Scontro tattico tra Conte e Salvini

Giuseppe Conte chiede a Salvini-Meloni di partecipare agli Stati Generali e li invita ad ammorbidire i sloro alleati europei, I Paesii di Visograd, nell’interesse dell’Italia. Ottiene da Salvini insulti e attacchi non pertinenti.

Gianvito Pugliese

Ecco spiegato, cari lettori, il significato dell’appello del Presidente del Consiglio e la “non” risposta stizzita dell’ex ministro dell’interni.

Conte, rinnovando l’invito alle opposizioni di partecipare agli Stati Generali a villa Pamphili, fa un passo in più nel tentativo di aprire al dialogo con le minoranze -od opposizioni, se così vogliamo chiamarle. Invita Salvini – e la Meloni- a cercare di far ammorbidire le posizioni dei Paesi di Visegrad -il gruppo di Visegrád è costituito da Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria e Polonia- sul Recovery Fund, cavallo di battaglia dell’Italia in Europa. Sottolinea, con abile tatticismo, che andrebbe data, da Governo ed opposizioni, priorità all’interesse del Paese -portare a casa il finanziamento europeo- e non a quello degli alleati in Europa di ciascun partito.

Salvini è messo nell’angolo. “Oddio -deve aver pensato- il re è nudo”. Il re sarebbe lui. Ed ora? Anzichè rispondere alla provocazione, calcia il pallone fuori dal campo e risponde a picche: “Conte non conosce vergogna: i cosiddetti Paesi di Visegrad hanno governi democraticamente eletti, mentre lui tratta con governi sanguinari come Cina e Iran. Non capisco questo appello che proviene da una villa, mentre si scopre che un milione di persone aspettano la cassa integrazione che forse non riceveranno mai. Il signor Conte ignora che i problemi veri sono a Parigi e Berlino, oltre che nel suo governo, non a Varsavia e Budapest»,

Della serie, non posso rispondere nel merito. Come ne esco, allora? Ma sì, con una serie d’insulti gratuiti -o meno, a seconda degli orientamenti di ciascuno-. Vero che Polonia ed Ungheria hanno tenuto elezioni, ma il segretario della Lega fa finta di non sapere che c’è una procedura europea di infrazione contro l’Ungheria di Orban che ha chiesto ed ottenuto i pieni poteri, avendo conseguentemente sospeso nel Paese le garanzie democratiche. Che c’è di male, si sarà detto? I miei leghisti, al Papete, mi hanno osannato quando, da Ministro dell’interno e futuro Premier, chiedevo per me i pieni poteri. Conte ha chiesto a Salvini di perorare la causa Italia presso i suoi alleati nazionalsovranisti, mica ha espresso giudizi negativi su quei Paesi. Mica ha parlato di democrazia sospesa. Cosa c’entrano i rapporti coi sanguinari Iran e Cina? Detto da un ammiratore di Vladimir Putin è da ridere, Sono sanguinari anche Germania e Francia, con cui l’alleanza dell’Italia è più forte che mai? E’ dunque buttiamola in caciara che è il mio cavallo di battaglia. “Appello da una villa -sede di rappresentanza del governo italiano-, cassa integrazione -appena estesa dal governo per altri quattro mesi-, Parigi e Berlino i nostri nemici -mai stati vicini all’Italia come in questo momento.

Bravo Conte, permettetemi di riconoscierglielo. Conosce bene il suo ex ministro dell’interno. Chiede gentilmente, ottiene rispostacce ed insulti ed i sondaggi dicono che in questi casi, che si stanno ripetendo, Conte e la maggioranza, crescono e l’aggressore cala. Non mi diverte, vorrei vedere un Paese coeso dove maggioranza e minoranza si sappiano misurare su leggi e misure varie nell’interesse del Paese e dei suoi cittadini. Ma, visto che al wrestling verbale tra maggioranza ed opposizione, ed all’interno delle stesse coalizioni, dobbiamo per forza assistere, tanto vale che impariamo a fare la cronaca sportiva dei match. Risultato Conte tre, Salvini zero.

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