Di Maio vittima sacrificale del tonfo della leadership Conte nel M5S?
Botta e risposta tra il Ministro degli Esteri ed il leader pentastellato ed apparato di sostegno, in un momento in cui il Movimento è alle pezze.
Gianvito Pugliese
Situazione complessa, ma non difficile da leggere. Alla base comportamenti ingenui e facilmente decifrabili da parte di chi cerca disperatamente di arrestare l’emorragia di consensi. All’elezioni politiche del 2018 si toccò il top col 32,7% alla Camera e 32,2% al Senato. Oggi le proiezioni più serie lo danno anno al 12,3% ed il disastroso primo turno delle amministrative sposta l’asticella del consenso sempre più in basso. Una vera debacle, senza contare che il M5S è la formazione politica che ha registrato il maggior numero di defezioni e di cambi di casacca dei suoi parlamentari, sia alla Camera che al Senato. Particolare non di poco conto. Dal Conte I ad oggi, con Conte due volte presidente del Consiglio e poi leader-capo politico, una caduta inarrestabile.
Potrei avviare questo discorso dall’inizio o dall’ultima novità in merito e preferisco la seconda. Secondo il Consiglio nazionale M5S (in copertina), almeno stando alla versione dei fatti raccontata dal suo ufficio stampa, Luigi Di Maio avrebbe fatto “dichiarazioni che distorcono le chiare posizioni assunte in questa sede il 16-17 maggio (e prima ancora dello scorso 26 aprile), e oggi integralmente ribadita, sempre all’unanimità”. Quindi “In particolare le dichiarazioni circa una presunta volontà del M5S di operare un “disallineamento” dell’Italia rispetto all’Alleanza euro-atlantica e rispetto all’Unione Europea sono inveritiere e irrispettose della linea di politica estera assunta da questo Consiglio Nazionale e dal Movimento, che mai ha posto in discussione la collocazione del nostro Paese nell’ambito di queste tradizionali alleanze”. Ed ancora: “Queste dichiarazioni, unitamente a quelle che evocano un clima di incertezza e di allarme in materia di “sicurezza nazionale” e quindi di instabilità del nostro Paese, sono suscettibili di gettare grave discredito sull’intera comunità politica del M5S, senza fondamento alcuno”.
Ma non basta al comunicato “fiume in piena”, forse per compensare il Po ridotto, dalla siccita e dai cambiamenti climatici, ad un torrentello di scarsa portata. Infatti: “La nostra posizione – ribadita in ogni occasione – è invece saldamente ancorata alla Carta delle Nazioni Unite, all’appartenenza euro-atlantica dell’Italia e costantemente orientata a rafforzare il processo di integrazione dell’Unione Europea, e auspica fortemente un deciso protagonismo del nostro Paese, nel quadro di queste tradizionali alleanze, al fine di favorire un’escalation diplomatica che, unitamente alla rigida applicazione delle sanzioni contro il regime russo, contribuisca alla soluzione diplomatica e politica del conflitto ucraino”.
“Il Consiglio Nazionale“, conclude la nota, “pertanto, confida che cessino queste esternazioni lesive dell’immagine e della credibilità dell’azione politica del Movimento 5 Stelle”.
Confesso di aver apprezzato il Conte del governo giallo-rosso, la sua gestione della pandemia -anche se ascrivibile, nel bene e nel male, anzitutto, a Roberto Speranza ed al Cts -comitato tecnico scientifico- del Ministero della Salute. Ho trovato le sue conferenze stampa a reti unificate un eccesso di presenzialismo, ma transeat, nulla d’imperdonabile.
Non ho per nulla apprezzato, e le pagine di questo giornale lo testimoniano, la manovra di Marco Renzi per far cadere quel governo, anche se l’avvento conseguente di Mario Draghi ha dato all’Italia una visibilità ed un’autorevolezza a livello europeo ed oltre, che con “Giuseppi” era lontana anni luce. Ed ora siamo nella terna dei Paesi che “sono l’Europa” ed i risultati negativi del ballottaggio in Francia ci fanno salire al secondo posto, con un Olaf Scholz, piuttosto ondivago ed altalenante, la scalata in poll position è possibile. Altro sarebbe stato competere con Angela Merkel, ed altra sponda avrebbe avuto l’Europa in questo frangente. Non dimentichiamo che se Alexey Navalny è vivo, lo si deve ad Angela Merkel che costrinse Putin a “rilasciarlo” dall’ospedale siberiano dove giaceva in coma e farlo trasportare in Germania, dove riuscirono a curarlo e scoprire che il coma era stato provocato da veleni chimici, in possesso dell’Fnb (l’erede del Kgb). Chiudo la parentesi e torno al tema.
Di Maio, che fino ad oggi non mi è mai capitato di difendere, in effetti ha accusato la maggioranza interna contiana di voler disallineare il Paese “dalle alleanze storiche in cui è, dalla Nato e dall’Ue” e l’ex premier (peraltro, non nominato esplicitamente) di voler riportare il M5S a quello antagonista di dieci anni fa, tanto che alza bandiera bianca sulla sua battaglia interna: “Allora che senso ha cambiare la regola del secondo mandato?” ha chiesto. Tanto che Grillo è intervenuto a in difesa di Conte sul limite del secondo mandato: “Il Supremo mi ha parlato“, e “offre -secondo Askanews – un assist a Conte sul mantenimento del tetto al doppio mandato per gli eletti, tema su cui saranno chiamati a esprimersi gli iscritti”. Francamente “Il Supremo mi ha parlato” se la poteva risparmiare, trovo quelle parole poco ironiche e più affini alla blasfemia, e non sono un praticante, ma uno che rispetta la fede di chiunque altro.
Trovo, a dirla tutta, la nota del CN M5S (Consiglio Nazionale del Movimento ….) assai discutibile ed inopportuna. Accusa Di Maio di aver esternato, dimentico che “i panni sporchi si lavano in casa”, ma fa altrettanto, attaccando un Ministro pentastellato. E poi, parliamoci apertamente, abbiamo tutti sentito due dichiarazioni di Conte. La prima, intesa ad ottenere che a Kiev l’Italia non fornisse armi offensive, senza peraltro mai spiegare la differenza inesistente tra armi offensive e difensive. La differenza la fa come le adoperi non come sono fatte. Se il missile lo usi per abbattere un aereo che ti sta bombardando è uso difensivo, se lo usi per colpire il Cremlino, probabile sia uso offensivo, anche se si può nutrire qualche dubbio in proposito, sulla liceità di colpire i tuoi carnefici.
Giusto intensificare le iniziative diplomatiche, ma Putin da quell’orecchio non ci sente (vuole prima raggiungere militarmente i suoi obiettivi di conquista e annessione territoriale e non solo del Donbas). Per converso anche Zelenskiy non vuole trattare, se non dopo aver rispedito ogni invasore fuori dell’Ucraina. Di grazia, Conte, la diplomazia con chi va a parlare? Nei suoi viaggi a Mosca con Salvini. all’epoca del Conte I. non si è reso conto che il Russia conta solo la parola ed il pensiero del novello zar Pietro il Grande, reincarnato nell’orso Vladimiro? Non ci vuole un’aquila per comprendere che Putin e sua compagnia cantante tratta solo ed esclusivamente per ingannare e ottenere tempo utile a proseguire le operazioni militari di conquista. Ma si è mai vista una trattativa di pace senza il preventivo cessate il fuoco? Il due volte presidente del consiglio. stando seduto a Palazzo Chigi un bel po’, non l’ha imparato?
E poi, ciliegina sulla torta, Conte, compreso che la sua proposta farà la fine che merita, parte con la minaccia. Parafraso: “Gli iscritti hanno manifestato il loro disagio a continuare a stare il questa maggioranza e sostenere il governo Draghi”, non aggiunge guerrafondaio, ma lo lascia intuire. Potrebbe pure esserci quel disagio, ma la base la si consulta sempre, salvo non consultarla se stare in maggioranza o meno, se sostenere il governo Draghi o meno? A me pare molto strano. Per essere sincero la reputo una minaccia farlocca, per imporre una straordinaria cosa priva di senso. E che la sostenga Dibattista è la controprova della sua mancanza di senso e di buonsenso.
Non voglio inveire e fare come Maramaldo, tal quale viene dipinto da Francesco Ferrucci, morente: “Vile, tu uccidi un uomo morto“, ma oggi il dialogo-lite nei cinque stelle mi par molto simile alle Fakenews impudiche della propaganda del Cremlino, destinata anche ai non pochi minions di casa nostra. Invenzioni di colpe inesistenti, rifiuto di riconoscere i propri fallimenti.
Enrico Letta farebbe bene e seguire attentamente e tirare le somme per il suo campo largo.
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