Il Presidente Mattarella in Visita di Stato nella Repubblica del Kenya

Martedì 14 marzo, Mattarella è stato ricevuto alla State House dal Presidente della Repubblica del Kenya,William Ruto. Al termine dei colloqui, i due Capi di Stato hanno tenuto una conferenza stampa.

La redazione

Dichiarazioni alla stampa del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella in occasione della Visita di Stato nella Repubblica del Kenya

 Nairobi, 14/03/2023 (II mandato)

Desidero anzitutto ringraziare molto il Presidente Ruto per questo benvenuto e per l’accoglienza calorosa e amichevole che ha riservato a me e alla delegazione che mi accompagna.

È un’accoglienza nel segno dell’amicizia tra i nostri Paesi. La ringrazio molto, Presidente Ruto, per questa manifestazione di amicizia.

Sono lietissimo e onorato di essere qui a Nairobi oggi, realizzando la visita che ho dovuto rinviare a causa della pandemia qualche anno addietro. Ma sono lieto che si realizzi in questo anno così importante: il sessantesimo dell’indipendenza del Kenya.

L’Italia considera il Kenya un esempio virtuoso di democrazia e di modello di crescita sociale ed economica. I nostri Paesi hanno relazioni eccellenti, consolidate, che sono il segno dell’amicizia tra i nostri due popoli.

Signor Presidente, noi consideriamo il Kenya un partner di grande importanza per l’Italia. A livello bilaterale, ma anche per l’azione che svolge in questa Regione così importante dell’Africa, nel continente e nella comunità internazionale. Abbiamo sottolineato e sviluppato l’importanza di questi rapporti così eccellenti con la firma degli accordi – che lei poc’anzi ha cortesemente ricordato – che sono il segno dell’avanzamento della nostra collaborazione.

Altri accordi seguiranno a quelli siglati questa mattina, anche perché le nostre comunità imprenditoriali hanno stretti elementi di collegamento e di collaborazione molto intensa.

Diverse aziende italiane operano qui in Kenya, in progetti anche di grande importanza e in diversi settori. E questo è un segno di collaborazione su punti nevralgici che intendiamo sviluppare in maniera intensa. Anche – come il Presidente Ruto ha cortesemente ricordato – sul piano della realizzazione delle dighe, così importante come progetto che il Governo italiano intende contribuire intensamente alla veloce realizzazione, superando le difficoltà che sono in via di accantonamento.

Il rafforzamento di questa relazione è stato oggetto dei nostri colloqui di questa mattina, improntati alla piena sintonia in questa direzione e sulla linea da percorrere.

Sono anche lieto di sottolineare il contributo che alcune iniziative italiane danno alle Start-up keniote, alle attività di stimolo imprenditoriale che qui si realizzano. Così come riteniamo importante la collaborazione culturale: ne abbiamo parlato con il Presidente Ruto in maniera in maniera intensa. La collaborazione scientifica e tecnologica è di grande eccellenza. Il Centro Spaziale di Malindi è un esempio di grande successo che intendiamo continuare congiuntamente, con la comune responsabilità e comune direzione, a sviluppare e a far crescere. E questa collaborazione scientifica e tecnologica è una pista di collaborazione per il futuro che intendiamo intensificare.

Accanto a questo intendiamo intensificare anche la collaborazione culturale tra i nostri Paesi, tra le nostre Università, tra i nostri giovani, che sono il modo per una sempre maggiore amicizia reciproca e scambio di esperienze, di conoscenze e di capacità, reciprocamente importante.

Signor Presidente Ruto, l’Italia considera il Kenya – gliel’ho già detto durante il nostro incontro e vorrei ripeterlo pubblicamente – come un pilastro di stabilità in questa importante Regione del continente africano.

Abbiamo apprezzato molto l’azione decisiva che Lei, il suo Governo, il Kenya, avete svolto per il raggiungimento delle intese in Etiopia per il superamento della contrapposizione così drammaticamente grave tra il Governo centrale e il Tigrè.

Gli accordi di Pretoria sono frutto anche di questo decisivo contributo che il Kenya ha recato per realizzare nel Paese qui accanto una collaborazione e una condizione di pace e di serenità. E noi siamo accanto al Kenya in quest’azione di sviluppo, di pace e di collaborazione, perché l’intera Regione possa avviarsi su una strada di serenità – ripeto – ma di sviluppo che le tensioni e le contrapposizioni ostacolano in maniera molto grave.

Vi è una grande preoccupazione per le tensioni che vi sono anche nella Regione dei Grandi laghi, così come nel Corno d’Africa. Noi appoggiamo le iniziative che il Kenya sta sviluppando, come il processo di Nairobi per diffondere cultura di pace e di sviluppo sociale ed economico.

Anche per questo noi siamo convinti che occorre intensificare la collaborazione dell’Unione europea con il Kenya per contribuire in questa azione preziosa che è volta alla pace, allo sviluppo, alla crescita sociale ed economica.

Kenya e Italia condividono – come abbiamo registrato questa mattina ancora una volta, Signor Presidente Ruto – una visione delle relazioni internazionali improntate al multilateralismo, alla ricerca di punti d’incontro, di dialogo, di pace, al rifiuto della prepotenza e delle guerre. E anche per questo l’Italia ha sostenuto con convinzione la presenza del Kenya nel Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite, che è stata di grande successo.

Vorrei ricordare l’appello che il Kenya ha rivolto alla comunità internazionale per una maggiore attenzione alle esigenze del Sud globale.

L’Italia condivide, appoggia e sostiene questo appello, questa esortazione, decisiva per avviare il mondo in una condizione di maggiore distribuzione equa di risorse, di benessere e di una crescente comune collaborazione solidale.

Infine, vorrei riprendere quanto ha detto saggiamente il Presidente Ruto sul clima, sull’emergenza climatica.

Speriamo che quest’oggi Nairobi veda un po’di pioggia. Ma la siccità che si è registrata in questa Regione, in questi ultimi anni, è un elemento allarmante, è un sintomo delle gravi conseguenze del mutamento climatico. Sintomo che si avverte ovunque, anche in Europa.

Nel nostro Paese avvertiamo un’esigenza di pioggia. Vi è un abbassamento anche delle nevi sulle montagne, che è indice delle conseguenze del cambiamento climatico.

Per questo esortiamo insieme, con la stessa consapevolezza – il Kenya e l’Italia – la comunità internazionale a procedere con decisione sulla strada dei provvedimenti e dei comportamenti che attenuino l’inquinamento atmosferico e consentano di contrastare con efficacia il cambiamento climatico.

È la base, questa, per avere un futuro di sviluppo, di benessere, che riguardi i nostri giovani e le future generazioni.

Qui a Nairobi ha sede, per una lungimirante scelta fatta a suo tempo dal primo Presidente del Kenya, Jomo Kenyatta, il programma per il clima delle Nazioni Unite, che è un punto di richiamo all’importanza di impegnarsi ormai concretamente e in maniera crescente. E speriamo che la prossima COP 28 a Dubai abbia a vedere un impegno concreto crescente, in maniera da realizzare una condizione comune per contrastare il mutamento climatico.

Questi sono tutti temi che richiamano un impegno comune della comunità internazionale.

E su questi temi – quello della sanità, del clima, delle migrazioni, dello sviluppo, del maggiore equilibrio di benessere nel mondo – Kenya e Italia hanno la stessa visione.

L’abbiamo registrato quest’oggi e per questo intendiamo sviluppare molto la nostra collaborazione.

Grazie ancora, Signor Presidente, per l’accoglienza. Grazie per l’amicizia che ci lega.

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Domanda: Il tema dei migranti sappiamo non essere uno dei temi principali al centro di questi colloqui, ma resta pur sempre un tema di stretta attualità, e sempre più spesso tragica attualità, per il nostro Paese, Paese di frontiera mediterranea, di frontiera dell’Europa. Anche alla luce delle ultime notizie, delle ultime ipotesi di centinaia di migliaia di possibili partenze dal Nordafrica alla volta dell’Italia. Lei ha sempre indicato come via quella di aprire dei canali formali e di collaborazione con i Paesi di origine dei flussi. Ebbene, il rapporto privilegiato tra Italia e Kenya, tra Roma e Nairobi, può essere un modello di riferimento come cooperazione allo sviluppo in settori importanti – tecnologia, ricerca, ambiente, scientifici – in tal senso?

Presidente: Certamente sì. Il livello e le modalità di collaborazione tra Kenya e in Italia sono esemplari, sono eccellenti. Possono essere un modello che noi ci auguriamo possa essere replicato ovunque. Abbiamo anche eccellenti relazioni con altri Paesi, ma vorremmo che questo avvenisse con tutti, naturalmente. Questo perché i problemi comuni sono affrontabili in maniera efficace con un buon modulo di collaborazione. Questo riguarda tutti i problemi predominanti anche quello delle migrazioni. Noi cerchiamo un rapporto di collaborazione con i Paesi di origine e transito dei flussi migratori, ma sappiamo che la dimensione di questo fenomeno – dimensione epocale crescente in ogni parte del mondo – non è affrontabile a livello bilaterale. Ed è affrontabile soltanto con una congiunta, lucida, ben organizzata azione europea, che affronti in maniera sistemica questo grande problema epocale che si presenta attraverso il Mediterraneo. Ma non soltanto attraverso il Mediterraneo, anche attraverso la rotta balcanica. Si tratta di due aspetti che si intersecano. I buoni rapporti collaborativi attraverso buoni moduli di collaborazioni bilaterali sono un’azione consapevole, organica, che l’Unione europea può svolgere su tutti i tavoli, compreso quello delle migrazioni.

Domanda sui rapporti di collaborazione tra Italia e Kenya.

Presidente: Vi sono dei problemi comuni. E quello della sicurezza è un problema comune che riguarda la comunità internazionale, ma riguarda particolarmente gli europei che hanno rapporti con le aree in cui si manifestano queste difficoltà. Abbiamo parlato dell’esigenza che l’Unione europea mantenga, continui e possibilmente intensifichi il supporto. Noi apprezziamo molto l’azione operativa che il Kenya sta svolgendo anche nel Congo, attraverso la presenza dei suoi militari nella forza multinazionale, per garantire sicurezza. È evidente che l’Unione europea e i Paesi europei possono collaborare a seconda delle richieste che ricevono dai Paesi della Regione, ma è necessario che lo facciano. E noi ci adoperiamo dentro l’Unione perché questo venga assicurato.

Domanda: avete già parlato entrambi del dramma della siccità che colpisce sia il Kenya e l’Africa ma rischia di colpire anche l’Italia. A livello internazionale quali soluzioni si possono mettere in campo e a livello nazionale che cosa possiamo fare? Il Pnrr può aiutare?

Presidente: Questo è un tema che deriva direttamente – come è ben noto, e abbiamo già sottolineato – dai mutamenti climatici. È un tema che sta creando difficoltà enormi che incidono anche su altri fronti. La siccità crea in molte Regioni del mondo, in diverse parti del mondo, una crisi alimentare che spinge ulteriormente i fenomeni migratori. Vi sono zone in cui non è possibile più la sopravvivenza alimentare a causa della siccità, e questo spinge ulteriormente, comprensibilmente, flussi migratori. Quindi è un tema centrale, quello del mutamento climatico. La siccità la avvertiamo anche in Europa. Non possiamo dimenticare la tragedia del ghiacciaio che, crollando, perché si va esaurendo, ha travolto molti gitanti non molto tempo fa nel nostro Paese. Vi è una condizione generale nel mondo che sta sempre più richiamando tutti alla consapevolezza di un impegno reale. Per quanto riguarda l’Italia, nel Piano nazionale di ripresa e resilienza vi sono, anche a questo riguardo, strumenti che saranno utili. Ma questo è nel programma anche del Governo, quello di impegnarsi nella lotta al cambiamento climatico. L’Italia ha contribuito molto anche all’ultimo Vertice, quello di Sharm-el-Sheik, a quello di Parigi, a quello del Brasile a suo tempo, perché avverte da tempo l’esigenza di un impegno serio, concreto, efficace di contrasto all’inquinamento atmosferico. Ci duole che alcuni Paesi non si rendono conto che non si può rinviare questo tema a un secondo tempo che non c’è. Bisogna affrontarlo adesso, con molta determinazione. In questo Kenya e Italia sono pienamente convergenti.

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