A Conversano la storia scende in piazza.
A Conversano in piazza in pizza Cesare Battisti una conversazione che ha fatto rivivere al folto pubblico accorso momenti salienti della resistenza meridionale, liquidata sommariamente con il nome di “brigantaggio”
Antonella Cirese
Sabato 1° Ottobre a Conversano la storia è scesa in piazza con il primo appuntamento con la “nostra storia” (scusate il bisticcio di parole) che ha visto come protagonista il “brigante “ Francesco Saverio L’abbate e la sua fucilazione con i sette compagni di ventura da parte della Guardia nazionale nel grande Lamione della Masseria Carbonelli a Conversano.
La serata è stata organizzata dalla Fondazione” Francesco II delle Due Sicilie”, dall’associazione culturale e ambientale “Stella del Monte” e dalla rivista “Onda del Sud”, con lo scopo di far conoscere la nostra storia e le nostre radici alla comunità, che solo attraverso la ricerca e la ricostruzione storica può meglio riscoprire le tradizioni e la cultura del proprio territorio riallacciando con esso legami più profondi e consapevoli.
L’incontro, in piazza Cesare Battisti, con un pubblico attento e partecipativo, si è snodato in una conversazione guidata dalla scrivente con il dott. Carlo De Luca -studioso di storia locale e della vicenda L’ Abbate- con Michele Ladisa meridionalista e responsabile delle Rivista “Onda del Sud e con Don Luciano Rotolo, Presidente della Fondazione” Francesco II delle Due Sicilie”. Il tema della serata è stato arricchito dalla mostra itinerante di cartelli storici a cura della prof.ssa Mariagabriella Sabato, presidente della citata associazione culturale e ambientale “Stella del Monte” e da brani musicali eseguiti dal chitarrista Ony Marton.
La conversazione ha preso spunto dalla fucilazione di Francesco Saverio L’abbate e i suoi sette compagni di cui nulla si sa; l’unica certezza è quella che i sette furono uccisi nella corte della masseria Carbonelli il 3 gennaio1863 e i loro corpi, dopo il vilipendio su una piazza di Conversano -ora piazza Cesare Battisti- furono inumati, in una fossa comune, nel cimitero della stessa antica cittadina pugliese.
Del fatto è stato rinvenuto un solo documento, ossia la delibera del consiglio comunale di Conversano.
Carlo de Luca da questo fatto storicamente accaduto e certificato, si è cimentato nella ricostruzione dell’episodio immaginando che in realtà la banda dei briganti avesse deciso di arrendersi. Nonostante ciò venne eseguita una fucilazione di massa da parte della Guardia nazionale di Conversano, senza, preventivamente, celebrare alcun processo.
Da qui una serie di osservazioni sul fenomeno del brigantaggio che afflisse il Mezzogiorno per 10 anni dopo l’Unità d’Italia.
Come dice de Luca, richiamandosi alle parole di Nicola Zitara, grande meridionalista, all’indomani dell’avvenuta Unità d’Italia, nacque una “colonia”. Una colonia che corrispondeva all’ex Regno delle due Sicilie che si estendeva dagli Abruzzi alla Sicilia.
“Quello che scatenò la reazione dei “sudici africani” più umili -reazione che venne definita spregiativamente ” brigantaggio”- fu in particolare la mancata assegnazione delle terre da lavorare, come era stato promesso da Garibaldi e l’abrogazione degli usi civici (legnatico, spigolatura, pascolo, fungatico, erbatico ecc) che per secoli, fino al momento dell’Unità d ‘Italia, avevano consentito alla popolazione povera una soddisfacente sopravvivenza. E si aggiunsero l’abolizione dei Monti Frumentari utilissimi, addirittura provvidenziali in momenti di maggiore necessità ed urgenza, perchè concedevano prestiti anche in natura, ai contadini, la coscrizione obbligatoria, che comportava una ferma di leva lunghissima, dai sei agli otto anni, ed un imposizione fiscale pesantissima, che incideva maggiormente sulle condizioni dei più indigenti”. Inoltre, sempre citando Zitara: ” Il governo unitario mise in vendita più di un milione di ettari di terre comuni, facendo cassa per due miliardi di lire-oro che da Sud si trasferirono a Nord”.
La conversazione ha preso per mano gli spettatori, stimolando la loro curiosità intellettuale, per indagare e scoprire da soli chi fossero stati davvero “i briganti”.
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