Meloni al Consiglio d’Europa

A Bruxelles per il Consiglio d’Europa Giorgia Meloni è un fiume in piena.

Gianvito Pugliese

La nostra premier, come usano ormai dire e scrivere tutti, anche se in Italia ci sono un capo dello Stato, il Presidente della Repubblica, ed un capo del Governo, il Presidente del Consiglio dei Ministri, ergo è erroneo parlare di premier e premierato che, semplicemente, non esistono, arrivando al Consiglio d’Europa è un fiume in piena e parla, non so se a braccio, o sulla base di un copione predeterminato. che magari ha visto sceneggiatore un Maestro della comunicazione, come Mario Sechi, attualmente a capo dell’ufficio stampa di Palazzo Chigi.

In questo pezzo mi occupo di quanto ha detto di Hamas e dell’Autorità nazionale palestinese. Domattina, tempo e accumulo di notizie permettendo, uno sguardo alle sue affermazioni su Europa e migrazione e sulla Presidente della Commissione europea Ursula von Der Leyen.

Andiamo alle dichiarazioni sul primo tema. Giorgia Meloni, correggendo l’infelice dichiarazione fatta in Italia, di essere contraria ad una tregua perché lascerebbe sopravvivere Hamas (sono in attesa della precisazione: “Non ho mai detto questo, la stampa malevola ha volutamente frainteso“) a Strasburgo ha dichiarato: “Credo che uno degli strumenti più efficaci per sconfiggere Hamas sia dare una concretezza e una tempistica alla soluzione della questione Palestinese, dare maggiore peso all’Autorità nazionale palestinese. Questo è un ruolo che l’Ue può giocare e sicuramente una delle grandi chiavi di volta nel medio periodo”… “C’è un impegno per una de-escalation per evitare un conflitto che potrebbe avere proporzioni inimmaginabili. Mi sembra che ci sia unità di intenti e sicuramente il dibattito servirà a capire nel concreto cosa l’Ue possa fare. Penso che l’Ue possa svolgere un ruolo importante”… “Non credo che Hamas c’entri niente con la questione palestinese”.

Completando l’intervento, la Meloni ritiene che in Palestina, a Gaza e d’intorni: “Nell’immediato c’è il tema umanitario, il tema degli ostaggi, dei cittadini stranieri che attendono di uscire, il ripristino del valico di Rafah. Poi c’è un medio termine che non deve però significare ne riparliamo dopo perché io credo che” offrire una soluzione “sia una delle cose più efficaci che si possano fare per aiutare la de-escalation per svelare il bluff di Hamas: dire che le cose atroci che ha fatto le ha fatte per difendere la causa palestinese. Non credo che Hamas c’entri niente con la questione palestinese, credo che sia giusto trovare un modo per ribadirlo a chi lo sa e per raccontarlo per chi non la vede così”.

Se posso dare un giudizio, in realtà non posso ma lo devo ai miei lettori, trovo la posizione espressa certamente alquanto radicale ed estremista, ma ci sta, il personaggio è fatto così nel bene e nel male. Ma ciò posto, sono concetti francamente condivisibili nella quasi totalità, Ben altra cosa rispetto alla tregua negata. Si è corretta ed ha modificato parere. Se così è stato, non lo trovo segno di debolezza, come qualcuno -ricorrendo al fuoco amico, ha sottolineato- ma un gran bel segnale. Solo le persone capaci sono in grado di pentirsi degli errori e correggersi. Personalmente credo fermamente nel detto latino: “errare humanum est, perseverare autem diabolicum“, che Wikipedia traduce così “commettere errori è umano, ma perseverare è diabolico”.

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