Bergoglio dice no all’incontro con Pompeo

Scontro cordiale Usa-Vaticano

Cinzia Montedoro

In un clima  di reciproco riguardo si è svolto  a Roma il summit, organizzato dall’ambasciata Usa presso la Santa Sede: simposio dedicato al tema “Promuovere e difendere la libertà religiosa internazionale attraverso la diplomazia”, in visita ufficiale in Italia, il segretario di Stato americano Mike Pompeo che mercoledì scorso  ha incontrato il premier Conte. Intervenutoal Simposio il segretario Pompeo, che non è stato ricevuto però  da Papa Francesco, ma dal cardinal Parolin. 

Il viaggio di Pompeo   avviene in una fase critica per gli Stati Uniti, a poco più di un mese dalle presidenziali,  contornate dalle proteste del “Black Lives matter”, dalla  pandemia fuori controllo, alle prese di contrasti violenti tra oppositori e difensori  del presidente in carica Donald Trump, accusato anche di frode fiscale e del rischio accusa di brogli alle elezioni in caso di vittoria dell’avversario Biden. Pompeo aveva chiesto un incontro a Papa Francesco, colloquio negato ufficialmente perché il pontefice “non incontra personalmente leader politici mentre sono in campagna elettorale”, aveva spiegato con una nota il Vaticano.

Il summit, introdotto dall’arcivescovo Paul Richard Gallagher, segretario per i Rapporti con gli Stati, è cominciato riportando i saluti di Sua Santità Papa Francesco, a conoscenza dell’ incontro fondato su un tema di grande importanza per la Santa Sede, specialmente nelle sue attività diplomatiche a livello bilaterale come anche multilaterale.

Sullo sfondo la questione dell’accordo con la Cina che il Vaticano è determinato a rinnovare, conferma dell’accordo provvisorio che scade il 22 ottobre con la potenza asiatica, sulla nomina dei vescovi cattolici. Da diverse  settimane Pompeo cerca di bloccare questo patto, dapprima con un articolo scritto di suo pugno su “First Things”, rivista cattolica, in cui si afferma che la Santa Sede “metterebbe a rischio la sua autorità morale se rinnovasse l’accordo” e poi con una serie di tweet al vetriolo. Nel suo intervento, il braccio destro di Trump ha svolto una riflessione sulla Seconda Guerra mondiale, al settantacinquesimo anno dalla sua fine, ha anche ricordato il “ruolo fondamentale di Giovanni Paolo II nell’aver acceso quella rivoluzione della coscienza che ha fatto cadere la Cortina di ferro”, ma ha anche criticato la Cina sul tema della libertà religiosa.

Un’occasione di confronto su un tema assai scottante, è lo stesso Monsignor Paul Richard Gallagher, ministro degli Esteri della Santa Sede, che fredda affermando che Trump stia cercando di strumentalizzare il Papa per la sua campagna elettorale, che secondo i sondaggi lo vede parecchio indietro al diretto avversario Biden. Posizioni distanti quindi, Pompeo mirerebbe ad una presa di posizione da parte del Papa: un tentativo di sottrarre voti al cattolico Biden?  Posizione ferma di Bergoglio atta al dialogo aperto con la Cina e non strumentalizzabile nella campagna elettorale USA.

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