La questione della Transnistria e le ombre della storia recente

La tensione crescente tra Moldova e Transnistria richiede un approccio ponderato mentre il fantasma della storia si materializza nelle azioni geopolitiche contemporanee.

Rocco Michele Renna

La recente richiesta di “protezione” della Transnistria a Mosca contro le presunte pressioni della Moldova ha sollevato un allarme internazionale. È difficile non notare i parallelismi con i tristi eventi che hanno preceduto l’invasione russa dell’Ucraina, con la Moldova ora sul piede di guerra. Ma cosa si nasconde dietro questa terra contesa?

La Transnistria, una regione separatista filo-russa della Moldova, situata lungo il fiume Dnestr, ha una storia turbolenta. De iure parte della Moldova, la sua indipendenza de facto è stata dichiarata nel 1991, senza riconoscimento internazionale. Dopo un breve conflitto nel 1992, i negoziati hanno portato a una relativa stabilità fino alle recenti esplosioni e alle mosse politiche che risvegliano vecchi fantasmi.

La revoca del sostegno russo alla sovranità moldava nel 2023 ha alimentato ulteriori tensioni, con la Transnistria ora in bilico tra dialogo e annessione. La comunità internazionale è chiamata a intervenire, con richieste di ritorno al tavolo dei negoziati e all’impegno per la pace.

Ma mentre i leader di Chisinau e Tiraspol adottano toni di pacificazione, la presenza militare russa in loco e le crescenti voci di annessione gettano ombre preoccupanti sul futuro della regione. Le analogie storiche con i preludi della invasione russa dell’Ucraina riportano alle analogie della Seconda Guerra Mondiale con la Germania di Hitler, analogie che non possono essere ignorate, la Grande Russia come la Grande Germania? Sono analogie con la geopolitica contemporanea che sembrano eco di tempi oscuri.

È fondamentale che la comunità internazionale agisca con prontezza e determinazione per evitare un’escalation. L’Onu, l’Osce e altre istituzioni devono raddoppiare gli sforzi per facilitare il dialogo e la risoluzione pacifica delle dispute territoriali. La NATO deve mantenere una vigilanza attenta, assicurandosi che l’aggressione non passi inosservata.

L’Europa deve rimanere unita nel condannare qualsiasi azione che minacci la stabilità della regione. Le parole di Einstein: “Io non so come sarà la terza guerra mondiale ma la quarta sarà combattuta con pietre e bastoni”, sulla terza guerra mondiale, ci ricordano le conseguenze catastrofiche della mancanza di diplomazia e cooperazione internazionale. L’alternativa è impensabile: un conflitto che potrebbe trasformare il mondo dove le pietre e i bastoni diventano armi di distruzione, se riuscirà a sopravvivere a un conflitto nucleare.

La situazione in Transnistria è un richiamo al passato, ma anche un monito per il futuro. È tempo di guardare avanti, imparare dagli errori della storia e impegnarsi per un mondo in cui la pace e la cooperazione prevalgano sulle divisioni e sul conflitto.

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