Salvini: “Spero non serva votare su un nuovo invio di armi”
“Prima bisogna riaprire il tavolo del dialogo in campo neutro”
Gianvito Pugliese
Matteo Salvini, ad ‘Aria pulita’ su 7Gold: “Spero non ci sia bisogno di votare nessun nuovo invio di armi. Prima si riapre il tavolo del dialogo, in campo neutro, che potrebbe essere in Turchia. A me piacerebbe fosse il Vaticano. Spero si trovi una sede dove confrontarsi”.
Anticipa così, rispondendo al conduttore, come si comporterà la Lega in occasione del voto sulle comunicazioni del premier Mario Draghi.
Deve essere l’effetto dei primi improvvisi caldi che mi ha offuscato i ricordi. Perchè rammentavo un Salvini che si autodefiniva “Uomo del fare” e che minacciava, un giorno si e l’altro pure, i pentastellati, cofirmatati del contratto di governo, di ritirare la fiducia al Conte I se avessero rallentato le iniziative leghiste.
Ora mi ritrovo un Salvini che sembra essere andato a scuola da Quinto Fabio Massimo, detto “Il Temporeggiatore”. Eppure non stiamo parlando di qualcosa a bocce ferme. In Ucraina, infatti, si combatte ogni giorno e si muore, ed a Severodonetsk, infuriano gli scontri per conquistare anche solo una decina di metri. Dovrebbe spiegare, dunque, agli italiani perché, negando o rallentando l’invio di armi agli ucraini, in sostanza disarmandoli, vuole di fatto che Putin sottometta l’ucraina. Siamo seri, che fanno? Combattono contro la potente armata rossa con le fionde ed i sassi?
Salvini, non scherziamo, trattative di pace non sono possibili, da che mondo è mondo, senza un preventivo cessate il fuoco. Ma il cessate il fuoco non lo vuole Putin e non lo vuole neanche Zelenskiy, da quando ha compreso che Putin vuole il Donbas per ora, come nel 2014 volle la Crimea. E non sembra sia disponibile a lasciare agli ucraini il porto di Odessa, anche lì infuriano i bombardamenti russi che mietono vittime civili, bambini compresi, dopo aver raso al suolo Melitopol e Mariupol ed i loro porti.
E ancor meno si comprende la posizione degli altri ex contraenti del contratto di governo (giallo-verde), con Conte contrario alle armi non difensive (ma di fatto non indica, perché è impossibile farlo, quali siano), mentre la corrente maggioritaria del Movimento, che fa capo a Di Maio, almeno a parole è arroccata sulla linea atlantista ed europeista di Mario Draghi.
Il tutto. mentre impazza il toto pro-Putin o meglio il toto sul foglio paga di una potenza straniera dichiaratamente “ostile”, dopo le indiscrezioni trapelate sulla relazione dei servizi segreti al Copasir (Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica), argomento che merita un discorso a parte.
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