Meloni al Consiglio d’Europa III
“Migranti? Bene von del Leyen” Ed alla fine scivola sul Mes e distrugge tutto.
Gianvito Pugliese
Terzo ed ultimo giorno ed articolo dedicato alle dichiarazioni della Presidente del Consiglio italiana, a Bruxelles in occasione del Consiglio d’Europa. Una sorta di trilogia dedicata alla leader politica di Fratelli d’Italia.
“Sono soddisfatta della lettera sui migranti di Ursula von der Leyen che ringrazio” … ha “dimostrato che l’Ue intende andare avanti concretamente. … Mi pare che il fatto che la presidente prima del Consiglio invii una lettera per fare stato dell’applicazione di principi che noi abbiamo stabilito sia qualcosa che va oltre il tema dell’Ue unita sulla visione, siamo a come lo stiamo realizzando e per me è molto significativo. Io avevo detto che l’Ue aveva fatto un’inversione a ‘U’, un grande cambio di passo ma che adesso bisognava andare nel concreto. Von der Leyen ha dimostrato che l’Ue intende andare avanti concretamente. E’ importante se prima dei Consigli si fa sempre stato di questo lavoro perchè se c’è qualche rallentamento o problema si può investire di più. Ma non è più un tema di visione, che è in capo al Consiglio, ma di fatti, che sono in capo alla Commissione”.
Dichiarazioni fin qui equilibrate ed indiscutibilmente diplomatiche, che mi hanno positivamente meravigliato, perchè non le trovavo nelle corde meloniane. La Meloni aggressiva a prescindere, provocatoria ad oltranza, in eterna fase elettorale, sembra dissolta nel nulla. Che dire? Avrà superato i problemi che l’hanno afflitta recentemente e nel viaggio verso Bruxelles ritrovato, o trovato per la prima volta, non ho dimestichezza col personaggio, la calma e la freddezza utile a raccattare quelle simpatie che ti permettono di portare a casa risultati positivi?
Non l’avessi mai pensato. Vero che l’articolo, attenendosi strettamente al tema prefissato, potrebbe finire qui, ma c’è un epilogo che ci riporta coi piedi per terra e ci ripropone la Meloni di sempre.
Parlando della manovra di bilancio italiano esalta la compattezza della sua maggioranza. Francamente una balla talmente grossa che avranno dovuto aprire le finestre per respirare nella sala delle conferenze. Ieri ed oggi i giornali non allineati hanno descritto lotte apocalittiche a Palazzo Chigi. Ma le invenzioni, un minimo credibili, no? Se si nega apoditticamente quanto tutti hanno affermato e mostrato, ne va della credibilità del nostro Paese. Casa più grave è la scelta del momento: proprio dalla platea europea di Bruxelles?
Magari fosse finita qui. La Meloni è immediatamente tornata se stessa, ed ha distrutto in pochi attimi quanto era stato faticosamente costruito fin qui.
Riferisce Askanews: “Ancor prima della manovra però, a fine novembre, la maggioranza dovrà superare uno scoglio non semplice, quando in Parlamento arriverà il Mes, che solo l’Italia non ha ratificato. Del Meccanismo salva Stati si è parlato questa mattina all’Eurosummit, ma senza entrare – secondo quanto si apprende da fonti europee – nel “caso” italiano. A margine, però, dal presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe è arrivato l’ennesimo richiamo a Roma perchè “è nell’interesse di tutti che il Mes venga ratificato”. A lui Meloni replica affermando, ancora una volta, di ritenere il via libera al Mes “secondario rispetto alla prima trattativa che è quella sul Patto di stabilità”.
Che dirvi: sono esterefatto. Mi ritrovo di colpo una Meloni che crede che diplomazia e politica connessa siano giocare all’ “Asso piglia tutto”. Non va così, e mettersi contro tutti sul Mes, solo per obbedire ai diktat di Salvini, alla perenne ricerca del casus belli con l’Ue, è comportamento da ragazzina viziata, che pensa solo a scansare problemi a casa.
Mi auguro di sbagliare, ma il suo atteggiamento sul Mes, sprezzante delle idee e dei desiderata di tutto il resto d’Europa, mette a rischio anche i risultati ed i passi avanti fin qui conseguiti sulla migrazione, che non ancora codificati e limati nei particolari.
Insomma, per il classico acino di pepe rischia di rovinare la minestra. Sembra di essersi risvegliati da un bel sogno (riassunto e descritto, spero bene, nella trilogia) e ritrovarsi col la dura realtà amara di sempre di un Paese che da essere primus inter pares tra i tre che contano, torna disperatamente ad occupare la posizione di fanalino di coda. Un dramma che vive chi, come me, ama davvero il suo Paese, pieno zeppo “di patrioti che hanno sempre munto e mai dato”
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