Il caffè con il lettore
Ragioniamo sui risultati pressoché definitivi delle elezioni in Sardegna
Gianvito Pugliese
Mancano 22 sezioni per scrutinare completamente i voti regionali della Sardegna, ma dato il ritardo saranno scrutinate dai tribunali territorialmente competenti. Care/i ospiti del caffè… il risultato, non del tutto scontato, è arrivato con Todde, la candidata del campo largo (che Conte chiama “campo giusto”; se anche in momenti di giubilo come questo. non fa un distinguo di lana caprina, sembra star male), vince per poco più di tre incollature, direbbero i tifosi delle corse ippiche.
Il risultato delle elezioni in Sardegna, che anche se parziale, è ormai praticamente definitivo, si presta a diverse letture, che vorrei analizzare con Voi.
Alessandra Todde (in copertina tra Schlein e Conte), candidata del centrosinistra, vince con il 45,3% dei voti pari a 330.619. Sarà la prima presidente donna della Sardegna. Disporrà, per effetto del premio di maggioranza, di 36 seggi, compreso il suo. Paolo Truzzu, che si è elegantemente congratulato con la Todde, si è fermato al 45% pari a 327.695, seguono l’ex governatore Soru con l’8,7 pari a 63.021 e Lucia Chessa con l’1% pari a 7.147. Sono i dati delle sezioni scrutinate: 1822 su un totale di 1844.
Il voto disgiunto ha pregiudicato il risultato del candidato di centrodestra, favorendo la Todde. Infatti, il centrosinistra ha ottenuto per le sue liste 290.318 voti, pari al 42,6%, mentre il centrodestra 333.050, cioè il 48,8%.
Truzzu dopo le congratulazioni e gli auguri alla Todde, si è assunto personalmente la responsabilità della sconfitta. Determinante è risultato il voto dei cagliaritani. Solita conferma delle grandi città progressiste e dei centri minori, a prevalente economia agricola. conservatori.
Quanto ai partiti, si rivoltano le solite due prime posizioni dei sondaggi. Nelle elezioni regionali della Sardegna il primo partito è Pd il partito col 13,8% e oltre 94mila voti. Lo segue Fratelli d’Italia col 13,6% e quasi 93mila voti. Un risultato straordinario che se fosse confermato alle Europee avrebbe peso determinante sulla tenuta del Governo.
Per la Lega si verifica un flop pazzesco: il 3,8%, pari a 25.589 voti. Il M5S col 7,8%, ed oltre 53mila voti è il secondo partito della coalizione del Campo largo di centrosinistra. Segue l’Alleanza Verdi Sinistra col 4,7% e quasi 32mila voti.
Alessandra Todde ha dichiarato: “Sono qui per dire che sono molto contenta e orgogliosa, credo che oggi si può scrivere una storia nuova per la Sardegna. Ringrazio il mio staff, è stato un grande lavoro di squadra, io non sono un capopopolo, sono molto felice di ringraziare loro, le persone che hanno lavorato con me… Sono la prima donna presidente, sono contenta di essere al fianco di Conte e Schlein, la coalizione ha investito su questo risultato”.
Per i vinti un capro espiatorio Truzzu, per i vincenti la Todde attribuisce il merito alla coalizione che l’ha sostenuta ed in particolare a Conte e Schlein.
E se Conte, come ho già detto parla di “campo giusto”, intestandosi il merito della scelta della Todde, Schlein: “Dalla Sardegna parte uno squillo di tromba che fa bene a tutta la compagnia dei progressisti. Un’alternativa a questa destra è possibile… Dal 2015 il centrosinistra non strappava una regione alla destra. La strada, forse, è quella giusta“.
Mi spiace constatarlo, ma la vittoria sembra non colmare nel centrosinistra il divario tra chi punta alla coalizione e chi invece sul personalismo da orticello.
Una chicca di queste elezioni va sottolineata. Camilla Soru, figlia dell’ex presidente Renato Soru, si è candidata coi dem ed è diventata parlamentare regionale, mentre il padre, arrivato terzo, non ha diritto ad uno scanno. Ha le idee chiare e, partendo dal padre ha dichiarato: “Sono contenta che non finirà per essere ricordato come il responsabile della sconfitta del centrosinistra. Spero stia bene, e non ci sia rimasto male, in campagna elettorale non ci siamo mai incrociati. Per la legge elettorale in Sardegna non entrerà in Consiglio, il terzo candidato non entra anche se rappresenta tanti voti, un’assurdità che proveremo a cambiare… La nostra è una vittoria totalmente sarda, però è chiaro, avrà un grande peso nazionale. Ma ha vinto Todde e con lei i sardi e il futuro di questa terra… ha perso un sindaco che è stato bocciato senza appello dai suoi cittadini, anche perché in una campagna elettorale da grande assente… Schlein ha saputo ascoltare il suo partito regionale, noi dirigenti, e in questo modo la vittoria è stata di tutti”. Conclude auspicando che il risultato in Sardegna “imponga di rilanciare” il dialogo tra Pd e M5S.
Sono francamente curioso di sapere se le 22 sezioni mancante miglioreranno o meno il divario tra i primi due candidati governatore, ma è solo una mera curiosità da giornalista e da politologo. Quei voti non possono cambiare il risultato.
Il silenzio di Salvini e della Meloni, sono eloquenti. La sconfitta di Truzzu, candidato della Meloni darebbe a Salvini un’arma straordinaria in vista delle trattative per le candidature alle europee, ma è un’arma spuntata alla luce del pessimo risultato della Lega.
Non so se corrisponde al vero una voce riportatami, da autorevoli ed attendibili colleghi sardi sul fatto che il No della Meloni a Salvini sulla ricandidatura di Soru, avrebbe indotti molti leghisti ed anche segretari di sezione della Lega a votare per il centrosinistra e la Todde. Se risultasse confermata il destra centro imploderebbe rovinosamente. Questo rende probabile che, ammesso che sia vero, non sia interesse né della Meloni, né di Salvini farlo emergere, utilizzandolo e confrontarsi poi sulla circostanza.
Questo attenendosi alle regole della prudenza, che in politica non dovrebbe mai venir meno, ma è pur vero che questa maggioranza ci ha abituati ad assistere a tutto ed al contrario di tutto. Che dirvi? Staremo a vedere ciò che accadrà. Ripeto, però, che il silenzio dei due maggiori leader del centrodestra non fa presagire nulla di positivo.
A domani.
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