Il Pd alla ricerca del segretario.
Cosa si agita nelle stanze del Nazareno?
GP
Le dimissioni di Nicola Zingaretti da Segretario nazionale del Pd, del tutto inaspettate in un ambiente dove la regola è non dimettersi neanche da amministratore del condominio, stanno producendo danni seri al partito. Zingaretti definisce il suo “un atto di amore verso il Pd“, in sostanza, preso atto che le lotte correntizie gli impedivano di costruire una linea politica sulla quale fondare una crescita di consenso, ha fatto un passo indietro e ha rinunciato a governare l’ingovernabile.
Secondo un sondaggio diffuso il Pd sarebbe stato raggiunto e superato da Fratelli d’Italia, a causa delle dimissioni di Zingaretti. Mi sembra, francamente, una esagerazione anche perché, avendo il partito della Meloni contestualmente perso qualche decimale rispetto ai risultati precedenti, ciò significherebbe che il Pd sarebbe stato colpito da uno tsunami e con tutto il rispetto per il peso di quelle dimissioni non mi sembra un fatto così scandaloso da portarsi dietro conseguenze simili. Una mia opinione, potrei anche sbagliare ed aver ragione il sondaggista.
Dopo un tentativo di far recedere dalle dimissioni Zingaretti, che non ha sortito altro che la conferma di quelle dimissioni con maggior vigore da parte dell’interessato, sia dalla maggioranza, che dalla minoranza del partito si è avanzata l’ipotesi di dare, con regolare assemblea, votazione e congresso, la carica di Segretario nazionale ad Enrico Letta. Anche questa volta la risposta è stata “grazie, no”, io ora faccio un mestiere diverso.
Perchè Letta, proprio perché fuori dalla mischia e dalle correnti, avrebbe potuto rappresentare l’uomo che non si fa condizionare e governare dalle correnti stesse. Un segretario espressione di una o più correnti riunite non sarebbe mai il segretario di tutti, ma sottoposto a ricatti e diktat dei suoi elettori. Altro che far cessare quegli attacchi interni che hanno indotto Zingaretti a dimettersi, significherebbe passare dalle scaramucce alla guerra nucleare.
Un bel grafico che rende piuttosto bene l’idea delle correnti nel Pd lo ha pubblicato l’Agi, alla quale rivolgo i miei complimenti prima di proporvelo
Non credo che la soluzione sia dietro l’angolo e neanche facile e, francamente, non invidio il vice segretario Andrea Orlando a cui spetta reggere la segreteria fino a nuova nomina.
Nicola Zingaretti, che ha anche recentemente messo a tacere la voci di una sua candidatura a Sindaco di Roma con un laconico: “io faccio il governatore del Lazio“, ha fatto un grosso sacrificio personale per permettere al Pd di intraprendere la strada di un congresso rifondativo basato più sui valori che sui pesi correntizi. Una utopia la sua? Forse, ma se il Pd non saprà ritrovare la strada dei valori e continuerà come una piovra impazzita ad imbrigliarsi nei tentacoli correntizi, darà ragione alle Sardine che non vedono il Pd come fulcro e non sanno neanche se avrà un ruolo in un centrosinistra che nel complesso sembra destinato a crescere.
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