Xi incontra altri quattro capi di stato
L’obiettivo sarebbe quello di dare una spinta alla diplomazia cinese, ma la stampa occidentale osserva che i cinque (Putin e gli altri 4) sono tutti leader di Paesi “autoritari”, cioè non democratici. Un summit di dittatori praticamente. Gratificante?
Gianvito Pugliese
Il vertice russo-cinese ha suscitato dure reazioni da Taiwan e da Washington, ne ho appena scritto, e Xi Jinping, che su queste Olimpiadi invernali a Pechino, conta per creare a se stesso ed al suo Paese una immagine internazionale, che non sia basata esclusivamente sulla crescita economica, ha incontrato stamane singolarmente quattro capi di Stato stranieri: i leader di Serbia, Egitto, Kazakistan e Turkmenistan.
Gasato dall’accordo concluso con Putin, a mio sommesso avviso, non proprio un capolavoro di diplomazia internazionale: grande coesione tra i due, solo confermata, c’era da sempre, anche se ultimamente un po’ appannata, ma ricapiterà ogni qualvolta l’interesse dei due Paesi non convergerà e si scontreranno, come è accaduto anche recentemente, Xi ha indetto un grande banchetto per oggi. a tema Capodanno lunare, nella Grande Sala del Popolo di Pechino. Un banchetto che segna la prima volta che Xi partecipa ad un raduno di leader statali da prima dello scoppio del COVID-19, in Cina alla fine del 2019.
Brindando “alla salute ai suoi colleghi leader“, Xi ha espresso “un sentito ringraziamento a tutti i governi, i popoli e le organizzazioni internazionali che hanno a cuore e sostengono le Olimpiadi invernali di Pechino. La Cina ha fatto ogni sforzo per superare l’impatto dell’epidemia di coronavirus, ha adempiuto seriamente ai suoi impegni solenni nei confronti della comunità internazionale e ha assicurato che le Olimpiadi invernali di Pechino si svolgessero come programmato“. Dichiarazioni pubblicate a caratteri cubitali dall’agenzia di stampa Xinhua, che ci fotografa impietosamente lo stato dei media nella Cina comunista.
Oltre trenta leader internazionali sono arrivati a Pechino per partecipare alla cerimonia di apertura delle Olimpiadi invernali del 2022. Stati Uniti e molti altri paesi occidentali hanno boicottaggio l’evento per le crescenti tensioni geopolitiche, ponendo l’accento sulle denunce di violazioni dei diritti umani nella regione nord-occidentale del Xijiang.
Il Global Times, gestito dal Quotidiano del Popolo del Partito Comunista, ha respinto le considerazioni dei media stranieri non allineati, secondo i quali l’evento Olimpionico aveva attirato in Cina, solo leader “autoritari”. Il maggiore organo di stampa cinese li accusa in un editoriale di usare “cliché anti-cinesi obsoleti”.
Xi ha incontrato individualmente il presidente del Kazakistan Kassym-Jomart Tokayev, il serbo Aleksander Vucic e l’egiziano Abdel Fattah Al-Sisi questa mattina, ha riferito l’agenzia di stampa Xinhua, per approfondire il tema degli investimenti infrastrutturali legati alla Belt and Road e della cooperazione nella lotta contro COVID-19.
Ha, poi, detto al presidente del Turkmenistan Gurbanguly Berdymukhamedov che i loro Paesi dovranno approfondire la cooperazione sulla fornitura di gas naturale alla Cina.
Non ho mai condiviso atteggiamenti razzisti nei confronti dei laboriosi cinesi, insediatisi in Italia con fiorenti attività commerciali, ma ci metto il carico da undici in questa occasione. A ben vedere dopo l’incontro di ieri con Putin, che incarta un’alleato potente nella sua esibizione muscolare al confine ucraino, gli ospiti odierni con cui Xi stringe accordi sono, oltre che dittatori, chiamarli “autoritari” è un eufemismo, tutti o quasi Putin dipendenti. La scelta di mettersi contro l’occidente è pericolosissima per la Cina, ma se Xi ritiene che stringere migliori e più forti rapporti con la Russia di Putin, giovi al suo Paese, buon pro gli faccia. Ma se poi si becca le sanzioni con blocchi di tecnologie occidentali vitali per la produzione cinese, mi sa tanto che queste Olimpiadi non segneranno un rilancio ma una catastrofe
Kevin Rudd, ex primo ministro australiano e presidente dell’Asia Society, ha definito la dichiarazione congiunta Xi-Putin come “altamente significativa“. È stata “la prima volta dalla scissione cino-sovietica che la Cina ha preso una posizione definitiva sulla sicurezza europea per sostenere la Russia su qualcosa di così fondamentale come la NATO” ha scritto oggi Rudd.
Inutile ribadire, l’ho appena scritto nel precedente articolo, e ribadito in apertura di questo, che Taiwan ha dichiarato che i tempi dell’accordo erano “spregevoli”, aggiungendo che il governo cinese stava portando vergogna allo spirito dei Giochi.
Non pratico più sport ed il peso ne risente, ma amo lo sport e la sua nobiltà, quando c’è, com’è normale che avvenga, con lo spirito del “vinca il migliore” e del motto “L’importante non è vincere ma partecipare”, attribuito a Pierre de Coubertin, pedagogista e storico francese, che ha reso possibile la rinascita dei Giochi Olimpici Moderni, ma in realtà pronunciate dall’arcivescovo della Pennsylvania, Ethelbert Talbot, nella cattedrale di San Paolo di Londra, in occasione della cerimonia in onore degli atleti partecipanti alle Olimpiadi del 1908. M’indigna e m’infuriamo le notizie di gare truccate e lordure che inzozzano alcune delle cose pulite, che ancora sopravvivono in una società che ha elevato a proprio Dio il denaro, ed il connesso potere finalizzato a procuralo. Per questo, automobilismo e tennis a parte, che adoro, prediligo il dilettantismo fatto da gente che si sacrifica per amore autentico dello sport che pratica.
Xi è riuscito a portare a compimento il difficilissimo compito di alienarsi in un sol colpo l’Occidente e tutti gli sportivi del Mondo. Più che una gaffe drammatica. un comportamento da minus habens, ma, l’ho sempre detto, i dittatori, con tutto il loro seguito, sono sempre e solo quello. Ed il mondo, che ne ha visti tanti all’opera. a cominciare da Adolf Hitler, ormai lo sa fin troppo bene.
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