Il caffè con il lettore
In Abruzzo anche a destra uno sconfitto: Salvini e la Lega
Gianvito Pugliese
Care/i ospiti del caffè… ci eravamo proposti di approfondire insieme i dati delle regionali dell’Abruzzo. Al momento nulla ci aiuta ad approfondire. Unica novità rilevante un articolo del Sole 24Ore, il quotidiano economico della Confindustria, che titola “Anche nel centrodestra c’è uno sconfitto: Salvini e la Lega“. L’analisi che ne fa la Collega Barbara Fiammeri è assolutamente inappuntabile. Non solo numeri, ma analisi inquadrata nella crisi della leadership di Salvini come segretario della Lega, che nonostante s’impegni come nessun altro, non miete nuovi consensi, anzi ne perde sistematicamente.
Il fatto che la campana a morto (politica, ovviamente) per il Capitano venga dal quotidiano della Confindustria chiarisce che la Lega a conduzione Salvini vede sfaldarsi la sua tradizionale roccaforte: gli industriali del Nord.
E più Salvini tenta di rastrellare voti da Fratelli d’Italia e, finanche, da Forza Italia, sulla cui sopravvivenza alla morte di Berlusconi, nessuno avrebbe puntato un solo euro, più incarta risultati negativi. Ai fedelissimi di Salvini, sempre meno numerosi, non resta che rassegnarsi ed ammettere che Salvini, protagonista un tempo di un exploit della Lega senza precedenti, ora è finito e deve farsi da parte. Diversamente saranno i Castelli, Fedriga e Zaia a metterlo da parte e la cosa sarà, oggettivamente, più dolorosa ed indecorosa.
Salvini stava puntando tutto per le Europee sul generale Vannacci, ma finanche questo strano personaggio in cerca d’autore, gli ha già voltato le spalle ed ha dichiarato che ove decidesse di candidarsi lo farebbe con Castelli, che rappresenta oggi nella Lega la linea originaria di Bossi.
Insomma sono anni che non ne imbrocca più una. C’è chi mi ha fatto osservare che non è che lui sia cambiato: grosse le sparava e grosse continua a spararle. Ma sono cambiati i tempi e se, anche un politico, non è capace di adeguarsi, è destinato in breve a scomparire dalla scena.
Concordo con questa osservazione. Sbaglierò, ma non ha torto la Meloni a preoccuparsi del caso Lega-Salvini. Potrebbe essere un autentico cavallo di Troia per il suo governo e la sua maggioranza. Non si può ragionevolmente escludere che chi verrà dopo il Capitano (ma capitano di cosa, poi?) voglia provare a ricostruire il consenso con quello che la Lega sa far bene da sempre e cioè una opposizione rigida ed oltranzista, da classico partito sovranista europeo. Per essere sinceri, non vedo altra strada possibile che rinnegare la linea nazionale di Salvini e provare ad arroccarsi nelle terre d’origine, quelle che un tempo hanno consentito di crescere e tenersi stretto l’elettorato.
A domani.
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