Calenda Sindaco di Roma

Calenda, non sembra, ma è un buon comunicatore. I suoi toni burberi, il suo apparire contro tutti, ergo contro il sistema, piace.

GP

Carlo Calenda ci prova e mette all’incasso il credito vantato presso Matteo Renzi, acquisito quando in Puglia lo ha affiancato nel sostenere la candidatura del sottosegretario Scalfarotto. Una candidatura che aveva solo lo scopo di togliere qualche voto ad Emiliano, nel momento in cui sembrava appaiato con Fitto ed in una situazione pericolosa. Pensavano di essere decisivi, ma Emiliano nelle urne ha stravinto.

Carlo Calenda ha nei sondaggi più o meno lo stesso gradimento di Renzi, solo che Calenda è affiancato dal solo Matteo Richetti, non proprio in auge, mentre Renzi ed il suo partito contano un bel mucchietto di onorevoli, senatori, ministri, sottosegretari. Quasi più degli iscritti. Esagero ma a giudicare dai sondaggi sono tutti scarsi di seguito.

Il primo segnale è arrivato: l’autocandidatura di Calenda a primo cittadino dell’Urbe ha suscitato l’adesione “entusiasta” di Rosato. politico tra i più autorevoli del partito renziano.

Calenda parte con una sfida aperta ai dem, “che non hanno un candidato che sia uno“. Non gli risponde Zingaretti, come probabilmente Calenda avrebbe voluto, ma il segretario Pd di Roma Casu: “È contro la partecipazione popolare alla scelta del candidato ed è contro il governo di cui siamo parte fondamentale. Purtroppo, ancora una volta Calenda divide e la destra brinda”.

Rosato prova un assist cercando di spingere i dem verso Calenda. Ma penso che questa candidatura resterà solo un tentativo di attirare su di se l’attenzione, facendo affidamento nell’improponibilità attuale di un dem che hanno nel loro dna le primarie.

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