Istat: “Quasi un italiano su quattro a rischio povertà”

E’ il dato del 2022. Stesse percentuali per l’esclusione sociale

Gianvito Pugliese

Nel 2022 circa un quarto della popolazione italiana, esattamente il 24,4%, è a rischio povertà o esclusione sociale. Un dato appena leggermente al 2021 che registrò la medesima gravissima situazione per il 25,2% dei connazionali. Sono le risultanze del report Istat “Condizioni di vita e reddito delle famiglie, anni 2021-2022”.

Tradotta in numeri “la popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale, nel 2022, interessa circa 14 milioni 304mila persone“. Questo andamento “sintetizza la sensibile riduzione della popolazione in condizione di grave deprivazione materiale e sociale, grazie alla ripresa economica, con una quota di popolazione a rischio di povertà uguale all’anno precedente”. Nel 2022 è il 20,1% dei residenti in Italia che risulta a rischio di povertà e cioè 11 milioni e 800mila persone.

A livello nazionale dunque la popolazione a rischio di povertà rimane percentualmente uguale all’anno precedente e cioè pari al 20,1%. La situazione più grave concerne Il 4,5% della popolazione, ovvero 2 milioni e 613mila persone, che sono “in condizioni di grave deprivazione materiale e sociale, ossia presenta almeno sette segnali di deprivazione dei tredici individuati dal nuovo indicatore (Europa 2030)” . Rispetto all’anno precedente. il 2021 in cui la quota ammontava al 5,9%), “vi è una decisa riduzione delle condizioni di grave disagio, grazie alla ripresa dell’economia dopo la crisi pandemica e l’incremento dell’occupazione e dei redditi familiari”.

Nel 2022 la riduzione della popolazione a rischio di povertà o esclusione sociale interessa tutte le ripartizioni ad eccezione del Mezzogiorno, che rimane l’area del paese con la percentuale più alta di individui a rischio, fermi al 40,6%, come già nel 2021.

Relativamente al Mezzogiorno l’indicatore composito rivela un preoccupante aumento della quota di soggetti a rischio di povertà, cresciuti al 33,7% rispetto al 33,1% del 2021.

A livello regionale si osserva un qualche miglioramento per la Campania e la Sicilia, con riduzione del rischio di povertà. Ma il rischio aumenta in Puglia, Sardegna e Calabria,

In generale, invece, nel 2021 il reddito medio delle famiglie sale a 33.798 euro, e dunque cresce. sia in termini nominali del +3%, che in termini reali del +1%. La crescita è stata infatti erosa dall’inflazione.

Dall’analisi comparata dei dati l’Istat conclude che, sempre nel 2021 il reddito totale delle famiglie più abbienti è pari a 5,6 volte rispetto a quello delle famiglie più povere, dato comparativo sostanzialmente stabile rispetto al precedente anno 2020.

Istat osserva poi che tale rapporto sarebbe stato più alto, pari cioè al 6,4 in mancanza di interventi di sostegno alle famiglie adottate dal governo.

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