Autonomia differenziata: la nuova minaccia alla solidarietà nazionale
Il segretario generale del Partito Meridionalista denuncia l’impatto negativo della legge sulle autonomie differenziate e il persistere della questione meridionale nell’unità italiana.
Rocco Michele Renna
L’Italia, una nazione che ha attraversato secoli di storia, continua a essere caratterizzata da dinamiche regionali complesse e, talvolta, divisive. L’ultimo capitolo di questa saga è rappresentato dalla legge sulle autonomie differenziate, oggetto di discussione e preoccupazione da parte del Segretario Generale del Partito Meridionalista.
In un comunicato stampa inviato alla redazione, il Segretario Generale esprime profonda preoccupazione riguardo alle possibili conseguenze della nuova legislazione. Secondo la sua visione, tale normativa potrebbe acuire ulteriormente le disparità tra le regioni, trasformandosi in un’arma che favorisce le già ricche a discapito delle più povere. L’allarme è particolarmente forte quando si tratta delle regioni del sud, che storicamente e sistematicamente hanno affrontato le maggiori sfide economiche e sociali.
riceviamo e volentieri pubblichiamo:
“AUTONOMIA DIFFERENZIATA, NON PER TITOLI MA PER FATTI.
Dopo 162 anni di una sorta di unità d’Italia, i meridionali tutto dovrebbero fare fuorché prendere sotto gamba provvedimenti truffaldini come quella sull’Autonomia Differenziata.
C’è chi scrive e afferma che un provvedimento va giudicato non dai titoli ma per i contenuti e si può essere d’accordo.
C’è chi scrive e afferma che l’Autonomia Differenziata già concessa con voto al Senato (perché mai non dovrebbe essere votata anche alla Camera?) alle regioni del Veneto, Lombardia ed Emilia Romagna non sarà attuata in quanto i LEP, merce di scambio con l’Autonomia Differenziata, non disporranno dei fondi pubblici necessari. Quindi, a parere di questi sapienti buontemponi, tutto resterà sulla carta, nulla sarà attuato, nulla cambierà per il sud.
Come se 162 anni, dall’unità d’Italia ad oggi, tutte le politiche per il sud non abbiano rappresentato un autentico costante raggiro; come se la politica di questi 162 anni non abbia insegnato un cavolo laddove partiti e regioni del nord hanno sempre trovato il modo di sottrarre danaro e ogni tipo di risorse al Sud, infischiandosene di Costituzione e leggi.
Certo è che I’ A.D. è uno scellerato compromesso tra i partiti al governo ma è anche di peggio: è una stomachevole pastetta tra territori, visto che una della tre regioni, l’Emilia Romagna, è governata dal centrosinistra, quello stesso centrosinistra che nelle aule parlamentari fa finta di osteggiare l’Autonomia Differenziata. Se non facesse finta il PD espellerebbe il suo Presidente, anche governatore dell’Emilia Romagna Stefano Bonaccini, intimerebbe la caduta della Giunta Emiliana in forza di ben 22 consiglieri regionali cioè la stragrande maggioranza.
I meridionali e soprattutto se “meridionalisti” veri, non possono né devono da una parte affermare che A.D (autonomia differenziata). è “un imbroglio inestricabile ed inattuabile”, e dall’altra concedere la possibilità che “in qualunque modo si realizzi concretamente il compromesso”. Sono ingiustificate contrastanti opinioni tese al pavoneggiamento della personalità e del claudicante pensiero nonché lesive per le menti disattenti e per gli interessi di tutto il sud.
Giusto non fidarsi dei titoli. figuriamoci per i contenuti di certi articoli.
firmato
Michele Ladisa (segretario Generale Partito Meridionalista)”
La questione meridionale, nata nel 1860 in seguito all’unità d’Italia, sembra ancora lontana dalla risoluzione. La scarsa attenzione alle esigenze del sud e di altre regioni meno fortunate ha contribuito a perpetuare le disuguaglianze. La mancanza di un progetto di coesione nazionale e la tendenza a favorire le regioni già sviluppate hanno alimentato tensioni e divisioni all’interno del paese.
La riflessione del Segretario Generale si spinge oltre, ponendo in dubbio l’effettivo intento dei fondatori dell’Italia unita. Sospetta che la creazione della nazione sia stata guidata più da un desiderio di dominio e sfruttamento che da un autentico impegno verso la solidarietà e l’unità. La sua accusa è diretta: l’Italia potrebbe essere stata costruita con la forza, ma la costruzione di un popolo unito e solidale è stata trascurata.
La legittimazione delle spinte autonomiste nel sud e in altre regioni è vista come una conseguenza naturale di questa mancanza di coesione nazionale. Ci chiediamo se l’obiettivo originario era davvero quello di creare una nazione unita e solidale o se, al contrario, si è trattato di una strategia per invadere e sfruttare, concentrando il potere e la ricchezza in una sola parte del Paese.
La questione meridionale non è solo una questione geografica, ma un riflesso delle sfide e delle disuguaglianze che ancora oggi caratterizzano l’Italia. Il comunicato del Segretario Generale del Partito Meridionalista invita a una riflessione profonda sull’identità nazionale e sull’impegno necessario per costruire una vera nazione unita, moderna e solidale.
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