Putin: proposte di Macron buona base di trattativa
E’ la prima apertura di Putin al dialogo su una proposta occidentale. Ma al confine bielorusso-ucraino invia 30.000 militari ed armamenti.
Gianvito Pugliese
I russi, indottrinati dal Cremlino, amano definire Putin l’orso, in omaggio alla sua forza, e abbondano le immagini del leader russo a cavalcioni di un orso (in copertina col suo amico e sodale Trump), numerose, come nella Città del Vaticano, i santini di San Pietro. Se proprio devo pensare ad un animale per definirlo, mi viene in mente un’anguilla o un capitone, per la sua sfuggevolezza.
Vladimir Putin ha definito i colloqui al Cremlino di ieri con il presidente francese Emmanuel Macron “utili, sostanziali e commerciali”, e ha aggiunto che alcune delle idee espressegli dal leader francese “potrebbero costituire una base per ulteriori passi congiunti”.
Macron ha preso l’iniziativa di recarsi, prima a Mosca ed oggi a Kiev, per tentare di aprire una strada alla trattativa nel bel mezzo di uno stallo tra est-ovest. L’occidente chiede non solo di fermare il rafforzamento militare russo ai confini dell’Ucraina ma di ridurre drasticamente la presenza militare, mentre il Cremlino pretende “garanzie” di sicurezza da Washington, che per Mosca include uno stop all’espansione della NATO.
Nella conferenza stampa congiunta dei due leader dopo i colloqui, Putin ha sostenuto che le idee espostegli da Macron sulla sicurezza russa erano, finalmente, realistiche e che i due si riparleranno dopo che Macron incontrerà il leader ucraino.
“Penso che con alcune delle sue idee, proposte, di cui probabilmente è ancora troppo presto per parlare, sia possibile porre le basi per i nostri ulteriori passi congiunti. Abbiamo concordato che dopo il suo viaggio nella capitale ucraina ci chiameremo di nuovo e ci scambieremo opinioni su questo argomento“.
La Russia ha radunato più di 100.000 soldati al confine con l’Ucraina, suscitando timori di un’invasione. La Russia respinge queste paure, affermando che non è sua intenzione invadere l’Ucraina.
Ma, mentre parlava di pace con Macron trentamila soldati russi raggiungevano gli alleati bielorussi al confine tra quest’ultimo Paese e l’Ucraina. Parole distensive, ma fatti minacciosi. E’ questa la politica di Vladimir Putin. E finora nulla delle sue azioni smentisce la mia tesi sulle ragioni vere della crisi russo-ucraina. Putin è troppo astuto per non comprendere che non può imporre alla Nato di non espandersi, senza offrire in contropartita un blocco anche dell’Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva, l’alleanza militare che lega sei Paesi: Russia, Kazakistan, Armenia, Uzbekistan, Kirghizistan, Tagikistan. Argomento, quest’ultimo mai entrato nelle trattative. Putin non può non capire che, se lui reclama la sua libertà di ammassare le truppe dove vuole nel suo territorio, non può negare alla Nato di dislocare truppe ed altri armamenti dove crede nei Paesi che aderiscono all’Alleanza atlantica. Come sa benissimo che provare a mettere veti all’espansione della Nato, che non dovrebbe permettere all’Ucraina o altri Paesi dell’ex blocco sovietico di aderire, non è coerente con la succitata Organizzazione del Trattato di Sicurezza Collettiva fondata il 15 maggio 1992. Proprio la Russia si è allargata militarmente, ma la Nato non può farlo. Troppo assurda come richiesta. Dunque, le vere richieste e le vere motivazioni sono ancora coperte. Potrebbero essere quelle della mia ipotesi o anche diverse altre. Certo è che quelle vere non le conosciamo ed è difficilissimo trattare con uno che non ti dice a che prezzo vende o compra.
Intanto il Putin anguilla, mentre elogia le proposte di Macron, manda i soldati in Bielorussia. Alla richiesta occidentale di de escalation al momento la risposta è comportarsi all’opposto. Un gioco pericolosissimo, che però sta nelle corde del Putin formato alla scuola delle spie russe del Kgb. Basta il più piccolo incidente, un proiettile che parte, inavvertitamente, da uno dei centomila, fino a ieri, centotrentamila fucili, oggi, puntati verso l’Ucraina ed sarà molto difficile che il mondo non si distrugga.
D’altronde, abbiamo distrutto il pianeta in cui viviamo ed ancora traccheggiamo sui cambiamenti climatici, quale meraviglia se ci risvegliamo nel day after, solo che non si tratterà di una pellicola di fantascienza, ma di dura realtà,
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