Un morto sulla Banksy
La richiesta di aiuto con un tweet ‘Non riusciamo più a manovrare’ Soccorreteci!
GP
La nave umanitaria Luise Michel (nella foto di copertina), battente bandiera tedesca, e finanziata dall’artista di strada britannico Banksy, da cui il nome nel titolo, che aveva già effettuato un salvataggio di una novantina di migranti, ha intrapreso ieri una seconda operazione di salvataggio nel Mediterraneo, di circa 130 persone, prevalentemente donne e bambini.
Purtroppo, le condizioni dei migranti soccorsi da ultimo non sono delle migliori, tanto che uno dei migranti è morto a bordo, mentre molti di loro hanno sul corpo evidenti “bruciature da carburante, sono in mare da giorni e ora vengono lasciati soli in una zona di ricerca e salvataggio.”
Sta di fatto che sulla Luise Michel, una barca di appena 30 metri, ora ci sono oltre ai 10 uomini di equipaggio 210 soccorsi, 33 dei quali su una zattera di salvataggio. Tanti ospiti a bordo fanno sbandare l’imbarcazione che ormai ha grosse difficoltà a manovrare. E se il mare dovesse crescere appena sarebbe la fine.
Continua, quindi, a lanciare S.O.S. via twitter, ma dall’Europa nessuno risponde alla chiamate, nè viene assegnato un porto sicuro di attracco.
Pochi minuti fa ha rinnovato l’S.O.S.:“Ripetiamo, #LouiseMichel non riesce a manovrare in sicurezza e nessuno viene in nostro aiuto. Le persone soccorse hanno subito un trauma estremo, è ora che vengano portate in un posto sicuro. Abbiamo bisogno di assistenza immediata”. Ma ad ora nessuno ha risposto.
L’eterna legge del mare è ormai alle ortiche. Non più di un decennio addietro una chiamata del genere avrebbe fatto scattare in loro soccorso non meno di un centinaio di barche tra pescatori della domenica e professionisti della pesca. Se qualcuno nei porti più vicini non fosse partito, non avrebbe più avuto la faccia di presentarsi. E mentre forzavi per guadagnar tempo, quasi sistematicamente venivi raggiunto e superato dai guardiacoste coi motori spinti al massimo.
La barbarie ci ha conquistati, quello che non riuscì ad Attila sta riuscendo a quattro accattoni da trivio. Se ci fosse Michele Campione, il più grande giornalista che la Puglia abbia mai avuto, oggi concluderebbe: “l’Italia non è un Paese povero, ma un povero Paese”.
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La nave battente bandiera tedesca ‘Louise Michel’, continua a lanciare SOS via Twitter, denunciando una situazione a bordo ormai insostenibile ed una Europa che “ignora i nostri appelli di emergenza per un’assistenza immediata”. A bordo, come è noto, c’è già un morto e l’organizzazione nel suo ultimo tweet di qualche minuto fa ha rinnovato il suo appello: “Ripetiamo – si legge nel messaggio – #LouiseMichel non riesce a manovrare in sicurezza e nessuno viene in nostro aiuto. Le persone soccorse hanno subito un trauma estremo, è ora che vengano portate in un posto sicuro. Abbiamo bisogno di assistenza immediata”. Nel tweet precedente l’organizzazione aveva spiegato che la nave “non è più padrona delle sue manovre a causa del ponte sovraffollato”. A bordo c’è un equipaggio di 10 persone, si legge in un altro tweet: su una imbarcazione di 30 metri ci sono “219 sopravvissuti, 33 si trovano ancora su una zattera di salvataggio + una persona deceduta in un sacco per cadaveri”. Molti dei sopravvissuti hanno “bruciature da carburante – spiega poi l’organizzazione – sono in mare da giorni e ora vengono lasciati soli in una zona di ricerca e salvataggio. Ue (!)… Fate il vostro lavoro. Salvateli”.