Zelenskiy: “Colloqui di pace più realistici”

E Biden in Europa partirà dalla visita alla Nato

Gianvito Pugliese

L’attenzione dei media internazionali rimane puntata sull’Ucraina, ma si sposta leggermente, interessandosi più ai colloqui di pace che ai bollettini di guerra, che peraltro sono sempre più puntuali.

E’ incredibile come il mondo si abitui a tutto. Certamente è una difesa essenziale per vivere e sopravvivere, ma non è però di certo edificante. Vedere le foto di bimbi rifugiati, privi sia di un arto che dei genitori, tutto strappatogli ferocemente ed orribilmente dalla megalomania di un folle dittatore, perché gira e rigira, questa è la storia, non può non provocare legittimo sdegno, infinita pietà e tanta rabbia. E rabbia, che è molto di più, non solo ira, mi fanno i finti pacifisti che a dozzine sono spuntati come funghi. Non amano la pace, che si costruisce solo impedendo a dittatori folli e sanguinari di perseguire i propri disegni, amano il quieto vivere nelle comodità del proprio guscio.

“Ma si, ma che vuole sto’ Zelenskyi, ma chi è questo attore comico prestato alla politica, si arrendesse e facciamola finita. Mentre faccio colazione, pranzo o cena devo “digerirmi” queste immagini catastrofiche che mi disturbano”. Caro, Papa Francesco, la pandemia non ci ha insegnato proprio nulla. L’uomo, o meglio parte di esso, continua a chiudersi dentro il suo guscio, a badare al proprio orticello, morto e sepolto ai grandi problemi del pianeta in cui vive. Come diceva il Manzoni: “In tutt’altre faccende affaccendato, a questa roba è morto e sotterrato”. Passano i secoli, ma tutto resta immutabilmente e tristemente uguale nell’animo umano.

Vabbè, guardiamo il bicchiere mezzo pieno e pensiamo ai medici che sono partiti per l’Ucraina, che soccorrono e medicano i feriti, incuranti delle bombe a grappolo che piovono dal cielo per mano di criminali, non soldati, ai Colleghi inviati di guerra la cui lista dei morti si sta drammaticamente espandendo, ai volontari di ed in Paesi non opulenti che non fanno mancare l’accoglienza migliore possibile ai rifugiati. Della serie immutabile: “Quando hai fame e freddo, e vorresti almeno un piatto di minestra calda, chiedila al povero, te la darà, non chiederla al ricco, è tempo perso”.

Andiamo ai fatti riferiti dalla grande stampa mondiale.

Il presidente ucraino Volodymyr Zelenskiy ha dichiarato che i colloqui di pace di oggi hanno un aspetto più realistico, ma è necessario più tempo, anche se gli attacchi di aerei russi mietono vittime inermi anche nella capitale Kiev ed i rifugiati dall’invasione di Mosca hanno raggiunto e superato i 3 milioni.

Mosca non ha conquistato nessuna delle 10 città più grandi dell’Ucraina nella sua invasione iniziata il 24 febbraio, il più grande assalto a uno stato europeo dal 1945.

Da Kiev aleggia la speranza che la guerra possa finire prima del previsto, forse entro maggio. Mosca potrebbe venire a patti, rassegnandosi alla sua incapacità di imporre un nuovo governo con la forza, mentre si esauriscono nuove truppe.

Gli incontri continuano e, mi risulta, che le posizioni durante i negoziati suonano già più realistiche. Ma c’è ancora tempo perché le decisioni siano nell’interesse dell’Ucraina”, le parole di Zelenskiy.

Zelenskiy ha precisato che prima dell’invasione l’Ucraina era pronta ad accettare garanzie limitate di sicurezza dall’Occidente, mentre a lungo termine aspirava ad aderire alla NATO. R’ il punto nodale per Mosca, che vede qualsiasi futura adesione dell’Ucraina alla Nato come una minaccia e pretende garanzie che non si unirà mai.

Il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov. mentre si leccava le ferite delle sanzioni, ha affermato che era insensato prevedere progressi immediati nei colloqui: “Il lavoro è difficile e nella situazione attuale il fatto stesso che (i colloqui) proseguano è probabilmente positivo”.

La Russia continua a definire l’invasione come una “operazione militare speciale” per “smilitarizzare e denazificare” il Paese. L’Ucraina e l’occidente lo definiscono un pretesto infondato per una guerra che ha sollevato timori di un conflitto assai più ampio in Europa, e che potrebbe scatenarsi alla prossima mossa aggressiva delle Russia. Gli arruolamenti in Transnistria, dove c’è una possente base militare russa, non fanno presagire nulla di buono per la Moldavia e l’intera Europa.

Joe Biden, intanto, farà la sua prima visita in Europa da quando la Russia ha invaso l’Ucraina. Il suo obiettivo discutere la crisi con gli alleati della NATO, ha dichiarato la White House.

Biden parteciperà, infatti, a una riunione dei leader della NATO a Bruxelles il 24 marzo. In realtà una riunione convocata ad hoc per il leader statunitense..

Biden dovrebbe annunciare oggi ulteriori 800 milioni di dollari per la sicurezza all’Ucraina, fa sapere la Casa Bianca.

Per le Nazioni Unite, che finalmente imbroccano un numero, più di 3 milioni sono finora fuggiti dall’Ucraina, con oltre 1,8 milioni in arrivo nella vicina Polonia.

A Kiev, circa la metà dei 3,4 milioni di residenti ha abbandonato la capitale e molti trascorrono le notti rifugiandosi nelle stazioni della metropolitana.

I bombardamenti di ieri su Kiev hanno ucciso almeno cinque civili. Molti edifici, colpiti dalle bombe sono andati in fiamme fiamme e le vittime sono finite sepolte sotto le macerie. La Russia, ovviamente nega di prendere di mira i civili, anche se la Cia ha intercettato ordini dal Cremlino di colpire duramente la popolazione ucraina.

Circa 2.000 auto, addentratesi nel primo corridoio umanitario dall’inizio dell’invasione, hanno lasciato la città portuale meridionale di Mariupol, assediata e luogo della peggiore crisi umanitaria finora vista.

Un convoglio con rifornimenti per Mariupol, dove i residenti sono alla disperata ricerca di cibo e acqua, è rimasto bloccato nella vicina Berdyansk a causa dei militari russi.

Più di 100 autobus con civili a bordo, hanno lasciato la città assediata di Sumy nel nord-est , fa sapere la Croce Rossa. 

La Russia afferma di controllare la regione di Kherson nell’Ucraina meridionale, ma non ci sono conferme ufficiali.

Fox News ha annunciato la morte di un secondo suo giornalista nello stesso incidente, un auto incendiata, in cui un cameraman della Fox è deceduto.

Il conflitto ha portato al totale isolamento economico della Russia e il costo si è visto oggi, quando il Cremlino, devastato dalle sanzioni, ha barcollato sull’orlo del suo primo default del debito internazionale dalla rivoluzione bolscevica.

Mosca avrebbe dovuto pagare $ 117 milioni di interessi su due obbligazioni sovrane denominate in dollari che aveva venduto nel 2013, ma deve affrontare limiti nell’effettuare pagamenti e ha parlato di pagare in rubli, il che provocherebbe un default. 

Boris Johnson è in visita oggi in Medio Oriente per incontrare il principe ereditario Mohammed bin Zayed negli Emirati Arabi Uniti. Dopo avrà un colloquio con il principe ereditario Mohammed bin Salman in Arabia Saudita. Obiettivo: garantire più flussi di petrolio.

Lavoreremo con loro per garantire la sicurezza regionale, sostenere gli sforzi di soccorso umanitario e stabilizzare i mercati energetici globali a lungo termine”, le parole di Johnson.

Ieri Stati Uniti, Unione Europea e Gran Bretagna hanno annunciato ulteriori sanzioni, e Mosca ha reagito inserendo Biden e altri statunitensi in una “lista di arresto” che impedisce loro di entrare in Russia.

Le recentissime sanzioni dell’UE sono dolorosissime per Mosca, in quanto includono divieti agli investimenti nel settore energetico, alle esportazioni di beni di lusso a Mosca e alle importazioni di prodotti siderurgici dalla Russia. Praticamente economia bloccata.

Bloccati anche i beni di altri leader aziendali, che si ritiene sostengano la Russia. Il blocco più eclatante, quello ai danni del proprietario della squadra di calcio del Chelsea, Roman Abramovich.

Per interventi utilizzare il “Lascia un commento” o scrivere alle e-mail info@lavocenews.it o direttore@lavocenews.it. Per seguirci su Facebook potete mettere il “mi piace” sulla pagina La Voce News o iscrivervi al gruppo lavocenews.it. Grazie.