The election of Mattarella

Non amo gli inglesismi ma, oltre a dati e qualche ragionamento, diamo conto della reazione internazionale al Mattarella-bis, ergo l’inglese ci azzecca

Gianvito Pugliese

Sergio Mattarella ieri, in tarda sera è stato rieletto presidente della Repubblica con 759 voti. Diventa il presidente più votato dopo Sandro Pertini. Ed è al tempo stesso il secondo presidente, dopo Giorgio Napolitano, ad essere rieletto al Colle.

Ci sono volute sette votazioni andate a vuoto e 387 voti, spontaneamente attribuiti al presidente uscente nella settima e penultima votazione, per convincere i Partiti a mettere da parte il degradante giochino-spettacolo dei veti incrociati e ripuntare sul politico più amato, anzi forse il solo politico amato dagli italiani. Ed in sintonia col Paese hanno dimostrato di essere quei 387 grandi elettori che hanno votato “Mattarella” alla settima chiamata, senza alcuna indicazione in quel senso dai leader dei partiti radunati nell’emiciclo di Montecitorio.

A parte schede bianche, e voti dispersi, che non hanno dato a nessuno degli altri votati la soddisfazione dei due numeri (dal 10 in su), Carlo Nordio, candidato di Fratelli d’Italia, ha ottenuto 90 voti, oltre una ventina in più rispetto a quelli del solo partito di Giorgia Meloni, e Nino di Matteo, candidato di Alternativa c’è, a cui sono andate 37 preferenze.

Chi ne esce peggio da queste elezioni sono la coalizione di centrodestra ed il suo coordinatore Matteo Salvini. A nome della sua coalizione Salvini (fortemente sostenuto dalla Meloni) reclamava il presidente di centrodestra “che è maggioranza nel Paese”……”dopo tanti presidenti di sinistra”. La coalizione, bloccata all’inizio da Berlusconi che ha deciso di non candidarsi solo il 24 gennaio, giorno della prima votazione, è riuscita a bruciare tutti i suoi candidati. Salvini ne ha proposti una decina, ha fatto scendere in campo la seconda carica del Paese, la Presidente del Senato Casellati, che ha ottenuto solo 2/3 dei voti del centrodestra. Salvini ha continuato a mostrare i muscoli al Paese dimostrando solo che la tanto sbandierata maggioranza del centrodestra semplicemente non esiste: non c’è in Parlamento, non c’è nelle proiezioni. Il centrodestra, che ha adottato una tattica imprudente e perdente ne esce con le ossa rotte. Ora dovrà far fatica a ricostruirsi prima delle elezioni politiche fra un anno e pochi mesi. Si apre una guerra tra Salvini e Meloni per la premiership della destra. L’attuale capo-coordinatore è il grande sconfitto, la Meloni mostra i numeri, quei 90 voti a Nordio, quasi un terzo in più della forza ufficiale di Fratelli d’Italia, segno inequivocabile di tentativi di dialogo di chi è pronto a lasciare Lega, Forza Italia o satellitini dell’orbita di destra, per passare a Fratelli d’Italia. E la Meloni nei sondaggi citati è il secondo partito del Paese, dopo il Pd, mentre la Lega dal primo è sceso da tempo al terzo posto e la sua discesa non accenna a fermarsi.

Forse toccherà a Berlusconi, quando sarà dimesso dal San Raffaele, provare a mettere pace fra i due e rimettere insieme i cocci di una coalizione “graniticamente compatta e coesa”, finita in tanti minuscoli pezzettini.

Giubila Luigi Di Maio, che ha guidato l’ala pentastellata che voleva “Mattarella e niente più” (reminiscenze della canzone napoletana di Aurelio Fierro), Si abbracciano felici Enrico Letta e Giuseppe Conte. Il povero Roberto Speranza è tenuto un poco a latere dei festeggiamenti, a lui tocca sempre e solo occuparsi di Covid, sarà per questo che ha sempre quella faccina triste, che fa tanta tenerezza.

Da Palazzo Chigi esprime felicità Mario Draghi. Ha ragione chi ci ricorda che Draghi era l’aspirante number one al Colle, ma la sua felicità credo sia sincera e non di facciata. Fu Mattarella lo sponsor di Draghi a Palazzo Chigi. Con altri Capi dello Stato per lui con l’aprile prossimo, adieu (addio) a Palazzo Chigi. Con Mattarella al Quirinale le sue quotazione per un bis a Palazzo Chigi salgono notevolmente.

Letta, forse a ragione, riconduce il successo di Mattarella a quel “campo largo” da lui auspicato e che alla fine si è realizzato ed ha consentito vedere eletto il Capo dello Stato.

Sergio Mattarella che si era fatto programmi molto diversi per i prossimi anni, alla fine, per l’alto senso delle istituzioni che lo connota, resta al Quirinale ed il 3 febbraio prossimo, data a me piuttosto cara (compleanno mio e de Lavocenews.it), segnerà il passaggio dal I al II mandato presidenziale.

Mentre ai partiti già viene l’orticaria al pensiero che il prossimo impegno è la legge elettorale, noi li lasciamo a grattarsi il prurito e diamo un’occhiata a come è stato accolto il Mattarella-bis dall’estero.

Cominciamo con l’estero in casa. Dal Vaticano Papa Francesco fa i migliori auguri all’amico Sergio Mattarella: “Desidero porgere le mie cordiali felicitazioni per la sua rielezione alla suprema carica della Repubblica italiana e formulare i migliori auguri per lo svolgimento del suo alto compito, che ha accolto con spirito di generosa disponibilità, In questi tempi caratterizzati dalla pandemia, in cui si sono diffusi molti disagi e incertezze, specialmente nell’ambito lavorativo, ed è aumentata, insieme con la povertà, anche la paura, che porta a chiudersi in se stessi, il suo servizio è ancora più essenziale per consolidare l’unità e trasmettere serenità al Paese. Le assicuro la mia preghiera, affinché possa continuare a sostenere il caro popolo italiano nel costruire una convivenza sempre più fraterna e incoraggiarlo ad affrontare con speranza l’avvenire. I santi patroni d’italia la accompagnino e intercedano per lei”.

Per Associated Press dagli Usa il Mattarella-bis arresta “l’impasse politica durata giorni, con i leader dei partiti che non sono riusciti a trovare un successore nonostante gli sforzi intrapresi. E’ stato rieletto presidente al termine di una maratona parlamentare che ha fatto emergere le profonde divisioni fra i partiti della maggioranza in un momento fondamentale per la ripresa post-Covid”.

Da Madrid per il quotidiano El Mundo, il Mattarella-bis è “un sospiro di sollievo per il Paese, ma una sconfitta assoluta della politica“. Breve, succinto ed, impietosamente, compendioso.

Da Parigi il quotidiano francese Le Figaro: “Questa elezione permetterà di assicurare la stabilità del tandem Mattarella-Draghi che gestisce da un anno il risanamento del Paese”. Dopo il Papa finalmente uno a favore.

Restando a Parigi (gli aerei costano), per Le Monde una sorpresa dell’ultimo momento“, e Mattarella ha accettato “temendo per la stabilità politica dell’Italia, dato che non si trovava un suo successore”. Meno generoso de Le Figaro, ma non male.

Tornando a New York, per il Wall Street Journal l’elezione “pone fine a una settimana di litigi sul altri possibili candidati che hanno minacciato di minare la stabilità del governo. L’annaspare dei partiti politici italiani su come occupare la posizione, principalmente cerimoniale, di presidente, in un momento in cui l’Italia sta affrontando la pandemia, una ripresa economica in stallo e lo stallo dell’Occidente con la Russia, stava diventando un imbarazzo nazionale, indebolendo ulteriormente la scarsa fiducia degli italiani nella loro classe politica”. Commento impietoso ma corrispondente ai fatti.

Da Berlino Deutsche Welle, ricorda l’età del presidente che “aveva detto che non voleva restare” al Quirinale. Al giornale tedesco fanno male i conti se non si sono accorti che a fronte degli 80 di Mattarella. Silvio Berlusconi di anni ne ha 85, Sabino Cassese 86. Cari colleghi, non è l’età che conta, ma ben altro. Non è che il Presidente della Repubblica debba rappresentarci alle Olimpiadi nei cento metri. E chiudiamo, quindi, smentendo il proverbio che recita “dulcis in fundo”, Se il dolce è questo, per carità datemi l’amaro, magari un L………no. Non è pubblicità subliminale. Parola, magari lo fosse!

Però, un dulcis in fundo potrebbe esserci ed è il nostro anziano, anche più di me, archivista. Incontrandolo in redazione, ieri sera tardi, anni o no, signori del Deutsche Welle, è l’ultimo ad andarsene ed il primo ad arrivare, mi ha detto: “Direttore, sono felice, mi dispiaceva metter via tutte quelle belle foto e video di Mattarella che abbiamo”. Si è soffiato il naso, ma ho visto spuntare una lacrimuccia negli occhi, subito dignitosamente trattenuta. Non me la conti giusta, amico mio, altro che foto e video, ti dispiaceva non averlo più alla guida del Paese. E’ chiudiamo con un’opinione da molto vicino, che credo sia la stessa della stragrande maggioranza degli italiani.

In bocca al lupo, Presidente, per il suo secondo mandato.

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