Elezioni presidenziali in Russia con cyberattacchi ucraini ai seggi
La Russia si trova al centro di una controversia internazionale mentre si svolge la seconda giornata di elezioni presidenziali, con accuse di cyberattacchi dall’Ucraina e proposte di legge per rafforzare la sicurezza elettorale.
Rocco Michele Renna
La seconda giornata di voto per le elezioni presidenziali in Russia è iniziata all’insegna della tensione e della controversia, con la partecipazione del 38,5% degli elettori chiamati alle urne per consegnare un nuovo mandato a Vladimir Putin, secondo il vice presidente della Commissione elettorale russa, Nikolai Bulaev. Un aspetto significativo è stato il notevole interesse per il voto elettronico, che ha visto la partecipazione salire fino all’82% degli aventi diritto registrati sulla piattaforma Deg, con anche il Presidente Putin che ha espresso il suo voto tramite questa modalità.
Tuttavia, l’atmosfera di questo momento cruciale è stata oscurata dalle accuse di cyberattacchi provenienti dall’Ucraina. Secondo fonti dell’intelligence militare ucraina, il sistema di voto elettronico delle elezioni russe è stato violato e sono stati condotti attacchi informatici contro i servizi informatici del partito Russia Unita, che sostiene il Presidente Putin. “Il sito web dei servizi statali russi non funziona. Il sistema di voto mente. Gli specialisti informatici dell’intelligence militare ucraina hanno aggirato tutti i sistemi di protezione. Andremo avanti fino alla fine delle votazioni“, riferiscono le fonti di Ukrinform. In risposta, il partito vicino a Putin ha denunciato un attacco “su larga scala” a tutti i suoi servizi elettronici, con la necessità di sospendere alcune risorse secondarie per garantire il funzionamento delle infrastrutture critiche.
Le tensioni si sono ulteriormente acuite con le dichiarazioni provenienti da Mosca, che hanno accusato l’Occidente di aver fatto di tutto per disturbare le elezioni presidenziali. Maria Zakharova, portavoce del ministero degli Esteri di Mosca, ha criticato l’Occidente per le campagne di disinformazione sul web e il blocco di app e piattaforme digitali russe, definendoli “un fattore di influenza molto serio“. Tuttavia, ha sottolineato che tali sforzi non hanno avuto successo, evidenziando l’unità all’interno della Russia.
Parallelamente, la Duma, la camera bassa del parlamento russo, ha proposto di aumentare a otto anni la pena per chi cerca di interrompere il processo elettorale “con incendi dolosi o altri mezzi pericolosi”. Secondo Yana Lantratova, deputata del partito filo Cremlino Una Russia giusta-Per la verità e membro della commissione parlamentare sulle ingerenze straniere, l’attuale penalità per tali azioni non è sufficiente per contrastare efficacemente le minacce alla sicurezza elettorale.
In conclusione, mentre la Russia continua il suo processo elettorale farsa, è evidente che la giornata è stata caratterizzata da una serie di eventi che hanno amplificato le tensioni politiche e le preoccupazioni per la sicurezza informatica. Resta da vedere come queste controversie influenzeranno l’esito finale delle elezioni presidenziali e quali saranno le misure adottate per garantire la sicurezza e la legittimità delle elezioni, già di per se viziate per limiti imposti ai candidati. Tanto per essere più chiari, se non dichiari di condividere l’aggressione dell’Ucraina, non puoi candidarti contro lo zar Vladimiro. Evviva la democrazia russa.
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