Riapertura leopardata.
Si riapre ed in un quadro nazionale si muove un’Italia a macchia di leopardo con chi vuole di più e chi di meno. Non è un bel vedere.
Gianvito Pugliese
Quando da ragazzo vedevo i telefilm statunitensi che. prima in bianco e nero, poi finalmente a colori. mi colpiva l’immagine dell’auto dello sceriffo, o più spesso del suo vice, nascosta a pochi metri dal confine, dietro un enorme cartello pubblicitario -non immaginavo all’epoca che fosse una furbata della produzione, per trasmettere messaggi pubblicitari subliminali-, che, sirene al vento, partiva all’inseguimento del viandante motorizzato, che stava per arrivare a destinazione o, semplicemente, attraversava uno dei tanti stati americani. Ispezionato il portabagagli, lo multava per aver introdotto un prodotto vietato nel suo stato, ma non in quello di provenienza.
Tra uno stato e l’altro vigevano e vigono tutt’ora leggi talmente diverse, da legittimare o meno la pena di morte per il medesimo reato. Una vecchia tradizione: nei film western, bande o piccoli gruppi di fuori legge cercavano di passare il confine -di solito segnato da un fiume- per mettersi al sicuro ed evitare il capestro. Lo trovavo assurdo.
Non avrei immaginato che la fine -speriamo definitiva- del lockdown -isolamento sanitario- sarebbe stata segnata da un’Italia tornata, sotto un certo aspetto, al 1200-1300, ovvero ai Comuni ed alle Signorie. Non è la prima volta che lo penso e lo scrivo.
Oggi nel Veneto il Governatore Luca Zaia ha annunciato: “di fatto ho autorizzato tutto”. Intendeva: “Ho disposto la riapertura di tutte le attività o quasi con la mia ordinanza notturna. E, quel poco ancora nel limbo, lo regolo con circolare e comunque con aperture anticipate”. Con accordi sottoscritti con Friuli, Emilia Romagna e Provincia di Trento ha superato, a piè pari, finanche il divieto di spostamento fra regioni. La sua è “quasi” fuori dall’epidemia -ieri, 273 ricoverati con sintomi, 22 in terapia intensiva, 3.746 in isolamento domiciliare, un totale di 4.041 positivi- perché, dunque, non riavviare tutto e subito e, quello che resta ancora da disciplinare, prima di riaprire, non farlo nei giorni successivi. Poco importa, per il nostro ragionamento, se sia un comportamento legittimo o meno.
La cosa ha fatto infuriare il Governatore Attilio Fontana, che voleva tutto ancora chiuso in Italia, in attesa che la Lombardia -dove ieri i positivi risultavano ancora 27.430 e dove sembra che molti focolai persistano- possa riaprire. Non ci sta a restare indietro. Per conseguenze elettorali? Per non rischiare di perdere neanche un granello del sempre cresciuto predominio e privilegio economico nel Paese? Per ragioni che non riesco ad immaginare? Importa poco il perché.
Il Governatore della Campania, il folckloristico, quanto amato dai campani, Vincenzo De Luca, vuole aprire sì, ma con molta gradualità e prudenza. La sua sanità, smentendo tutti i si dice e si pensa, ha tenuto. Eccome se ha tenuto. E’ stato drastico nel circoscrivere i focolai. Lui ha solo 1.696 positivi, ma avendo ricevuto più o meno -a suo dire- solo un terzo dei soldi pro capite per popolazione rispetto al nord ed idem per i dispositivi di protezione e finanche per i tamponi, non vuole correre inutili rischi ed è pronto a blindare i confini regionali con la stessa determinazione con cui ha disposto l’isolamento dei pochi focolai, contenendoli.
Fa specie osservare che nel mentre siamo tutti d’accordo nell’affermare che se l’Europa non da un’impennata alla sua capacità d’intervento a sostegno dei più colpiti, ovvero non si dimostra davvero solidale, e contestualmente non impedisce che in alcuni paesi membri la democrazia possa essere calpestata, se non batte, cioè. il classico colpo, anzi due, si suicida irrimediabilmente, nello stesso tempo assistiamo tra il rassegnati ed il rintronati allo sfaldamento dell’unità del nostro Paese. ammesso che sia mai esistito un unico Paese e non l’eterna storia di vincitori da un lato e vinti dall’altro.
Ma vi sembra possibile che da Zaia possa essere invocata e rilanciata, in un momento così grave per la vita di tanti connazionali -comunque esseri umani-, la proposta d’immediato riavvio della trattativa per l’autonomia regionale? E’ accaduto, e proprio nello stesso momento in cui tutti gli scienziati veri, nessuno escluso, si dichiarano preoccupatissimi perché il virus sarà sconfitto solo quando ci saranno nel mondo casi zero.
Certo Zaia non è né colto -la memorabile ruspa proposta per gli scavi di Pompei, insegna-, né un campione di diplomazia -chi non ha visto i cinesi mangiare i topi vivi? ricordate?- ma per concretezza e scelta dei tempi era davvero insuperabile. Si è perso per strada queste qualità? Senza Lombardia e Piemonte, con alleati i soli Toti ed Fedriga, pensa di spuntarla? Danni collaterali dell’età che avanza o effetti psicologici del Covid?
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