Johnson alla riconquista degli inglesi. Mission impossible?

Il Premier inglese attraversa un pessimo periodo e la sua popolarità è ai minimi termini. Prova a rilanciare se stesso ed il suo governo

Gianvito Pugliese

Boris Johnson sta facendo i salti mortali per salvarsi. La storia del Party gate è pesante, l’Inghilterra ha tradizioni rigidissime in fatto di comportamento di donne o uomini pubblici. Da ultimo il principe Andrea figlio della Regina Elisabetta II si è dimesso da tutti i titoli militari e reali, restituiti alla regina, per essere incorso in un giudizio civile risarcitorio in Usa promosso da una signora che riferiva di essere stata abusata all’età di 17 anni da Andrea con la complicità di Epstein e la sua compagna.

Il Party gate è la goccia che ha fatto traboccare il vaso, non è la prima volta che lo scrivo, c’era stato lo scandalo della ristrutturazione costosa di un appartamento, ma anzitutto c’è la brexit ed le sue disastrose conseguenze sull’economia del Paese. Intendiamoci Johnson ha solo curato la fase terminale della brexit che fu decisa dal governo Tory della May alla luce dei risultati del referendum popolare celebrato il 23 giugno 2016 in cui il 51,89% dei cittadini britannici votò a favore dell’uscita.

Ma più si procedeva verso la data di uscita dall’Ue più crescevano le resistenze. Ironia della sorte la brexit fu bocciata dai londinesi e votata dalle campagne e dai piccoli paesi a vocazione agricola. Ed è proprio agli agricoltori che la brexit è costata è sta costando di più. Johnson avrebbe potuto dire che volete da me, il referendum lo volle Theresa May, io ho solo curato la fase finale degli accordi di transizioni con l’Ue, null’altro. Ma gli inglesi danneggiati dalla brexit in primis gli agricoltori che non possono più esportare, frutta e verdure marciscono alle dogane, non vanno tanto per il sottile ed incolpano i Tory di averli ingannati per portare a casa la loro politica nazionalista, pur coscienti dei danni economici che avrebbe arrecato proprio ai loro storici elettori,

Brutta gatta da pelare per Johnson che ha appena evitato con un’abile manovra di aggiramento un voto di fiducia che avrebbe potuto scrivere la parola fine sul suo premierato.

Johnson sta giocando la carta della promessa elettorale che gli fece incartare un mare di voti dandogli un consenso inusualmente ampio per un paese come la Gran Bretagna. Mi riferisco al programma “per far alzare il livello”.

Sostiene di aver identificato 12 missioni per spostare risorse sulle comunità “dimenticate” della Gran Bretagna entro il 2030. Previsto anche il più grande spostamento di potere da Londra ai leader locali. Poi, avvicinare il trasporto pubblico locale allo standard di Londra, estendere il 5G e la banda larga in fibra in tutto il paese, eliminare l’analfabetismo e l’abbandono eccessivo della scuola primaria: “Fin dal primo giorno, la missione determinante di questo governo è stata quella di far salire di livello questo paese, spezzare il legame tra geografia e destino in modo che, indipendentemente da dove vivi, tu abbia accesso alle stesse opportunità”.

Johnson adottò lo slogan “alzare di livello” nelle elezioni del 2019 come scorciatoia per affrontare le disuguaglianze regionali, in particolare tra le ex aree industriali e Londra e il sud-est.

Promise di “portare a termine la Brexit”, ma s’impegnò ad investire denaro nelle città dell’Inghilterra. Così ha conquistato seggi parlamentari nel 2019 in aree che non avevano mai dato il voto ai conservatori.

Gli oppositori, laburisti e liberali, affermano che l’iniziativa è populista e manca di sostanza e soprattutto di soldi freschi. Invitano i leader locali ad esaminare dettagliatamente se ci sono nuove spese nel piano. Scopriranno che sono la presa in giro del 2019 oggi ripescata e ripetuta.

Lisa Nandy, portavoce dell’opposizione laburista, ha descritto la proposta come “pentole di denaro riciclate” ed ha aggiunto che molte aree sono state ultimamente danneggiate dai tagli ai finanziamenti locali imposti dai conservatori. Ed ha concluso: ” Le città locali prospereranno solo quando le persone avranno abbastanza soldi da spendere, cosa che diventerà più difficile quando le tasse, le bollette energetiche e i prezzi del cibo aumenteranno quest’anno.

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