Il caffè con il lettore
Lo spunto da un articolo-sondaggio de La Repubblica per parlare della Donna
Gianvito Pugliese
Benvenuti cari ospiti del caffè… della domenica, seconda giornata dedicata alla donna.
I sondaggi della Supermedia di YouTrend (ai quali ci affidiamo per la nostra rubrica) sono fermi al 2 febbraio. I dati più aggiornati vengono da Demos per l’Atlante Politico pubblicato su Repubblica.
Ma se Repubblica puntava al sondaggio politico in quanto tale a me interessano solo tre dati aggiornati e cioè quelli di Fratelli d’Italia, del PD e di + Europa. Per il semplice fatto che sono i tre partiti nel panorama politico italiano ad avere per leader una donna: Giorgia Meloni, Elly Schlein ed Emma Bonino.
Visto che ci siamo diamoli questi benedetti dati, così come li legge La Repubblica, secondo la quale ” Il partito della premier Giorgia Meloni, Fratelli d’Italia (FdI), è sceso di 2 punti, rispetto a un anno fa. Ma supera ancora, di poco, il risultato ottenuto alle Politiche, nel settembre 2022. Dunque negativo, ma non del tutto.
Nell’altro campo “l’opposizione si conferma un campo “diviso”. E, quindi, certamente “non largo”. Il Pd, svanito l’effetto Schlein, è sceso al 19,6% dopo aver toccato il 20,6 lo scorso giugno, ma comunque segna un + 2 rispetto al 17,5 dello scorso febbraio”. Bocciata l’opposizione nel complesso, quanto al PD Elly Schlein rimane una risorsa che ha dato risultati.
E chiude con “In fondo troviamo +Europa, di Emma Bonino“.
Tre leader donne non sono poca cosa, ma su una dozzina di partiti in campo, non rispetta di certo la parità di generi. Ma c’è un dato che non dobbiamo ignorare. FdI più PD totalizzano, secondo il citato sondaggio, 47,8% e se aggiungiamo il partito della Bonino superiamo, sia pure di misura il 50%.
Non poca cosa in un mestiere, quello del politico, riservato storicamente agli uomini. Se togliamo Nilde Iotti, e qualche altra rara mosca bianca, fino alla fine della prima repubblica le dita di una mano erano per contarle più che sufficienti.
Non c’è che dire due donne leader dei partiti uno e due dello scenario nazionale sono un risultato più che positivo ed apre alle donne teoricamente tutte le porte.
E se forse per la Bonino, figura storica d’eccellenza dei radicali italiani, sarebbe il caso di chiudere il percorso politico attivo, lo dicono i numeri non io, optando per essere la madre nobile del movimento che da consigli dal di fuori dell’agone, una questione francamente mi sconcerta.
In questo periodo, che riconosco essere ancora breve, di donne al vertice della politica italiana, sia in maggioranza che all’opposizione, non mi sembra di aver visto un solo provvedimento a tutela delle donne. Lasciamo perdere la propaganda del “date figli alla patria” di mussoliniana memoria, che trovo umiliante per la donna relegata al rango di fattrice, io parlo, anzi scrivo, di provvedimenti realmente efficaci per ridurre sensibilmente, fino ad annullare il divario tra i due sessi, a cominciare dal mondo del lavoro e dalle rispettive retribuzioni.
Mi sarei anche aspettato una maggior sensibilità da parte loro alle esigenze quotidiane della donna che lavora. D’accordo la società man mano si sta evolvendo e la figura del padre padrone sta gradualmente scomparendo, così come quella dell’uomo che in casa non muone un oggetto che sia uno, pena la perdita della sua dignità di uomo. Ormai sono retaggi obsoleti, destinati a sparire, ma che ancora resistono soprattutto a causa di un livello culturale della popolazione non certo dei migliori. In concreto potenziare i nidi, gli asili, finanziare l’assistenza domestica per la donna in carriera, mi sembra il primo passo indispensabile per colmare quel divario. Ma di questi provvedimenti, sarò distratto io, ma non ne ho trovato traccia alcuna.
Mi auguro che in futuro questa carenza venga colmata, e se questo editoriale avrà data un sia pur modesto contributo, ne sarò davvero felice.
A domani, sperando che si possa tenere ancora accesi i riflettori sulla Donna.
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