Richiesti mandati di cattura dalla CPI per Netanyahu ed i leader di Hamas

Il Procuratore Karim Khan ha rotto gli indugi.

Gianvito Pugliese

Il Procuratore della Corte penale internazionale (CPI) ha dichiarato ieri di aver richiesto che la Corte spicchi mandati di arresto internazionali per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, il suo capo della difesa e tre leader di Hamas. L’imputazione è quella di presunti crimini di guerra.

Il procuratore della Corte penale internazionale, Karim Khan, ha affermato di avere ragionevoli motivi per ritenere che i cinque uomini “abbiano responsabilità penali” per presunti crimini di guerra e crimini contro l’umanità. E’ un dato non trascurabile il fatto che siano trascorsi più di sette mesi di guerra a Gaza, cioè tutto il tempo necessario a raccogliere prove schiaccianti e testimonianze precise e circostanziate.

Ha precisato di aver richiesto un mandato di arresto per il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant e per Netanyahu, in quanto risulta provato che i due abbiano supervisionato l’offensiva israeliana contro Hamas a Gaza dal raid mortale del 7 ottobre del gruppo militante palestinese contro Israele.

Ma Khan contestualmente ha richiesto mandati di arresto per il capo di Hamas Yahya Sinwar, Mohammed Al-Masri, comandante in capo dell’ala militare di Hamas, noto come Deif ed Ismail Haniyeh , capo dell’Ufficio politico di Hamas.

Ora la palla passa al collegio di giudici istruttori, che dovrà stabilire se le prove sono tali da supportare i mandati di arresto. La corte, comunque, non ha i mezzi per far valere tali mandati. Stati Uniti e Israele hanno contrastato la richiesta di mandati.

Netanyahu: “Respingo con disgusto il paragone del procuratore dell’Aia tra l’Israele democratico e gli assassini di massa di Hamas” e sostiene si tratti di “completa distorsione della realtà“.

Biden ha definito il provvedimento nei confronti di Netantahu “oltraggioso“, mentre i leader di Hamas parlano di provvedimento che “equipara la vittima al carnefice“.

La Corte penale internazionale ha emesso un mandato di arresto per il presidente russo Vladimir Putin nel marzo 2023 per presunti crimini di guerra nella guerra in Ucraina, ma ieri è stata la prima volta che Khan è intervenuto nel conflitto in Medio Oriente.

Secondo Khan “Israele, come tutti gli Stati, ha il diritto di agire per difendere la propria popolazione”. Tale diritto, tuttavia, non esonera Israele o qualsiasi stato dall’obbligo di rispettare il diritto internazionale umanitario”. Ha quindi precisato affermato che i crimini contro l’umanità, presumibilmente commessi da Israele, fanno parte di “un attacco diffuso e sistematico contro la popolazione civile palestinese in linea con la politica dello Stato”. Per Netanyahu ed il suo ministro della difesa si profila nettamente l’accusa di genocidio.

Khan ha anche precisato: “Questi crimini, secondo la nostra valutazione, continuano ancora oggi” .Le prove raccolte dal suo ufficio mostrano che Israele ha sistematicamente privato i civili di “oggetti indispensabili alla sopravvivenza umana inclusi cibo, acqua, medicine ed energia, Netanyahu e Gallant hanno la responsabilità di aver causato volontariamente grandi sofferenze e di aver ucciso soprattutto civili, un evidente crimine di guerra“.

La CPI è il tribunale internazionale permanente per crimini di guerra. Ben 124 Stati membri sono obbligati ad arrestare immediatamente la persona ricercata se si trova nel territorio di uno Stato membro.

Trentacinquemila palestinesi sono stati uccisi in sette mesi a Gaza, secondo il ministero della sanità dell’enclave, e le agenzie umanitarie hanno anche messo in guardia dalla fame diffusa e dalla grave carenza di carburante e forniture mediche.

Un grosso smacco per Netanyahu che, grazie al conflitto palestinese, aveva messo nel dimenticatoio il processo per corruzione a suo carico, da tempo sospeso, ma tuttora pendente a Tel Aviv, un grosso imbarazzo per Joe Biden ed Antony Blinken.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano: direttore@lavocenews.it o info@lavocenews.it.