“The next day on social media”
“Il giorno dopo sui social”. Cosa sta accadendo all’esito del 25 settembre
Gianvito Pugliese
Alla lavocenews.it siamo abbastanza attenti, come redazione, a quanto avviene sul web. Spesso e volentieri il giornale si apre al mattino con un pezzo della nostra rubrica #daisocial, che seleziona, pubblica e commenta il post, il tweet o altro ancora che ci ha colpiti.
Lascio il noi (essendomi riferito alla redazione) e riprendo il mio più familiare parlare, o meglio scrivere, in prima persona.
Va detto a beneficio di quanti condannano le informazioni sui social, come fake news “a prescindere”, che se talvolta, anzi assai spesso, è vero che si tratta di notizie farlocche, è altrettanto vero che, altrettanto spesso, nel luogo dell’evento non si trova il giornalista, il fotografo o l’operatore tv, ma il comune cittadino e le immagini che immortala, purtroppo quasi sempre in verticale, sono l’unica testimonianza di quanto accaduto. Certo, prima di trasformarle in una notizia da giornale, occorre verificarne la veridicità e la credibilità. Ma poi, resta il fatto che senza il cybernauta di quell’evento importante non resterebbe traccia.
E’ vero anche che il web, ed i social in particolare, possono essere fonti di pericolo per tutti noi, ed in particolare per giovani e giovanette più influenzabili. Ma non per questo dobbiamo demonizzarlo. Il web, in fondo, è molto simile ad un’autostrada immensa, dove si trova di tutto: dal soccorritore, allo spacciatore, dalla persona dai modi squisiti al personaggio che prima o poi abbassa la maschera e si rivela quanto di peggio esista.
Queste elezioni anticipate (che ci sono costate un botto, per non attendere i sei-sette mesi per arrivare alla scadenza naturale ed abbinarle alle regionali ed a moltissime amministrative) – nessuna recriminazione, ma per completezza d’informazione andava pur detto da qualcuno – hanno avuto, abbastanza approssimativamente, gli esiti previsti dai sondaggi. Ma se FdI ha superato i pronostici della vigilia, con un exploit significativo, il centrodestra nel complesso, causa il crollo della Lega e la contrazione di Fi, è andato peggio delle previsioni. Ma essendo l’unico gruppo coeso (nonostante divisioni e divergenze interne) ha beneficiato del premio di maggioranza previsto dal Rosatellum, la pessima legge elettorale vigente, che prende il nome dal renziano Ettore Rosato.
Il campo largo del centrosinistra propugnato da Letta si è sfaldato, ed il segretario Pd è l’unico a rassegnare le dimissioni, anche se procastinate a gennaio. Sono, comunque, storiche le divisioni all’interno della sinistra, ed alla fine il Pd, con Verdi e Si, +Europa e Impegno civico, ha ottenuto un risultato insoddisfacente. Con i centristi Calenda e Renzi che hanno superato lo sbarramento, quasi raddoppiandolo, non avrebbero fatto molto, ma con gli stessi più i Pentastellati, che rispetto al 2018 sono usciti dimezzati, ma comunque in ripresa rispetto ad una quindicina di giorni or sono, avrebbero superato, formando un’unica coalizione, il centrodestra, sia pure di strettissima misura. Ma la coalizione non di crea con Calenda che mette il veto sul M5S e via discorrendo. La divisione a sinistra ha aperto un’autostrada alla coalizione avversaria. Il Pd dovrà fare un congresso serio per rifondarsi, ma non è facile che ci sia unità a sinistra, nel dna c’è la separazione ed i veti incrociati. Senso pratico zero.
E questa premesse cosa c’entra col web? E’ pienamente calzante. Il giorno dopo i leoni della tastiera, violenti, minacciosi e spesso estremamente volgari, si sono scatenati. I vincenti, minacciando processi sommari e condanne esemplari, piuttosto talebani direi, i perdenti carichi di livore per una sconfitta annunciata, che non avevano voluto vedere ed accettare.
Una raccomandazione ai leader tutti, se leader si possono chiamare. Ora, calma e gesso e tenete a bada, se ne siete capaci, i vostri fan più sfegatati. Non dovrebbero degenerare e passare alle vie di fatto, ma prevenire è sempre meglio che dover poi reprimere.
Un ultima considerazione. Non dite, cortesemente di rappresentare tutti gli italiani. Sarebbe l’ennesima menzogna che a destra come a sinistra ha caratterizzato questa campagna elettorale. Il 36,21% degli aventi diritto al voto, disgustati della politica, o forse meglio dei “politicanti”, non hanno votato. Su 46.021.956 elettori i votanti sono stati 29.355.592. Onestamente, pensavo e temevo peggio. Ma il 43,79 del Centrodestra alla camera per effetto del non voto si riduce di oltre un terzo ed è di poco inferiore a 29,19.
Non sarà facile governare con oltre il 70% del paese, se non contrario, quantomeno non favorevole.
Comunque, nell’interesse del nostro povero Paese ai vincitori “In bocca al lupo”. Ancora una chiosa: attendiamo le determinazioni del Presidente della Repubblica. E’ il Quirinale che deve gestire il parto del nuovo governo e, forse, sarebbe più saggio e serio attendere e non dar nulla per scontato.
Alla prossima!
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