Fratelli d’Italia. Giova l’opposizione a Giorgia Meloni.
GP
Il primo sondaggio di You Trend relativo al nuovo corso delle politica aperto dal Governo di Mario Draghi, almeno per il momento non sposta sostanzialmente le cose.
In calo deciso la Lega che perde mezzo punto e va al 23%. Resta il primo partito nei sondaggi, ma è il suo peggior dato dalla primavera del 2018. Perde lo 0,4% il Pd., secondo partito con 19,6%. Raggiungere e superare la Lega appare sempre parecchio lontano. Non è guadagnando lo 0,1% di scarto che si colmano 3,4 punti. Comunque l’inseguimento continua. Ed il Pd a sua volta è inseguito da Fratelli d’Italia in consolidatissima terza posizione che migliora in questo sondaggio dello 0,4% (il miglior risultato) posizionandosi al 16,5%.
Il M5S resta immobile al 14,8%, ma gli stessi sondaggisti parlano di un dato in cambiamento che ancora non aveva risentito dello scossone delle espulsioni e di una possibile scissione. Al quinto posto si colloca Forza Italia che guadagna lo 0,2% raggiungendo 8,1%. Seguono staccatissime Azione e La Sinistra entrambe al 3,5% con la differenza che Azione perde lo 0,1% e La Sinistra guadagna lo stesso decimale. Italia Viva con una perdita dello 0,3%, la terza in termini assoluti dopo lo 0,5 della Lega e lo 0,4 del Pd, ma la prima in termini relativi, totalizza il 3%. +Europa guadagna lo 0,2 e va al 2% ed i Verdi perdono ls stessa percentuale, lo 0,2 e vanno all’ 1,6%.
Grazie al +0,4 della Meloni ed al +0,2 di Berlusconi che rimediano al -0,5 di Salvini, il centrodestra, che il Governo Draghi ha fatto implodere facendo emergere tre politiche e posizioni parecchio differenti, ciononostante guadagna uno 0,1% che non li rende certo maggioranza (i tre insieme sommano il 47,6) ma da il segno della loro attrattiva sugli elettori nel complesso consolidata.
Il totale di Pd, M5S e La Sinistra col 37,9 è distanziato di 9,7 punti nei gradimenti degli elettori rispetto al centrodestr , ma nell’ambito del Governo il coordinamento del centrosinistra gode di una differenza di voti tale da imporre la sua linea, sempre che riesca a mantenersi unito e compatto.
I sondaggisti avvertano che pur essendo trascorso diverso tempo dall’incarico ricevuto da Draghi qualche variazione di rilievo potrebbe verificarsi nei prossini 15-21 giorni, quando il Governo comincerà ad operare e trasmetterà o meno un messaggio positivo all’elettorato. Ne risentiranno inevitabilmente i singoli partiti.
Non ci resta che attendere. Due le certezze: tra intenzioni di voto e rapporti di forza tra partiti per numero di eletti c’è innegabilmente parecchia distanza. Ma nonostante l’ottimo lavoro fatto da Conte nella sua seconda esperienza di governo, spero non dovremo rimpiangerlo, e le grandi potenzialità di Draghi sia a livello internazionale che sui mercati, il numero di coloro che dichiarano di non voler votare è in assoluto il maggior partito e raggiunge ora la metà del Paese. Possiamo analizzare i numeri dei partiti fino allo sfinimento, ma il dato che emerge talmente forte da abbagliare è la sconfitta della politica. E, non è per fare la Cassandra, ma l’assenza di dibattito in questi primi giorni sulla legge elettorale e sulla reintroduzione delle preferenze temo che continuerà a far guadagnare punti al non voto e per il Paese non sarà il peggior male del momento, ma certamente non è un bene.
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