Governo Conte al capolinea?

Oggi la stampa è molto più attente e punta i riflettori sulla crisi in atto.

GP

Ieri abbiamo dedicato ben due articoli alla crisi che abbiamo seguito con molta attenzione. Il primo dedicato allo scenario della tensione tra Conte e Renzi, che non prometteva nulla di buono, il secondo a poche ore sul degenerare di quella tensione a dimostrazione della quale le dichiarazioni della Bellanova.

Oggi prendiamo atto che i toni dei giornali sono cambiati. Non è più la solita schermaglia tra Conte e Renzi, almeno secondo autorevoli Colleghi che curano le pagine della politica, camminiamo a gran passi verso una crisi che non si sa quali risvolti possa avere.

Che il Governo non abbia preso alla leggera le minacce di Italia Viva di andare all’opposizione lo dimostra il tentativo messo in atto dalla maggioranza attraverso suoi autorevoli esponenti di farsi supportare dai “responsabili” per sopperire ai voti un forse dei renziani. Il tentativo è fallito miseramente stando alle dichiarazioni di Totti e Cesa.

In politica mai escludere nulla e non è escluso, anche se difficile, un superamento delle attuali tensioni tra Conte e Renzi. Indicative che la possibilità esista ancora sono le parole di Maria Elena Boschi, che per lunga tradizione cura i rapporti tra Palazzo Chigi ed Italia Viva. “Noi non vogliamo la crisi di governo, ma dipende dal Presidente del Consiglio“, afferma l’ex Ministra renziana. Molto più brusco ed ironico il renziano Davide Faraone: “Qualcosa devono fare altrimenti la prossima conferenza di fine anno Conte se la guarda da casa” . Le prime mi sembrano più cariche di valenza politica, le seconde in linea con un personaggio politico spesso sulle righe.

Conte, riferiscono i bene informati, è pronto a cancellare la fondazione per la cybersecurity, presente anche nell’ultima bozza del piano. Ma non basterà a placare l’offensiva di Renzi. La delega ai Servizi potrebbe essere ceduta ad una personalità terza che Conte considera di sua fiducia. Sono due delle richieste avanzate da Renzi a Conte, ma il vero casus belli sul quale si gioca la sopravvivenza del Conte-bis è l’utilizzo delle risorse del Recovery fund. Tanto per cambiare sono i soldi quelli che contano ed i 209 miliardi del fondo europeo a disposizione dell’Italia sono il vero nodo della questione. Conte dovrebbe ripatire pressochè da zero nella formulazione del piano avviando una estenuante mediazione che trovi alla fine la sintesi tra le richieste dei vari partiti. Perchè l’accoglimento delle richieste di Renzi non può avvenire da solo, ed apre la stura alle richieste di tutti i partiti della maggioranza, ognuno dei quali ha settori ed interessi da proteggere.

Mi viene da scrivere, con buona pace dell’interesse del Paese a veder ipotizzato un piano capace di traghettare l’Italia verso un futuro più roseo dove le disuguaglianze storiche vengano sanate, perchè o cresce tutto il Paese armonicamente o non ci rialzeremo mai.

Se la strada dell’intesa non porterà a nulla le alternative sono due, o un Conte -ter con altre forze in sostituzione dei renziani, alcuni dei quali peraltro potrebbero lasciare Italia Viva, ove passasse all’opposizione, o un incarico con un governo di minoranza per traghettare l’Italia alle elezioni nel luglio prossimo.

Se si arrivasse a questo dovrebbero prendere tutti atto del fallimento di una legislatura che on è stata capace neanche di dotare il Paese di una legge elettorale adeguata alle risultanze referendarie.

Ma tutta la partita è ancora da giocare e sarà interessante seguire i comportamento dei vari giocatori in campo. Intanto sui media già impazza il toto premier con nomi quali Cartabia e Draghi. E forse è l’aspetto più deteriore del momento, perchè nomi di personaggi così autorevoli non si possono bruciare giusto per avanzare ipotesi, anche se campate in aria,

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