Il caffè con il lettore

Si è spento il vento di destra. Foggia, un feudo storico della destra, espugnato da Maria Aida Episcopo

Gianvito Pugliese

Maria Aida Episcopo vince al primo turno con il 52,78% dei voti. Si è presentata alle elezioni comunali di Foggia, feudo storico della destra, come candidata sindaco del campo largo progressista, Pd, M5S, Azione e altre sei liste civiche. Una vittoria netta: il candidato del centrodestra centrodestra Di Mauro, Raffaele Di Mauro, sostenuto dal centrodestra unito, si è fermato a a meno della metà dei voti ottenuti dalla Episcopo, totalizzando il 24,76%.

“Sarò la sindaca di tutti, a partire dagli ultimi”. Sono le prime parole di 
Maria Aida Episcopo, la neo eletta sindaca di Foggia, quando non era ancora finito lo spoglio ma la sua vittoria al primo turno era divenuta certa.

Ed ha proseguito: “Il voto espresso dalla maggioranza delle elettrici e degli elettori foggiani traccia senza se e senza ma la via del cambiamento che Foggia ha voluto intraprendere, con buona pace di quanti avrebbero voluto  riconsegnarla ad una visione miope e senza prospettive di crescita reali. Il mio ringraziamento e quello del campo largo progressista va a quanti si sono spesi nell’azione  di riscatto sociale e politico, per quella rinascita che la nostra città attendeva e per la quale ci siamo battuti con la forza della ragione e delle idee”.

Elly Schlein, segretaria nazionale del Pd “Foggia rialza la testa. L’abbiamo detto venerdì davanti a una piazza gremita di persone per sostenere Maria Aida Episcopo. E oggi quel sogno si realizza”. E Antonio Decaro interviene a supporto: “Da stasera anche Foggia ha una sindaca e una nuova amministrazione comunale democraticamente eletti. Un grosso  augurio di buon lavoro a Maria Aida Episcopo e alla sua squadra”. E rivolgendosi ai foggiani: “che da domani tornano a essere protagonisti del loro destino. Ora  tocca a voi . Voi che nella vostra città ne avete viste tante e nessuno può sapere quanto bruciano le ferite  che vi portate addosso.Siete voi gli unici a poter salvare Foggia. Con la schiena dritta, l’orgoglio nel cuore e la forza dell’onestà”. Tra i big politici nazionali, sono intervenuti per complimentarsi anche Giuseppe Conte e Carlo Calenda.

La neo sindaca è stata dirigente del Provveditorato agli Studi. Sessanta anni, democratica da sempre, è stata assessore all’istruzione con il Pd nella consigliatura guidata dal sindaco Gianni Mongelli.

Non certo esaltante l’affluenza alle urne che ha registrato la partecipazione del 60,38% degli aventi diritto al voto. Nel 2019 votò il 66,74%.

Ricordiamo che Foggia, unitamente a Villaricca (Napoli), Nocera Terinese (Catanzaro),  Simeri Crichi (Catanzaro) e Rosarno (Reggio Calabria) e, nella regione siciliana, a San Giuseppe Jato e Bolognetta (Palermo) e Calatabiano  (Catania), usciva dalla gestione commissariale per  infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso. L’ex sindaco leghista del capoluogo dauno era stato arrestato.

E’ vero che l’Episcopo ha avuto la strada spianata dalla pessima gestione del centrodestra nella precedente legislatura, ma sono anche vere due cose.

Il campo largo ricercato inutilmente da Enrico Letta non era, come si disse, una chimera. La Schlein ha continuato a perseguirlo e nel primo caso in cui si realizza l’unione del centrosinistra la vittoria è schiacciante.

Ma la vittoria schiacciante del centrosinistra, aldilà degli indubbi meriti della Episcopo, significa che il vento favorevole alla destra, quello che ha portato Giorgia Meloni a Palazzo Chigi, si sta spegnendo irreversibilmente a causa, probabilmente, del malgoverno e delle promesse elettorali disattese con nonchalance,

Vico teorizzò i corsi ed i ricorsi storici. Fu la stessa cosa, infatti, per la discesa in campo di Berlusconi. Accadde una follia politica. Cacciato in malo malo Bettino Craxi, sospettato di essere corrotto, gli elettori, in cerca di cambiamento, votarono in massa Berlusconi e la sua coalizione. Vero che il Cavaliere fece una campagna elettorale da manuale, ma vero pure che se Craxi era corrotto, il primo e maggiore corruttore era Berlusconi.

Sta di fatto. che in quella tornata elettorale, se nelle liste di Forza Italia fosse stato candidato al parlamento un vaso di cime di rape, ce lo saremmo trovato onorevole o senatore. Poi quell’entusiasmo di spense e da più del 40% si è arrivati a meno del 7%. E’ successo anche a Renzi, a Salvini, e da ultimo a Conte e finanche al supertecnico Draghi. Ai successi improvvisi ed esplosivi, fanno seguito cadute precipitose e disastrose.

Per quanto attiene l’odierna coalizione al governo e la sua leader. già da qualche tempo c’era un segnale negativo. Nei sondaggi il destra-centro aveva smesso di crescere, come avveniva all’inizio del governo, anche se la maggioranza dell’elettorato materialmente non l’ha mai avuta. Oggi cala, anche se con molta gradualità, ma il caso Foggia è la spia del carburante in riserva e, con poca benzina, il percorso si avvia a grandi passi al parcheggio.

Intendiamo, posso sbagliare, e molti -giustamente- se lo augureranno, ma molti, forse troppi anni di analisi politologica rendono piuttosto probabile che le mie previsioni abbiano fondamento.

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