Caffè con il lettore
Iran attacca e colpisce martedì militanti beluci in Pakistan, che stamane attacca due gruppi, sempre beluci, in Iran. Stesso nemico? Non proprio e la tensione cresce.
Gianvito Pugliese
Carissime/i ospiti del caffè… stamane, finalmente, torniamo ai nostri temi preferiti che sono quelli che, superando gli angusti confini di casa nostra, spaziano per il Mondo. Purtroppo però la notizia internazionale del giorno non è delle più esaltanti, un eufemismo per non dire che è decisamente preoccupante.
Un nuovo focolaio bellico si è acceso: il Pakistan, avvalendosi di droni, missili e razzi killer, ha colpito questa mattina militanti separatisti beluci all’interno dell’Iran. Teheran, d’altro canto, due giorni fa aveva dichiarato di aver attaccato le basi di un altro gruppo all’interno del territorio pakistano.
Un’agenzia si stampa iraniana sostiene che diversi missili hanno colpito un villaggio nella provincia del Sistan-Baluchestan, al confine con il Pakistan, uccidendo almeno nove persone. Ancor prima riferiva che tre donne e quattro bambini, tutti non iraniani, avevano trovato la morte.
Tra Pakistan ed Iran spesso i rapporti sono stati parecchio tesi, al limite della rottura, ma questa volta le rispettive incursioni transfrontaliere non stanno creando particolari problemi.
Il ministero degli Esteri pakistano: “Un certo numero di terroristi sono stati uccisi durante l’operazione basata sull’intelligence -attraverso- una serie di attacchi militari di precisione altamente coordinati e mirati contro i nascondigli dei terroristi“. Ha poi aggiunto: “Il Pakistan rispetta pienamente la sovranità e l’integrità territoriale della Repubblica islamica dell’Iran… L’unico obiettivo dell’atto di oggi era il perseguimento della sicurezza e dell’interesse nazionale del Pakistan, che è fondamentale e non può essere compromesso”.
Tutto bene, allora, non proprio se un alto funzionario della deifesa pakistana dichiara: “L’esercito è in allerta “estremamente” alta e che affronterà con forza qualsiasi “disavventura” da parte iraniana”.
Infatti, l’Iran non l’ha presa proprio bene se il portavoce degli Esteri iraniano, Nasser Kanaani dichiara “L’Iran condanna fermamente gli attacchi. L’incaricato d’affari del Pakistan, il suo diplomatico più anziano a Teheran, è stato convocato per fornire una spiegazione”.
Un altro segnale di crescente tensione, anche se ancora funzionano i rispettivi canali diplomatici, è la notizia da Islamabad, capitale del Pakistan, che “il primo ministro ad interim del Pakistan, Anwaar-ul-haq Kakar, interromperà la visita al Forum economico mondiale di Davos e tornerà a casa”.
L’esercito pakistano rende noto che: “Gli attacchi di precisione sono stati effettuati utilizzando droni assassini, razzi, munizioni vaganti e armi a distanza… gli obiettivi erano basi utilizzate dal Fronte di liberazione del Baloch (BLF) e dall’associato Esercito di liberazione del Baloch.
Una sorta di risposta alla dichiarazione iraniana di due giorni prima “di aver colpito obiettivi all’interno del Pakistan che riteneva fossero basi di Jaish al Adl (JAA).
Sia Pakistan che Iran hanno nel mirino gruppi di etnia baluchi, ma non è chiaro il legame di JAA con gli altri due.
Ed i primi ad avviare i canali diplomatici sono stati i pakistani che mercoledì hanno richiamato il proprio ambasciatore a Teheran in segno di protesta contro una “palese violazione” della loro sovranità.
Teheran aveva attaccato recentemente sia in Siria siti dello Stato Islamico, che in Iraq, un centro di spionaggio israeliano. Baghdad ha subito richiamato l’ambasciatore iracheno a Teheran, in segno di marcata protesta.
Ci rassicura relativamente il fatto che tra Pakistan ed Iran “stessero migliorando i rapporti, con il ministro degli Esteri iraniano Hossein Amirabdollahian e Kakar del Pakistan che si sono incontrati a Davos questa settimana, prima degli attacchi iraniani al Pakistan“.
Di diverso avviso Asfandyr Mir, esperto senior sulla sicurezza dell’Asia meridionale presso l’Istituto americano per la pace, che ha dichiarato a Reuters: “La motivazione dell’Iran per attaccare il Pakistan rimane oscura, ma alla luce del più ampio comportamento iraniano nella regione può intensificarsi… Ciò che causerà ansia a Teheran è che il Pakistan ha oltrepassato il limite colpendo all’interno del territorio iraniano, una soglia che persino gli Stati Uniti e Israele sono stati attenti a non oltrepassare“.
E le reazioni diplomatiche dei due Paesi in effetti non depongono a favore di poter valutare questo focolaio realmente sotto controllo. Il rischio che un’azione di una delle parti possa far degenerale la tensione e trasformarla in un ennesimo conflitto, di cui il Mondo non avrebbe proprio bisogno, rimane alto.
Penso che sia il caso di seguire attentamente questo scenario inquietante, sperando di non dover riferire di peggioramenti delle relazioni tra i due Paesi, già fin troppo tese.
A domani.
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