Ilva, procura di Taranto: no al dissequestro «vincolato» dell’acciaio

La fabbrica della morte produce disoccupazione

Rocco Michele Renna

Ancora guai giudiziari e ditte dell’appalto non pagate per Acciaierie d’Italia (ex Ilva), ormai è un colosso con i piedi d’argilla. La Procura della Repubblica di Taranto ha espresso parere negativo in merito al dissequestro degli impianti siderurgici dell’ex Ilva, ora Acciaierie d’Italia. Lo si è appreso oggi.

L’istanza è stata presentata alla Corte perché a maggio 2021 il collegio, con la sentenza del processo Ambiente Svenduto, è stata proprio la Corte ad aver disposto, su richiesta della pubblica accusa, la confisca degli impianti. Ora si attende il responso della Corte d’Assise.

Le ditte dell’indotto, danneggiate dal fatto che non vengono pagate, si vedono costrette, a loro volta, a non pagare o addirittura a licenziare i dipendenti…

Il candidato Sindaco Luigi Abbate, appoggiato anche dalla Lista del Partito Meridionalista, si sente chiedere a gran voce dai tarantini: “Se l’ex Ilva, attuale acciaierie d’Italia, chiude, dove andiamo a mangiare?”
La risposta dal Candidato Sindaco Luigi Abbate arriva secca: “E ora, con l’Ilva aperta, dove andate a mangiare?“. Ci sono migliaia di dipendenti che fanno la fame o perché in cassintegrazione o perché non pagati dalle ditte.

Luigi Abbate aggiunge ancora: Il dott. Valerio Cecinati, direttore della Struttura di Pediatria e di Oncologia pediatrica dell’Ospedale S.S. Annunziata di Taranto, afferma: “Dov’è questa ricchezza dell’ex Ilva? Io vedo soltanto malattie, morti e miseria!“.

Voi credete che la situazione drammatica della ex ILVA riguardi solo i tarantini? Invece no.
L’inquinamento della acciaieria, grazie alle correnti atmosferiche arriva anche sulle murge. Gran parte dei pugliesi, e forse oltre, assieme ai tarantini siamo contaminati dagli effluvi della acciaieria, seppure in forma meno grave che a Taranto.

L’ultima possibilità di salvezza per Taranto e per la Puglia sono gli elettori che non devono assolutamente fare in modo che i candidati dello schieramento di Luigi Abbate siano gli unici ad urlare: “Chiusura immediata e riconversione dell’ex Ilva senza se e senza ma”.

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