Variante Omicron tiene banco.
Un primo caso accertato anche in Italia. Un’occasione per riflettere
GP
Buona domenica, anzitutto, ai lettori. Purtroppo è la variante sudafricana, denominata con la lettera greca Omicron, a destare le maggiori preoccupazioni e catalizzare l’attenzione dei media.
Non sfugge nessuno: giornali in edicola, sul web, reti televisive nazionali e locali, radio pubbliche e private e tutte le agenzie di stampa, nessuna esclusa, si occupano della variante Omicron ad ogni livello.
Di certo è che un primo caso lo abbiamo anche in Italia. Si tratta di un cittadino campano. dipendente da una azienda internazionale, di ritorno dal Mozambico e sbarcato alcuni giorni fa a Malpensa.
Sottoposto a tampone all’atterraggio è risultato positivo al Covid. L’allarme che distingue queste giornate ha indotto il Laboratorio di microbiologia clinica, virologia e diagnostica delle bioemergenze dell’ospedale Sacco di Milano, ad approfondire l’accertamento ed è spuntata la sequenza della nuova variante.
Sono, quindi, stati svolti controlli approfonditi tra i suoi parenti conviventi (cinque) e tutti coloro che hanno avuto contatti diretti ed indiretti col soggetto, tutti posti in isolamento prudenziale. In Lombardia o tra i suoi compagni di volo non risultano al momento contagi, ma senza voler essere pessimisti forse è un poco troppo presto per arrivare a tirare conclusioni.
Al soggetto erano state praticate due inoculazioni del vaccino e, al momento, presenta sintomi lievi della malattia.
Ricordiamo che il Ministero della Salute, non appena diffusasi la notizia della nuova variante, ha immediatamente bloccato i voli da 7 Paesi dell’Africa meridionale.
Dopo Belgio, Germania ed Inghilterra, Omicron è sbarcato di forza anche in Italia. Ci piaccia o no questa pandemia dovrebbe essere riuscita a farci comprendere cosa significhi vivere nel terzo millennio. Il mondo globalizzato non è solo accelerazione di scambi di merci, accordi commerciali tra Paesi e spostamenti veloci dei passeggeri, è un mondo dove un virus si trasmette talmente velocemente che bisogna essere pronti a combatterlo ovunque.
Paesi con sanità fatiscenti sono un pericolo non solo per se stessi, ma anche per il resto del mondo, così come un grave pericolo per tutti è la fame e la miseria sempre più diffusa, alimentata anche dalla pandemia. Fino a che ci sarà al mondo un Paese dove un genitore deve assistere alla morte per fame o per malattie curabilissime dei propri figli, orrore ed ingiustizia a parte, quella parte del mondo è un rischio per tutto il resto del pianeta.
Quando un popolo è ridotto in quelle condizioni, che non esito a definire di schiavitù economica, sarà indotto a fare qualsiasi cosa pur di sottrarsi alla carestia, alla miseria, alla fame ed alla morte.
Voglio dire a chi, per bieco tornaconto politico, pardon elettorale, lancia reiterati appelli drammatici per le “invasioni dei migranti” che bisognerebbe riflettere sul livello di disperazione raggiunto da quella povera gente, disposta ad imbarcarsi su carrette del mare fatiscenti ed affrontare elevatissime probabilità di rischiosissimi naufragi, pur di sfuggire all’inferno da cui provengono.
E le “invasioni” non sono quelle, siamo seri per cortesia ma, se non poniamo seriamente riparo a quelle condizioni inumane, prima o poi assisteremo a veri e propri conflitti. Ma c’è veramente qualche persona talmente priva di intelligenza e sensibilità da credere che soggetti che, per arrivare in Europa, sperando di sfuggire al proprio crudele destino, mettono in così grave pericolo se stessi ed i propri cari, consapevoli dell’elevatissimo rischio di morire affogati, possano tirarsi indietro dal mettere in atto una insurrezione armata? Bisogna avere il prosciutto sugli occhi per non accorgersi di quanti focolai di rivolta sono attivi al mondo.
Non voglio fare la Cassandra e profetizzare, come lei, tutte le sciagure del mondo, ma credo che ci sia tempo per prevenire quest’ennesimo disastro biblico. Andando ancora avanti così prima o poi una semplice scintilla rischia di coinvolgere il mondo in situazioni apocalittiche.
Senza parlare delle polveriere disseminate sul pianeta, dai Palestinesi privati di un loro stato sovrano, ai colpi di stato sempre più ricorrenti orditi da militari assetati di potere, alla tragedia delle donne in Afghanistan, dei condannati per motivi politici o semplicemente di pensiero nelle più disparate dittature, disseminate un po’ ovunque. Lo studente nord coreano condannato a morte per aver importato una serie televisiva, urla vendetta.
Alla domanda di come si fa a risolvere tanti annosi problemi ed allontanarne i relativi pericoli incombenti su tutti noi, la risposta c’è e si chiama seria e concreta cooperazione internazionale, aggregazione di stati con cessione di parte dei poteri alla confederazione o unione che sia, un mondo meno egoista, dominato dal dio denaro, e che sappia veramente, attraverso l’equità sociale ed economica, garantire il pacifico futuro del mondo intero e con tanto la sua prosperità.
Tutte considerazioni ineccepibili, solo che li vedete voi, cari lettori, i leader di Cina, India, Europa, Russia ed Usa mettersi d’accordo? Al tavolo delle trattative si siedono sempre e solo per negoziare qualche vantaggio di qualsiasi genere per il proprio Paese o peggio, per gli amici degli amici del leader al potere. Gli accordi per il clima sono la prova provata. Il riscaldamento globale è una tragedia imminente ed impossibile da nascondere, eppure a Glasgow, solo “bla, bla, bla”, come ha stigmatizzato Greta Thunberg, che con quelle tre parole ha trasmesso al mondo la fotografia di un fallimento epocale.
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