Trump ed i social

Il braccio di ferro tra il tycoon e twitter ne svela i limiti e l’autentica natura. Per interesse personale persegue l’esatto opposto dell’interesse pubblico.

Gianvito Pugliese

Il Presidente degli Usa è da sempre un soggetto particolare, semplifica “brutalmente” cose estremamente complesse e, forse, per questo piace a molti, ai tanti che pretendono di avere risposte e soluzioni semplici a problemi complessi.

In fondo, un personaggio che risponde ad uno degli stereotipi del suo Paese: il cowboy, violento, predatore, sopraffattore. Il mito dei personaggi di John Wayne, ormai, è definitivamente tramontato. La storia la fanno i vincitori, ma poi viene riletta e corretta, il tempo ristabilisce la verità, gli storici lo sanno benissimo, e sono bastati due film, “Soldato blu” e “Balla coi lupi, per aprire uno squarcio su quanto realmente accaduto. Il bianco e il nero nella vita reale non esistono, come non esistono nella fotografia o nelle arti figurative, il mondo è fatto da mille sfumature di colore, ma anche solo di grigio.

Il pellerosse, infido, incivile, brutto e cattivo era utile a fornire ad un Paese ed ai suoi potentati l’alibi per averlo spogliato delle sue terre, delle sue immense ricchezze minerarie, oro compreso, per averlo massacrato, insieme alle sue donne e bambini, con i Wincester e le potenti cartucce 45-60 e le mitragliatrici automatiche, contro archi, frecce e lance, dimenticavo i temibili coltello e tomahawk, ma soprattutto con la diffusione di malattie, a cominciare dalle veneree, per le quali non c’erano cure a disposizione degli indigeni. Oddio, poche anche per i conquistatori. Quindi, privati della dignità di cacciatori, con la distruzione sistematica della prateria, delle grandi mandrie di bufali, dei castori, della cacciagione, ridurli all’abbrutimento con alcool di pessima qualità e decisamente nocivo per la salute. Seguì la deportazione di massa nelle riserve, sempre più piccole, sempre più umilianti. Rsa della prima ora.

E’ Donald Trump, che è il prototipo del rozzo cowboy, facoltoso quanto ignorante, furbo quanto prepotente, conosce solo l’infantile “chi non è con me e contro di me”, frutto di un’egocentrismo sconfinato e senza freni inibitori, e il dollaro, “la pez”, come la chiamano gli italo americani, gli affari. Poco importa quanto leciti ed utili alla collettività: il carbone distrugge l’ambiente, lo inquina, avvelena ancor più le popolazioni, soprattutto quelle dove c’è maggior uso di quella sostanza nociva e dichiaratamente cancerogena. Ma che importa la lobby dei proprietari di miniere del fossile fa parte dei suoi sostenitori, finanzia la campagna elettorale, ergo via i patti di Parigi. Mi isolo dal mondo, faccio tornare l’America diplomaticamente indietro di un secolo? E allora? I dollari in più, tanti, hanno accontentato i miei amiconi e i loro dipendenti. Quest’ultimi si ammaleranno a breve e perderanno poco dopo lavoro e diritto all’assistenza sanitaria: meglio. La legge del cowboy dice che se non sei forte e sveglio -cioè veloce e preciso nel maneggiar l’arma- una croce e due pietre addosso nella prateria è quanto meriti, se ti va bene.

Nulla di diverso nella guerra ai social. In realtà a twitter che ha bollato come fake due suoi cinguetti, Siccome gli altri social non lo hanno subito appoggiato, ecco che tutti diventano nemici. Sta mettendo mano alla modifica della sezione 230, che concede l’immunità ai social per i contenuti nei profili dei loro utenti e che gli concede altresì di bloccarne alcuni o censurare altri post, senza rischi di subire azioni risarcitorie.

Da tempo, molti segnalano che questi colossi dai profitti megagalattici dovrebbero gestire meglio le loro immense piattaforme ed il potere connesso, con una rete qualitativamente e quantitativamente potenziata di moderatori e controllori che ne riducano sostanzialmente l’impatto negativo. Utilissimi per garantire la democrazia e la pluralità delle voci, i social e il web hanno la forza di distruggere la reputazione di totali innocenti, presi di mira da personaggi decisamente disdicevoli. Talvolta, fino a spingerli al suicidio. Non serve che i post ed i profili vengano bloccati a denunzia, se ritenuta pertinente da un somaro impreparato, mal pagato e svogliato. Tra l’altro, spesso accade l’esatto contrario. Chi svela truffe, magagne, fake, diventa bersaglio delle ingiurie, delle diffamazioni e delle vendette dei marpioni, le cui denunzie ai social, essendo soggetti ben paganti, vengono prioritariamente considerate. Ci siamo: “cornuto e mazziato”, l’utente corretto è quello che piuttosto dell’altro viene sospeso, censurato etc. Per inciso, lui normalmente ha nome e cognome, ma non è una garanzia assoluta, l’altro è “lupo solitario” “Napal 56”, “fantasma del condominio”. Nascosto dietro lo pseudonimo e spesso anche dietro la triangolazione del segnale, difficilmente intercettabile, anche per la polizia postale. E via libera, quindi, a truffe, denigrazioni, massacri morali e psicologici, istigazioni al suicidio o alla violenza, che sfocia talvolta in omicidi e/o stragi, alla vendita e consumo di sostanze strane, da droghe sintetiche o naturali, a meravigliosi prodotti per la cura di tutto, assolutamente incontrollati e, quando va bene, inutili, il più delle volte dannosi.

Il web ed i social sono in fondo un’autostrada, s’incontra di tutto, lo spacciatore, il truffatore, il/la prostituta…….. e, per converso, l’istituzione, realmente benefica, il soccorritore, il benefattore singolo, il mecenate, il medico eroe, che dopo 15 ore trascorse in terapia intensiva e rianimazione nelle zone rosse ha ancora la forza di dispensare qualche utile consiglio, beccandosi i vituperi dei no vax.

Le comunità nazionali ed internazionali chiedono che i personaggi e le organizzazioni criminali, dal pedofilo, allo spacciatore, dal truffatore ad calunniatore seriale, singolo o peggio organizzati con strategia rigorosamente mafiosa, debbano essere controllati, identificati, denunciati, e messi in condizione di non nuocere o di farlo assai meno. Tra l’altro chiudere o bloccare il profilo non serve, una nuova email per un nuovo profilo ed il gioco è fatto. A nessuno, se non ai ricchi potenti arroganti, che si ritengono intoccabili, interessa che i social vengano privati dell’immunità giudiziaria quando giustamente intervengono per mettere un limite all’utilizzo improprio, se non illecito.

E questo vi racconta, cari cittadini, in questo caso americani, quanto contate. Meno che zero. Così come non contano i morti per pandemia di Covod ad oggi più di 100mila. Conta tanto invece, potervi disinformare indisturbato.

Il commento sulla morte dell’afroamericano a Minneapolis del tycoon; “orrendo. Ed il suo interventismo dov’è finito? In quella massa amorfa di yes-man, di cui pullula attualmente la casa bianca, nessuno gli ha suggerito che gli assassini, perchè poliziotti, sono in libertà, privati, per ora, della divisa, ma egualmente pericolosi socialmente? Ma questa è un’altra storia, ma chi vuol ragionare il collegamento lo fa facilmente, chi non vuol vedere, sentire, capire, inutile affliggerlo con pillole o discorsi di ragionevolezza.

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