Usa: ancora contrordini, razzi avanzati all’Ucraina
Forniti sistemi missilistici di artiglieria ad alta mobilità M142 (HIMARS)
Gianvito Pugliese
Dopo una giornata di esitazione alla White House in ordine ai missili da fornire all’esercito ucraino per contrastare l’avanzata russa, oggi cambia nuovamente la decisione ed l presidente Joe Biden afferma che gli Stati Uniti forniranno all’Ucraina sistemi missilistici e munizioni più avanzati in modo che possa “colpire con maggiore precisione obiettivi chiave sul campo di battaglia”.
A forzare la decisione potrebbe aver contribuito il fatto che le truppe russe stanno avanzando rapidamente per conquistare il controllo completo della città industriale orientale di Sievierdonetsk,
E’ opinione diffusa tra gli addetti ai lavori statunitensi che fornire all’Ucraina razzi avanzati costringerà Mosca a negoziare per accelerare la fine della guerra.
Biden, in un intervento sul New York Times, scrive: “Ci siamo mossi rapidamente per inviare all’Ucraina una quantità significativa di armi e munizioni in modo che possa combattere sul campo di battaglia ed essere nella posizione più forte possibile al tavolo dei negoziati“.
Da fonti della Casa Bianca apprendiamo che tra le armi fornite sono compresi il sistema missilistico di artiglieria ad alta mobilità M142 (HIMARS). Si tratta dello stesso sistema che il capo delle forze armate ucraine aveva sostenuto essere “cruciale” per rispondere adeguatamente agli attacchi missilistici russi.
In ordine ai timori, alimentati dalla propaganda russa, che tali armi potrebbero fornire alla Russia un’alibi per instaurare con gli Stati Uniti un conflitto diretto, la Casa Bianca risponde che l’Ucraina ha assicurato che i missili non sarebbero stati utilizzati per colpire all’interno della Russia.
“Questi sistemi saranno utilizzati dagli ucraini per respingere le avanzate russe sul territorio ucraino, ma non saranno utilizzati su obiettivi in territorio russo”.
A poche ore di distanza dall’annunzio dopo l’annuncio della decisione americana, il ministero della Difesa russo ha reso noto, tramite l’agenzia di stampa Interfax che le forze nucleari russe stanno svolgendo esercitazioni nella provincia di Ivanovo, a nord-est di Mosca, circa 1.000 militari sono coinvolti in intense manovre dispiegando più di 100 veicoli, tra cui i lanciamissili balistici intercontinentali Yars. Ricompare la minaccia nucleare nei confronti di un occidente assai più pericoloso in quel campo.
L’ultima fornitura di armi da parte degli Stati Uniti all’Ucraina, oltre a equipaggiamento già fornito per miliardi di dollari, inclusi missili antiaerei e droni, è arrivata quando l’attacco russo, per impadronirsi della regione orientale del Donbas, è stato notevolmente potenziato ed incrementato.
Le truppe russe al momento controllano la maggior parte della città industriale orientale di Sievierodonetsk a Luhansk, una delle due province del Donbas, il governatore regionale Serhiy Gaidai martedì.
Serhiy Gaidai, governatore regionale, fa sapere che “Quasi tutte le infrastrutture critiche di Sievierodonetsk sono state distrutte e il 60% della proprietà residenziale è stata danneggiata in modo irreparabile. I bombardamenti russi incessanti hanno reso impossibile fornire aiuti o evacuare le persone”.
Una vittoria russa a Sievierdonetsk e alla sua città gemella di Lysychansk darebbe il pieno controllo di Luhansk, una delle due province orientali che Mosca rivendica a nome dei separatisti.
Ed un leader separatista filo-Mosca afferma che i militari russi sono avanzati più lentamente del previsto per “mantenere le infrastrutture della città e prestare attenzione alle sue fabbriche chimiche“.
Nelle due foto militari ucraini di pattuglia mentre i semi bruciano in un silos di grano dopo che è stato bombardato ripetutamente dai russi.
Leonid Pasechnik, leader della Repubblica popolare di Luhansk filo-Mosca, all’agenzia di stampa statale russa TASS: “Possiamo già affermare che un terzo di Sievierodonetsk è già sotto il nostro controllo“.
Il governatore Gaidai ha intimato ai residenti di Sievierodonetsk di non lasciare i rifugi antiaerei. Un attacco aereo russo su un serbatoio di acido nitrico costituisce un grave rischio per la popolazione.
Jan Egeland, segretario generale dell’agenzia Norwegian Refugee Council, che operava da tempo a Sievierdonetsk nel settore degli aiuti umanitari, si è dichiarato “inorridito” dalla sua distruzione.
Fino a 12.000 civili sono sotto fuoco incrociato, senza accesso ad acqua, cibo, medicine o elettricità, ha precisato Egeland: “Il bombardamento quasi costante sta costringendo i civili a cercare rifugio nei rifugi antiaerei e negli scantinati, con solo poche preziose opportunità per coloro che cercano di scappare“.
L’UE ha varato il sesto pacchetto di sanzioni alla Russia che limita pesantemente le importazioni di petrolio russo via mare. All’inizio fermerebbe due terzi delle esportazioni di petrolio della Russia verso l’Europa e il 90% entro la fine di quest’anno.
In risposta all’embargo petrolifero dell’UE, la Russia ha effettuato altri tagli al gas all’Europa, aumentato i prezzi.
L’Ucraina accusa la Russia di crimini di guerra su vasta scala, di radere al suolo città e uccidere e violentare civili. La Russia nega le accuse, ma le prove allegate alle oltre 12mila denunzie di crimini di guerra, non lasciano molto spazio a dubbi.
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