Crisi: aggiornamento pomeridiano sul cantiere.
A che punto le trattative e quali gli ostacoli al lavoro spedito delle delegazioni?
GP
Stamani abbiamo accennato ai lavori in corso nella Sala della Lupa di Montecitorio. I lavori erano appena iniziati e Roberto Fico dopo qualche parola di benvenuto e di introduzione aveva lasciato la sala per consentire alle delegazioni dei gruppi alla Camera e Senato dei partiti disponibili a sostenere il Conte ter la più ampia libertà di discutere fra loro e maturare un’intesa sui punti più importanti, dal Recovery plan, al Mes, dall’economia alla giustizia.
Il nodo sembra in questo momento solo formale. Seconda la stragrande maggioranza delle delegazioni la riunione del tavolo sul programma del governo non dovrebbe concludersi oggi con un documento scritto.
E’ l’opinione di Bruno Tabacci, leader di Cd, e Antonio Tasso, capogruppo del Maie alla Camera: “Non ci sarà alcun documento alla fine della riunione che serve piuttosto a verificare se non ci sono condizioni ostative ad andare avanti con le intese sul nome da indicare al presidente Mattarella per l’incarico“. Parola più, parola meno è quanto sostenuto dai due politici.
I rappresentanti di Italia viva chiedono che il confronto tematico al tavolo sul programma si chiuda comunque con un documento di sintesi. Italia viva ha chiesto, stando ad autorevoli anticipazioni, l’istituzione di una commissione bicamerale per le riforme con presidenza offerta all’opposizione. L’idea di una bicamerale era stata anticipata questa mattina dal deputato di Iv Roberto Giachetti.
In realtà dietro una divergenza apparentemente solo formale si nasconde una diversità di vedute sugli obiettivi da raggiungere. Per i capigruppo di tutti gli altri partiti l’obiettivo dell’incontro, trovata una convergenza di massima sul programma e quello di verificare se non ci sono condizioni ostative ad andare avanti con le intese sul nome da indicare al presidente Sergio Mattarella per l’incarico, in altri termini consentire domani pomeriggio a Fico di informare il Capo dello Stato del via libera a Conte. Italia Viva continua ad insistere per la stesura di un documento di sintesi.
Nella giornata si è appreso che il presidente Mattarella, durante le consultazioni, esercitando il suo diritto d’interlocuzione sulla nomina dei Ministri, aveva circoscritto i margini, dichiarando la sua preferenza per la conferma dei ministri, quantomeno nei ministeri più importanti. Una decisione che mira ad assicurare continuità e a conseguire risultati positivi il più rapidamente possibile.
In fondo le due posizioni non sono inconciliabili. Da una lato ci sono tutti quelli che vogliano che sia immediatamente dato il via libera ad un incarico a Conte e che poi sia lui a presiedere l’incontro destinato a stendere il programma di legislatura, evidentemente scritto, e chiudere così la crisi. Dall’altra c’è Italia Viva che mal sopporta una indicazione del Presidente del Consiglio prima che si siano definiti tutti i punti programmatici.
Italia Viva ha ottenuto parecchio, Matteo Renzi si è messo come fiore all’occhiello l’aver ottenuto attraverso la crisi, di cui si assume paternità e responsabilità, un governo sostenuto da una maggioranza numericamente più corposa e l’attenzione alle sue proposte da inserire nel programma di legislatura. Si è passati da poco dal veto nei suoi confronti di tutti al ritorno di Italia Viva al tavolo della maggioranza. Non mi sembra il caso di trasformare la stesura o meno del documento odierno di sintesi, in una questione essenziale per la nascita o meno del Conte ter. Ma è solo la mia opinione. Posso solo esprimere la speranza che alla fine della serata si trovi un’intesa e si possa procedere vero i passi successivi. Di tempo ne stiamo perdendo davvero troppo.
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