Governo Draghi: saltata oggi la nomina dei sottosegretari.
Tensione tra i partiti della maggioranza nessuno dei quali si accontenta della proposta.
GP
Oggi Draghi aveva annunciato che il Governo sarebbe entrato nella sua completezza con la nomina dei sottosegretari. Marcia indietro, non c’è accordo tra i partici, anzi tutti parlano apertamente di tensioni nella maggioranza. Il primo atto decisionale di Draghi frana e non trova la maggioranza a sostegno. Fortunatamente non è un atto all’esame del Parlamento, altrimenti sarebbe già la crisi.
E’ fin troppo chiara la triste storia a venire per il Paese, E’ stato messo in campo uno scienziato dell’economia, un nome capace di ridare al Paese in Europa quell’autorevolezza che aveva quando fu tra i fondatori dell’Ue e che si era perso per strada grazie all’inadeguatezza di diversi presidenti di Consiglio avvicendatisi, ma al grande tecnico arriva subito un segnale forte e chiaro. Il primato spetta alla politica e la politica siamo noi, non tu.
Non so se le cose oggi sarebbero andate diversamente se Draghi, anzichè fare orecchie da mercante e far finta di non essersi accorto di Salvini che attaccava l’euro e Giorgetti e Garavaglia impegnati a distruggere l’operato del collega ministro Speranza, avesse immediatamente preso le misure ed i provvedimenti necessari a ristabilire un minimo d’ordine in casa. La Lega ha acceso la miccia del “ciascuno per conto suo” e tutti liberi di agire a piacimento, ma come avrebbe compreso immediatamente uno scafato in politica, la palla è stata colta al balzo da tutti. E siamo già alla totale anarchia. Forse ora Draghi si starà rendendo conto di quale sarà il suo futuro: una via crucis su ciascun provvedimento per trovare il punto d’equilibrio che accontenti un po’ tutti, che poi sia chiaro è l’esatto opposto dell’interesse del Paese. Altro che accelerazione grazie ad una maggioranza sulla carta capace anche di riforme lampo di rango costituzionale.
Sembra che Draghi stia già pensando a sacrificare i tecnici per accontentare in qualche modo i partiti della sua maggioranza faraonica quanto poco concreta. Si vocifera di un incontro urgente chiesto da Draghi al Capo dello Stato. Un poco prestino, la fiducia era scontata, ora arrivano le note dolenti, i provvedimenti concreti e la nomina dei sottosegretari è solo la prima delle prossime mille noti dolenti, perchè ogni provvedimento sta a cuore ad alcuni e scontenta altri. E se la maggioranza non ha un minimo di coesione portare avanti la baracca è impossibe ed “ad impossibilia nemo tenetur” (alle cose impossibili nessuno è tenuto).
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