La Svezia svolta a destra

Elezioni politiche: è ufficiale la vittoria della coalizione di destra, sostenuta dagli ultranazionalisti
La premier Magdalena Andersson si è già dimessa. In copertima Akesson

Giovanna Sellaroli

Venti di destra soffiano in Svezia. Il Paese modello della socialdemocrazia cambia pelle e si consegna ai nazionalisti dell’ultra destra.

La coalizione di centrodestra ha vinto le elezioni parlamentari che si sono svolte domenica scorsa nel Paese scandinavo, incassando il 49,6 per cento dei voti rispetto al 48,9 del centrosinistra. In parlamento, il centrodestra avrà 176 parlamentari, tre in più del centrosinistra.

La coalizione di centrodestra è formata da tre partiti di centro destra e dal partito dei Democratici Svedesi che, non inganni il nome, è una creazione di estrema destra che discende dai neonazisti svedesi. Con poco più del 20% delle preferenze complessive, i Democratici Svedesi sono stati il secondo partito più votato e quindi anche il più votato della coalizione di cui fanno parte. I Moderati guidati da Ulf Kristersson, storico partito di centrodestra svedese, hanno invece ottenuto poco più del 19% dei voti.

Moderate party leader Ulf Kristersson

Il tour elettorale nella patria della socialdemocrazia è stato definito un thriller per via del risultato, raccontato per giorni come in bilico, in attesa dei voti per posta e dall’estero, arrivati in via definitiva nella giornata di ieri. Una vittoria al fotofinish, ma sostanziale che ha immediatamente portato la premier, Magdalena Andersson, leader dei Socialdemocratici, alle dimissioni.

Con circa il 30 per cento delle preferenze, i Socialdemocratici sono stati il partito più votato, all’interno però di una coalizione che è andata peggio rispetto a quella di centrodestra. L’ammissione della sconfitta da parte della premier è stata immediata, a conteggio ancora in corso. “Hanno conquistato una piccola maggioranza ma pur sempre di maggioranza si tratta”, ha dichiarato in conferenza stampa la Andersson.

Magdalena Andersson

Lasciatemi dire che da noi, non sarebbe mai successo; nel nostro Paese all’indominani delle elezioni, nessuno molla, chi mai ammetterebbe la sconfitta? Tutt’al più si ricorre al “ma” di giustificazione.

Per la prima volta nella storia svedese, il Paese volta pagina e la formazione di estrema destra, i Democratici Svedesi, ha la possibilità di entrare in un esecutivo. La coalizione di centrosinistra ha governato il Paese quasi ininterrottamente negli ultimi 60 anni, i Socialdemocratici  sono il primo partito dal lontano 1917.  L’incredibile crescita dei Democratici Svedesi, ripeto che i democratici in Svezia sono la coalizione di estrema destra, è riuscita nell’impresa di battere il centrosinistra. Per la Svezia si apre dunque una nuova era politica.

A favorire l’exploit di Jimmie Akesson, leader della destra nazionalista, il programma in 30 punti presentato da quest’ultimo per limitare l’immigrazione, uno dei temi caldi per l’elettorato svedese. Akesson ha saputo far breccia in un elettorato deluso dai grandi partiti tradizionali del Paese scandinavo e sempre meno tollerante verso gli immigrati, alle prese con una criminalità sempre più crescente, connessa a numerose gang di immigrati. Tra le sue proposte, anche quella di respingere i richiedenti asilo sulla base di parametri religiosi. Gli immigrati musulmani vantano una presenza notevole che ha consentito anche di fondare propri partiti politici; è peraltro noto che la Svezia ha importato per anni e importa, jihadisti.

Jimmie Akesson, Democratici svedesi

Quarantatrè primavere, originario di Sölvesborg, un comune rurale nella regione di Blekinge, nel sud est della Svezia, Akesson, separato, padre di un bambino, parla con un forte accento delle sue zone d’origine, un modo di esprimersi che ha colpito alla pancia degli elettori. Uomo del popolo, ha saputo intercettare gli umori dell’opinione pubblica sempre più preoccupata.

Certo, suona strano sentire che gli svedesi siano preoccupati, verrebbe da dire, che motivo hanno di esserlo?

La Svezia, patria di libertà e giustizia, modello di welfare così collaudato da essere il migliore al mondo, mito per stile di vita più evoluto e desiderabile al mondo, oggi è un Paese scosso da un’ondata di criminalità violenta che non ha precedenti nella storia scandinava moderna. Lo riportano i principali media come la Bbc, riferendo che la Svezia ha uno dei più alti tassi di omicidi con armi da fuoco in Europa.

Nel 2021, un rapporto ufficiale pubblicato dal governo svedese, ha riportato cifre inquietanti circa il numero di morti per sparatorie; tra l’altro le statistiche rivelano che l’85% degli autori di queste sparatorie mortali provengono da un contesto migratorio. “Dove forse 10 anni fa si picchiavano … ora sono passati a spararsi alla testa” ha scritto Mattias Forssten della Reuters.

In sole due generazioni, la Svezia è passata dall’essere uno dei Paesi più sicuri al mondo a uno dei più ad alto rischio criminalità in Europa.

Forte di questi dati, il capo dei Democratici svedesi Akensson, puntando il dito contro le origini non europee di molti membri delle gang, ha alimentato i nazionalismi, e la lotta alla criminalità è diventata lotta all’immigrazione. Gioco facile per Akesson che ha monopolizzato il dibattito sui social network, dettando l’agenda delle polemiche sui temi dell’immigrazione, della sicurezza e del potere d’acquisto, con un’inflazione all’8% e una bolletta della luce che anche in alcune regioni della Svezia, sta esplodendo.

Fin dall’inizio della campagna elettorale i Democratici Svedesi hanno puntato sulla difesa della purezza dell’etnia svedese e sull’ostilità nei confronti dei musulmani, definiti da Akesson “la più grande minaccia straniera dalla seconda guerra mondiale”. E tra le sue proposte c’era quella di far uscire la Svezia dall’Unione europea.

Col crescere dei consensi, negli ultimi tempi l’ex web designer Jimmie, ha gradualmente compiuto un’opera di “normalizzazione” del suo partito, ha cercato di cancellare l’immagine legata al neonazismo, ha espulso parte delle componenti più radicali del partito e ne ha anche rinnovato il simbolo, sostituendo la fiamma con un fiore.

Jimmie Akesson

E poi ha edulcorato frasi controverse come quella sui musulmani, o quando lanciò la proposta di uscire dall’Unione Europea.

La Svezia assumerà la presidenza del Consiglio Ue, e quindi la guida delle operazioni legislative del blocco, a partire dal gennaio 2023. Il moderato Kristersson, che nell’Ue è un membro del Ppe della presidente della Commissione Ursula von der Leyen, ha assicurato che Stoccolma resterà europeista. Akesson farà altrettanto?

Akesson ha chiarito di restare fortemente contrario a una maggiore integrazione Ue della Svezia, pur avendo ammorbidito di recente l’euroscetticismo. In politica estera, poi, anche per liberarsi definitivamente dalle accuse di antisemitismo e, di recente, di vicinanza alla Russia di Vladimir Putin, i Democratici svedesi hanno lanciato proposte pro-atlantiche, un aumento delle spese militari e sostenuto l’ingresso nella Nato. 

Durante l’ultima settimana di campagna elettorale, il ministro della Difesa socialdemocratico uscente Hultqvist, in conferenza stampa, ha avvertito gli elettori del pericolo di eleggere un partito “che non sa da quale parte stare tra gli Stati Uniti e la Russia“. E sempre in campagna elettorale i partiti di centrodestra, alleati con i Democratici Svedesi, si erano detti contrari a supportare un governo guidato da Akesson o con membri del suo partito in posizioni chiave del governo.

Ora comincia il lavoro per far sì che la Svezia funzioni bene di nuovo“, ha scritto il sovranista che si è preso la Svezia su Facebook, promettendo che il suo partito sarà “una forza costruttiva e di iniziativa“.

Staremo a vedere.

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