Rosarno: uccisa 35enne ucraina dal compagno

Otto marzo, ma i femminicidi, e non solo, non si fermano.

Gianvito Pugliese

Ieri, ne abbiamo riferito, una quarantenne è stata trasportata in un ospedale romano con l’elisoccorso in gravissime condizioni. Ha riportato diverse ferite d’arma da fuoco infertele da un carabiniere, probabilmente geloso, in un hotel di Suio, frazione di Castelforte, in provincia di Latina, in cui ha ucciso il direttore dell’albergo. L’assassino, dopo una breve fuga, si è costituito.

E ieri sera a Rosarno, nell’area metropolitana di Reggio Calabria, è stato trovato privo si vita il corpo di una trentacinquenne ucraina, massacrata, presumibilmente, al culmine di una violenta lite, dal compagno, pure ucraino, che ha provato a fuggire nelle campagne di Rosarno, dove è stato fermato dalla Polizia di Stato. La coppia viveva nel paese calabro da diversi anni. Sul corpo della donna il medico legale ha riscontrato segni inequivocabili di violenze e percosse reiterate.

Secondo le prime ricostruzioni si trattava di una coppia di alcolisti che, stando alle dichiarazioni dei vicini, assai spesso litigava violentemente. Per gli investigatori è credibile che nell’ultima lite la violenza fisica abbia superato i livelli di guardia. Tutti sapevano, ma nessuno denunciava.

E’ il caso di ricordare che -dati Viminale- sono cresciuti in Italia nello scorso 2022 gli omicidi, che ammontano a 319, ma in misura esponenziale il numero, 125, delle donne rimaste vittime, che segna un +12% (dato di raffronto il 2019). E se i delitti in ambito familiare scendono dell’8%, aumentano del 10% le vittime di genere femminile. Sono dati del report “Donne vittime di violenza” pubblicato oggi dal Dipartimento della Pubblica Sicurezza del Viminale in occasione della Festa della Donna, più propriamente, della Giornata internazionale della donna.

Crescono anche, purtroppo, le violenze sessuali. Quelle denunciate, che sono notoriamente assai meno di quelle realmente consumate, nel 2022 sfiorano i seimila casi (precisamente 5991) con il 61% di casi “scoperti”. Le vittime di violenza sessuale sono al 91% di sesso femminile.

Diminuiscono lievemente le denunce di reati di stalking e di maltrattamenti in famiglia.

A differenza di quanto avvenuto per la legge-calamita sul femminicidio, che a fronte di aumento di pene, non ha sortito l’effetto sperato di diminuzione dei casi, che sono invece cresciuti, il Codice Rosso, una cosa buona fatta da Alfonso Bonafede, che ha esteso la tutela dal solo “sesso debole” a tutti i “soggetti fragili”, incrementandone le pene, ma soprattutto dando una grossa spinta alla celerità delle indagini e dei provvedimenti cautelari, abbia fatto fare alla prevenzione di questi reati un piccolo salto di qualità.

Intendiamoci però, la prevenzione, anche se lievemente migliorata, ancora è affidata principalmente al volontariato laico e religioso, piuttosto che allo Stato. E l’inasprimento di pene serve a poco, se le probabilità di farla franca sono dietro l’angolo. Mi permetto di ricordarvi le famose “grida” contro i bravi di manzoniana memoria ne I Promessi sposi. Ogni nuovo governate ne emetteva una con pene sempre più aspre, ma essendo i bravi al servizio della prepotenza dei signorotti, rimanevano senza efficacia. Manzoni stesso conclude che, più aumentava la pena, più il potere centrale che l’aveva emanata, mostrava la sua incapacità di farle rispettare.

Fino a che in ogni Commissariato di Ps, Caserma dei Carabinieri o ufficio della Polizia locale, non ci saranno agenti di sesso femminile, opportunamente formate, addette a raccogliere quel tipo di denunzia, mettendo le vittime a proprio agio, diciamolo -senza peli sulla lingua- il primo complice del molestatore seriale, del violentatore o del violento è il sistema messo in atto dalle forze di polizia e da una politica che sa solo blaterare e starnazzare, preoccupata solo del messaggio mediatico, ma che in sostanza non fa assolutamente altro che chiacchiere.

Sarò obsoleto e superato, ma c’era il tempo del noto proverbio napoletano : “Chiacchiere e tabacchere e ligno, ‘o banco ‘e napule nun se ‘mpegna”. Allora le banche non fallivano, sapevano fare il loro mestiere, come pure la Politica.

Se i reati di sopraffazione, dallo schiaffo all’omicidio e viceversa, non diventano priorità investigativa (Magistratura), oltre che nella prevenzione (Viminale), se il rispetto dell’altro, a cominciare da quell’essere nobile e meraviglioso che è la donna, affiancata dal bimbo, dal vecchio, dal malato, dal povero e dal senza fissa dimora, dai costretti alla migrazione, e chi più ne ha me li suggerisca, la politica farà tanti bei discorsi, invero-recentissimamente- ne abbiamo ascoltato di vergognosamente abominevoli, ma alla fine continuerà a far solo chiacchiere e nulla per le cittadine ed i cittadini.

Ormai due terzi degli italiani non votano, e tutti sono contenti nei palazzi del potere (il valore del voto delle truppe cammellate, infatti, si moltiplica). Basta che gli si consenta di dire: “In nome degli italiani, che noi rappresentiamo”! No, cara destra, cara sinistra e caro centro, fate i conti reali di chi rappresentate: governate tutti indistintamente con numeri da sparuta minoranza, assolutamente acritica.

Ovviamente, ci sarete sempre per il lutto cittadino, per il funerale di quello che conta, e continuerete a prendere in giro quei tanti, troppi, che come le tre famose scimmie “Non vedono, non sentono e non parlano, ma votano e si vendono per un tozzo di pane”.

Mi veniva da chiedervi: “Non vi rimorde la coscienza?”. Poi l’illuminazione: “Ma costoro sanno cos’è la coscienza?”.

Non amo la demagogia, e non ripeterò, quindi, che la festa internazionale della donna andrebbe festeggiata 365 giorni all’anno; penso alle donne afghane, alle iraniane, alle birmane… alle italiane, a tutte le donne del mondo ed a tutta l’ingiustizia che si abbatte su di loro e vorrei avere la forza e la capacità di ridestare la coscienza dei pavidi.

Mi sovvengono, infatti, le parole di Martin Luther King: “Non ho paura della cattiveria dei malvagi, ma del silenzio degli onesti“.  Unitele al suo: “I have a dream” (ndr. “Io ho un sogno”). E’ questo il mio augurio per la giornata internazionale della donna. Aggiungo solo, lavocenews.it c’è e ci sarà per Voi ogni santo giorno dell’anno, ogni ora del giorno, ogni secondo dei nostri minuti.

Per seguirci su Facebook mettete il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivetevi al gruppo lavocenews.it. Le email del quotidiano:  direttore@lavocenews.it  o  info@lavocenews.it. Grazie.