Conte tra ripresa post natalizia ed imboscate di Renzi.

Non c’è pace in politica. La tregua non regge neanche fino alla Befana.

GP

Lo confesso, ho qualche difficoltà a comprendere se per Giuseppe Conte sia meno difficile affrontare un virus e le sue conseguenze sul Paese che quotidianamente riserva brutte sorprese o le imboscate di Matteo Renzi. Diminuiscono i casi, tiriamo un sospiro di sollievo, ma ci siamo sbagliati. I tecnici che spiegano che il il tasso Ri (Rischio infezione) non è mai stato così alto: 17,6%. E Conte stamane è alle prese con una riunione con i capi delegazione dei partiti della maggioranza ed il Ministro Francesco Boccia per cominciare a gettare giù le idee per l’Italia post vacanze natalizie, che chiamarle vacanze sembra un’ironia. Vedremo se dal cappello a cilindro uscirà un coniglietto bianco o meno.

Nel frattempo Conte deve affrontare una crisi che si avvicina a grandi passi. Matteo Renzi parla come un fiume in piena: “L’ho apprezzato molto. Sono felice che al Quirinale ci sia un galantuomo che interpreta al meglio il ruolo di garante delle regole che la Costituzione gli impone. Il passaggio su Europa e vaccini, poi, è stato semplicemente magistrale” afferma riferendosi al Presidente Mattarella, e sul suo discorso aggiunge: “L’invito forte alla coesione è un passaggio che condivido totalmente. Abbiamo la più grande chance della storia degli ultimi trent’anni: una mole di risorse mai vista per ricostruire l’Italia. Non possiamo sprecarla. Ora o mai più” Non sarebbe stato da Renzi se non avesse stravolto il significato autentico del discorso di Mattarella per piegarlo alla sua convenienza. Quindi rivolto a Conte: “Il destino dell’attuale esecutivo dipende da Conte prima e dal Parlamento poi, non da me. Noi abbiamo messo per iscritto in due documenti le cose che non ci convincono. Se però le nostre idee danno fastidio, andiamo all’opposizione“. Renzi, non ce l’ho con Lei, ma se la coesione richiesta da Mattarella è questa, mi ricorda tanto l'”Enrico stai tranquillo”. Ma non si ferma qui: ” Conte ha detto che verrà in Parlamento. A mio giudizio ha sbagliato a chiudere così la verifica di governo. Ma se ha scelto di andare a contarsi in aula accettiamo la sfida. Non ho paura della libertà delle persone. Se qualche parlamentare vorrà appoggiare il governo Conte perché convinto dalle parole del premier, bene. Mi fa sorridere che chi è entrato in Parlamento per aprirlo come una scatoletta di tonno finisca col dipendere dalle mosse di Clemente Mastella“. Il tentativo di rompere l’asse Conte pentastellati con questa insinuazione malevola non è all’altezza del personaggio, è sceso parecchio di livello ultimamente. Ma si riprende: ” penso che il premier sia sicuro dei suoi conti, altrimenti avrebbe scelto la strada del confronto politico prima di andare in aula. Se invece andrà sotto, abbiamo varie soluzioni diverse che potranno essere valutate dal Parlamento e dal Capo dello Stato. Anticipare adesso la posizione di Italia Viva sarebbe mancare di rispetto al Quirinale. La Costituzione dice che la legislatura va avanti finché ci sono i numeri in Parlamento, non finché lo dice Conte.” Riappare l’eterno Renzi. Fa finta d’ignorare che il Capo dello Stato ha detto chiaramente: “Se questo governo cade ci sono solo le elezioni“. Se una cosa non gli conviene non esiste. Ma, caro Renzi, esiste eccome e se Mattarella non ritiene utile per il paese un ciambotto (misto di pesciolini assortiti) alla Renzi, buonanotte ai suonatori: con la sua base, il parlamento se lo scorda Lei e tutti i suoi colonnelli senza truppe.

Se Toti, per Cambiamo!, e Cesa per l’Udc smentiscono di poter dare in Senato al governo i voti necessari a sostituire Renzi e co., per il presidente della Camera, Roberto Fico, “serve che tutti i soggetti della maggioranza facciano uno sforzo per scongiurare una crisi che sarebbe incomprensibile e disastrosa. L’appello alla responsabilità e allo spirito costruttivo del presidente Mattarella è stato molto significativo. Siamo in un momento storico delicatissimo, cruciale, verso il quale è impensabile approcciarsi coltivando meri interessi di parte. Sarebbe imperdonabile. Per questo credo che alla fine prevarranno ascolto e responsabilità“.

Siamo alla vigilia di una crisi o il prossimo incontro tra Conte e la Boschi, l’eterna avanscoperta di Matteo Renzi e qualche regaluccio risolveranno il “mezzogiorno di fuoco” annunciato prossimamente sui nostri schermi? Chi vivrà vedrà. Mi ricorda tanto Flaiano: “Sarebbe comico se non fosse tragico.

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