Procedura d’infrazione aperta da UE contro la Polonia
Nel mirino dell’Unione Europea le modifiche al sistema giudiziario ed alla violazione, conseguente, delle prescrizioni europee a tutela di democrazia e libertà di stampa.
GP
L’Europa, finalmente, comincia a far sul serio ed a farsi sentire con quei Paesi in cui il Coronavirus, più che una pandemia da combattere con tutti i mezzi disponibili, è divenuta una ghiotta occasione per esautorare parlamento, magistratura e mettere un bavaglio alla libertà di stampa. A comunicarlo è la vicepresidente dell’Esecutivo UE, Vera Jurova, che anzitutto ha precisato che la Polonia deve rispondere all’UE “per la legge approvata il 14 febbraio che apporta modifiche al funzionamento del sistema giudiziario, col serio rischio di un controllo politico del sistema”.
Un pallino fisso di tutti i sovranisti e di qualche dittatore, più o meno mascherato.
“Il virus non può uccidere la democrazia”, ha affermato Jurova, invitando Varsavia a rispondere e mettersi in regola nei due mesi che la procedura concede. Ha poi ulteriormente precisato che l’UE “sta monitorando la situazione con attenzione in tutti gli stati membri ed in particolare in Ungheria”. Ed ha concluso: “Sono 20 quelli che hanno adottato lo stato d’emergenza per affrontare la crisi. Riconosciamo che una situazione eccezionale richiede soluzioni eccezionali, ma questo non significa che la costituzione ed il Parlamento debbano essere spenti ed i giornalisti silenziati”.
Speriamo che il rispetto dei valori democratici su cui è stata fondata l’Unione Europea sia finalmente fatto rispettare e non si risolva tutto nella solita bolla di sapone. L’Unione Europea dovrebbe aver capito che è ora di svegliarsi e di far rispettare le regole.