Berlusconi: “Oggi c’è la prima donna premier perché ho creato il centrodestra”

“Una coalizione plurale che ha scritto pagine indelebili della Repubblica”

Gianvito Pugliese

Una brevissima premessa, prima delle considerazioni dell’86enne Cavaliere di Arcore. Oggi il tono usato dalla Meloni nelle repliche, violento ed aggressivo più nella forma mi è parso, che nella sostanza, non mi è piaciuto. Toni da comizi per aizzare una folla che urla e protesta a sua volta, non da usare in Parlamento soprattutto dallo scanno del Primo Ministro. Ci eravamo forse viziati con lo stile Mario Draghi, piaccia o meno ciascuno ha il proprio stile.

E a proposito di Primo Ministro, qualcuno spieghi a Berlusconi, ammesso che accetti spiegazioni da qualcuno, magari la Senatrice Renzulli, che tutto può, si dice, che il Premier in Italia non esiste, ci sono il Presidente della Repubblica ed il/la Presidente del Consiglio, tant’è che il centrodestra vorrebbe fare ed ha annunciato nel suo programma una modifica radicale della Costituzione per introdurre il Premier appunto, e mica é ancora chiaro se presidenzialismo alla francese o all’americana. E non è una differenza da niente.

Tornando a Berlusconi: “La coalizione di centrodestra è una quella a cui ho dato vita 28 anni fa e che da allora ad oggi ha scritto pagine fondamentali nella storia della Repubblica realizzando una democrazia compiuta, una democrazia di tipo europeo, basata sull’alternanza fra due poli legittimati dal voto degli italiani. Se oggi per la prima volta alla guida del governo del Paese, per decisione degli elettori, c’è una esponente che viene dalla storia della destra italiana, questo è possibile perché 28 anni fa è nata una coalizione plurale, nella quale la destra e il centro insieme hanno saputo esprimere un progetto democratico di governo per la nazione”.

Ha continuato: “Non è questo il momento, onorevoli senatori, per ricordare i tanti successi ottenuti dai governi di centro-destra che ho avuto l’onore di presiedere, ma una sola cosa voglio rivendicare con orgoglio: i nostri governi hanno sempre avuto come stella polare del loro agire la stella polare della libertà. Non abbiamo mai approvato una norma, una legge, un provvedimento, che potesse ridurre gli spazi di libertà dei cittadini. Non abbiamo mai compiuto una scelta di politica internazionale, che non fosse dalla parte dell’Occidente e della libertà”.

Ed ha concluso: “Sono assolutamente sicuro che il nuovo governo seguirà questa stessa strada, questi stessi principi, e quindi noi oggi voteremo convintamente la fiducia e da domani lavoreremo con lealtà, con passione e con spirito costruttivo, per realizzare il nostro programma”.

Francamente spesso mi riconosco afflitto da mania di onnipotenza, quando sono costretto ad arrendermi davanti all’evidenza e scopro che il sangue dalle rape non si cava. E provarci non è assolutamente consigliabile.

Ma sentire da Berlusconi equipararsi a un Dio capace di creare dal nulla, nel caso di specie la coalizione di centrodestra francamente, troppi anni o meno, non si può sentire. Altro che autodefinito paladino della libertà. Appena sceso in politica il suo primo obiettivo è stato quello di distruggere un partito dalle grandi tradizioni politiche e culturali: il Pli. Ed ha cancellato il Partito liberale italiano in men che non si dica, offrendo ponti d’oro ai suoi migliori esponenti e facendoli poi sistematicamente fuori (in senso ovviamente politico) in tempi da primato mondiale.

Non è assolutamente vero che tra liberali ed estrema destra non ci fossero rapporti. Basta ricordare che la squadraccia di camicie nere, che a Mola (venti Km del litorale a sud di Bari) trucidò il conversanese Giuseppe Di Vagno, partì proprio da Conversano e più precisamente dalla sede del Partito liberale di quel paese dov’erano nascoste le armi utilizzate per il brutale assassinio. Non mi pare, dunque, si possa legittimamente sostenere che tra liberali ed estrema destra non ci fossero rapporti ed anche strettissimi.

Magari sarebbe stato più giusto ricordare alla Meloni che, se lui non avesse deciso di far fuori anche Gianfranco Fini (maestro della stessa), distruggendolo anche grazie alla sua potenza mediatica, la Meloni non avrebbe creato quei Fratelli d’Italia, che ha portato in pochi anni ad un successo incredibile, ricambiata dagli stessi, che le hanno spalancato il portone di palazzo Chigi.

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