Sull’obbligo vaccinale si apre la disputa.
Difficile credere che possa andare così
GP
Il mondo non cambia, si evolve, s’involve, ma non cambia, Vale sempre la teoria dei “corsi e ricorsi storici” scoperta da Giambattista Vico. Solo che lì si parla di ricorrenza delle vicende umane con ritmi ciclici di una certa ampiezza. Noi stiamo per occuparci di un aspetto assai più comune e ricorrente a breve, anzi brevissimo.
Non voglio spezzare una lancia a favore dell’informazione, sarei poco credibile in quanto di parte. Sta di fatto che spesso ci tocca semplicemente registrare quanto avviene e solo di rado, salvo settori specifici della comunicazione tendiamo ad incidere sulle opinioni, a forzarle, se non proprio a crearle.
In quest’ultimo caso non parliamo più correttamente d’informazione, ma appunto di comunicazione. Una cosa è il giornalista, altra il comunicatore, che trae le sue origini dall’omino della pubblicità.
Premessa necessaria per spiegarci, a Voi lettori, ma anche a me, che se fino a ieri l’attenzione era accentrata sulla diffusione del virus e sui provvedimenti per contenerlo con i sostenitori del primato della salute e della vita da un lato, ed i fans dell’economia senza la cui cura si muore ugualmente dall’altro, oggi improvvisamente i riflettori puntano su altro.
Dovremmo aggiungere, per completezza di ragionamento, che se fino a ieri il dibattito politico era principalmente attirato dalla descritta contrapposizione, che l’abitudine politica all’esagerazione elevava alla massima potenza, credo che anche quest’ultimo si sposterà sull’obbligo vaccinale e finirà per essere l’ennesima disputa del Paese dei Capuleti e Montecchi, dei Guelfi e Ghibellini, dei Coppi-Bartali, dei Mazzola-Rivera, e finanche dei Muti-Abbado, sport che davvero credo sia la passione nazionale.
Se il titolo non l’avesse chiarito, stiamo scrivendo dell”obbligatorietà della vaccinazione anti-covid che fa discutere il mondo scientifico.
Maurizio Mori, presidente della Consulta di Bioetica, sceglie i toni della moderazione e della conciliazione: ” Renderei obbligatorio il vaccino anti-Covid solo quando sarà chiarito che la persona vaccinata non è più contagiosa per gli altri, ossia che il vaccino garantisca sia il vaccinato che chi ancora non ha avuto la dose. In questa fase bisogna essere duttili, insistere sull’obbligo finirebbe per provocare solo delle alzate di scudi. Questo è un momento in cui serve maggiore chiarezza, far capire alla gente che se il vaccino è sicuro, farlo è nell’interesse sia dell’individuo che della collettività,”
Lorenzo D’Avack, presidente del Comitato nazionale di bioetica (Cnb), è dello stesso avviso: “Sarei abbastanza cauto rispetto all’ipotesi di obbligatorietà per il vaccino anti-Covid: ritengo che eticamente obbligare ad un trattamento sanitario debba rappresentare assolutamente un’eccezione. In questa prima fase, è fondamentale incentivare la propaganda a favore delle vaccinazione. L’obbligo dovrebbe essere considerato come una extrema ratio“.
Ma non tutti sono, già da oggi che la vaccinazione è appena iniziata, dello stesso parere: Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dell’Istituto nazionale per le malattie infettive Spallanzani di Roma è categorico: “ Tutti gli operatori sanitari, a partire dai medici, devono vaccinarsi contro il Covid e se non vogliono essere vaccinati devono essere sospesi dal servizio perchè, appunto, non possono essere idonei al servizio che svolgono. Esistono categorie professionali che devono essere vaccinate assolutamente; questo per proteggere se stessi ma anche gli altri, per i contatti estesi che le stesse categorie devono avere con la popolazione. Chi non lo accetta non può esercitare quelle determinate professioni, poichè rappresentano fonti di rischio per gli altri “,
Sconcerta la notizia da Pavia che solo due operatori su dieci delle locali rsa sarebbero disposti a vaccinarsi. A tal proposito si registra la presa di posizione di Mara Azzi, direttrice generale della locale Ats: ” Bisogna cogliere a pieno l’importanza di questo vaccino e gli operatori delle case di riposo non possono sfuggire a questo. Non è pensabile che solo il 20% degli operatori delle rsa voglia tutelarsi contro il virus. Quando si è a contatto giorno e notte con persone anziane e fragili ci sono i presupposti per pensare che nei loro confronti pesi un vero e proprio obbligo“.
Strano mondo il nostro: fino a ieri l’attesa del vaccino era spasmodica ed il susseguirsi di annunci e smentite sulla prossimità della scoperta arrivava ad influenzare significativamente i mercati. Neanche è cominciata la distribuzione, che neve e maltempo hanno complicato, è già si scatena la polemica.
Un giorno ricorderò a me ed a Voi la storiella di Gesù, la Madonna, San Giuseppe, l’asinello ed i passanti. Sarà utile a chiarirci meglio le idee.
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